Rete a bassa frequenza per monitorare la qualità dell’aria, Cola è perplesso

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Il consigliere Paolo Cola (Cittadini Uniti per Calolzio)
Il consigliere Paolo Cola (Cittadini Uniti per Calolzio)

Il consigliere pone l’accento sulle potenzialità di questa tecnologia e sui problemi di privacy

“Stiamo aprendo gratuitamente le porte della bassa frequenza a una società”

CALOLZIOCORTE – “Stiamo aprendo gratuitamente le porte della tecnologia a bassa frequenza a una società. Secondo me ci siano diversi aspetti da valutare, in primis la privacy dei cittadini. Credo che questo argomento meriti ben più di un semplice passaggio in commissione”.

Ha fatto molto discutere, durante la commissione territorio svolta nella serata di ieri, lunedì, l’installazione nelle prossime settimane di una rete di stazioni radio a bassa frequenza su richiesta di una società che fa capo ad Acsm-Agam, una delle principali multiutility del nord Italia, a maggioranza pubblica, con A2A azionista di riferimento e partner industriale, frutto dell’aggregazione fra utilities di Como, Monza, Lecco, Sondrio, Varese.

Nessun pericolo per la salute dei cittadini, il problema sollevato dal consigliere di minoranza Paolo Cola (Cittadini uniti per Calolziocorte), che lavora nel campo delle telecomunicazioni, è quello di capire bene quello che si sta andando a installare.

Il sindaco Marco Ghezzi ha spiegato come la società che, tra le altre cose opera anche nel campo delle Smart City, abbia chiesto al comune di Calolziocorte (così come ha fatto in altri comuni lecchesi) di poter installare delle stazioni radio a bassa frequenza per la rilevazione della qualità dell’aria. Le stazioni, saranno 13 e copriranno tutto il territorio,  frazioni montane comprese, potranno fornire dati puntuali sulla qualità dell’aria (Pm 10, Pm 2.5, Ammoniaca, No2, So2, Ozono, Co, Composti organici volatili…) ma anche dati su temperatura, umidità, pressione atmosferica, rumore, vibrazioni, ecc…

“Le stazioni saranno installate sugli edifici comunali – ha detto il sindaco -. La società ci fornirà i dati elaborati che ci consentiranno un monitoraggio in tempo reale della qualità dell’aria in qualsiasi punto della città. Si tratta di una sperimentazione gratuita che si svolgerà anche in altri comuni del territorio. Al comune verranno forniti i dati gratuitamente. Non è escluso che l’amministrazione pubblica possa richiedere anche altri  dati, in questo caso a pagamento, ma allora si andrebbe a gara e vincerebbe il miglior offerente”.

“Non so se ci rendiamo conto di cosa stiamo dando: stiamo regalando la copertura radio del comune di Calolziocorte – ha detto il consigliere Paolo Cola -. Di fatto una rete di questo genere è la base del 5G, è il terminale ultimo dell’internet delle cose (Iot – Internet of Things, gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi e accedere a informazioni aggregate da parte di altri, ndr). Una volta installata, questo tipo di rete può raccogliere qualsiasi tipo di dato e una società può vendere qualsiasi tipo di servizio. Si tratta di una sperimentazione? Ben venga il fatto che il comune possa ricevere in modo gratuito dati sulla qualità dell’aria, ma siamo sicuri che il tutto si limiterà a questo? Abbiamo pensato alla questione privacy? E’ bene aver chiaro che tipo di tecnologia il nostro comune sta fornendo a questa società”.

E’ bene sottolineare che questo tipo di frequenze radio sono assolutamente innocue e funzionano esclusivamente nel momento in cui vengono trasferiti i dati. Il sindaco ha comunque chiarito come l’accordo abbia una durata di sei anni (eventualmente rinnovabile per altri sei) al termine dei quali tutta la struttura passa di proprietà al comune.

Il consigliere del gruppo Cittadini Uniti per Calolziocorte si è comunque mostrato molto scettico: “Stiamo aprendo gratuitamente le porte dello spazio a bassa frequenza del comune di Calolzio a una società. Forse prima di iniziare l’installazione delle centraline sarebbe bene approfondire la questione, un passaggio in commissione non basta”.