Da Monte Marenzo una toccante testimonianza di affetto nei confronti di Papa Francesco

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Fabrizio Fontana con Papa Francesco

Fabrizio Fontana invita tutti alla preghiera ricordando il prezioso incontro del 2014 con il Santo Padre

“Esprimo con affetto e gratitudine la mia vicinanza al Papa. Il mondo ha un grande bisogno della sua presenza”

MONTE MARENZO – E’ Fabrizio Fontana, volto noto per il suo impegno nel volontariato in favore delle persone affette da distrofia muscolare, a far giungere in queste ore difficili la sua vicinanza a Papa Francesco che da diversi giorni sta affrontando una severa malattia. I suoi ricordi, che ha voluto condividere, vanno all’ormai lontano 2014 quando scrisse a Papa Francesco una toccante lettera (riprodotta in basso) con la semplice richiesta di poterlo incontrare, anche solo per pochi minuti.

Il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, arrivò la risposta dal Vaticano con l’invito a partecipare all’udienza generale nel posto riservato alle persone con disabilità. Una evento che, a distanza di anni, suscita ancora moltissima emozione nel cuore di Fabrizio Fontana che ha voluto testimoniare pubblicamente la propria vicinanza a Papa Francesco invitando tutti a pregare.

Nel pulmino partito alla volta del Vaticano, ad accompagnare Fabrizio, c’erano papà Gerolamo e zio Angelo (volti noti per il loro impegno con Telethon Lecco, Uildm Lecco e Polisportiva Monte Marenzo), con Gabriele Bolis, Giovanni Pozzi e Pierangelo Ghislanzoni. Indelebile nel ricordo di tutti quella giornata con Papa Francesco, che, accarezzando Fabrizio, disse: “Pregate per me”.

“Questo è il momento: Papa Francesco ha bisogno di tutte le nostre preghiere – ha detto Fabrizio Fontana -. Nel ricordo di quell’incontro memorabile, esprimiamo con affetto e gratitudine la loro nostra vicinanza a Papa Francesco, confidando nella preghiera e nelle cure affinché possa ritornare tra di noi. Il Mondo ha un grande bisogno della sua presenza”.

La lettera del 2014 di Fabrizio Fontana a Papa Francesco

Sua Santità,
mi chiamo Fabrizio Fontana, ho 29 anni e abito in un paesino di montagna, Monte Marenzo, in provincia di Lecco, Lombardia.
Sono affetto da una grave malattia degenerativa chiamata Distrofia Muscolare di Duchenne. Non sono in grado di muovere neanche un dito e devo dipendere completamente dalla mia famiglia, dagli amici e dai colleghi.
Nonostante tutto, non mi sono mai arreso. La mia malattia non mi ha mai rovinato la vita, anzi, credo che abbia contribuito a farmi essere la persona che sono oggi. Purtroppo, la vita non è stata molto clemente con me: all’età di 14 anni ho perso mia madre per un infarto. Lei era il mio punto di riferimento.
Queste prove non sono mai state ostacoli insormontabili per me. Grazie all’aiuto fondamentale della mia famiglia e di molti fedeli amici, combatto ogni giorno una battaglia che fino ad oggi ho sempre vinto.
Ho una vita abbastanza soddisfacente: un lavoro stabile presso l’Asl di Lecco, amici che mi portano in giro a divertirmi e una famiglia che mi sostiene. Mio padre Gerolamo si prende cura di me in modo straordinario, mia sorella Debora è sempre presente nei momenti di bisogno e per me è una confidente e un’amica straordinaria. Ho un cognato disponibile e comprensivo e due nipoti che riempiono di gioia le mie giornate.
Mio padre è il responsabile per la provincia di Lecco della raccolta fondi in favore di Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche. Da sei anni, la nostra provincia è la prima in Italia per raccolta fondi. Inoltre, è Presidente della sezione di Lecco dell’Unione Italiana Lotta Distrofia Muscolare e va nelle scuole a insegnare l’importanza della ricerca e della solidarietà, coinvolgendo più di 15.000 studenti ogni anno.
Le scrivo questa lettera nella speranza di poterLa incontrare, anche solo per cinque minuti. Fin dal giorno della Sua elezione a Vicario di Cristo, ho sentito che Lei è una persona capace di cambiare le vite di milioni di persone in tutto il mondo.
Papa Francesco, vorrei pensare di avere un amico in più e ricevere una Sua carezza. Sono certo che mi darà la forza di combattere la mia malattia e affrontare il destino che Dio ha scritto per me. Lo spero con tutto il cuore.
Grazie, Fabrizio