Negozi chiusi a Calolzio, Valsecchi: “Venirsi incontro per far ripartire il territorio”

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Il tratto di corso Dante i cui negozi sono tutti chiusi
Il tratto di corso Dante con la maggior parte dei negozi chiusi

 

CALOLZICORTE – Sono rimaste chiuse, anche con l’inizio dell’anno, le serrande di alcuni negozi a Calolziocorte. Due storici negozi hanno concluso la loro attività: il Fiorista  Rondalli, in centro, così come il negozio d’abbigliamento 29 febbraio, al Pascolo, entrambe le proprietarie, infatti, hanno raggiunto la pensione.

Il negozio d’abbigliamento 29 febbraio

 

Passeggiando per il centro città, però, balzano all’occhio le numerose serrande abbassate, in particolare il tratto di Corso Dante, dopo l’incrocio. Dal panificio Stucchi, che ha sospeso l’attività ormai da diverse settimane, ai locali vuoti dall’altra parte della strada che ospitavano la gioielleria e gli articoli da bambino. Chiusure sintomo della crisi, “ma spesso degli affitti troppo alti che fanno desistere chi ha voglia di iniziare un’attività”, commenta a riguardo la presidente di Confcommercio Valle San Martino, Cristina Valsecchi.

Lo storico fiorista Rondalli

 

“Purtroppo la crisi si sente ancora in questo periodo – esordisce – come associazione cerchiamo di sostenere i commercianti con varie iniziative, creando eventi collaterali che portino gente in paese”. Con il 2019 la giunta Ghezzi cercherà di incentivare i giovani ad aprire delle attività attraverso alcune misure già presentate in consiglio, vedi l’esenzione della Tari per i nuovi negozi aperti nelle frazioni collinari. Dovrebbero poi tornare anche alcuni appuntamenti come la sfilata di moda a cura dei negozi d’abbigliamento e si rimpolperà il programma del Maggio Calolziese.

Il cartello sulla serranda del Panificio Stucchi in centro

 

“Il rapporto con i clienti in un negozio è diverso da quello di un centro commerciale – continua Cristina Valsecchi, lanciando un appello – dobbiamo cercare di venirci tutti incontro per far ripartire il nostro territorio, mi rivolgo anche ai proprietari degli immobili perché propongano cifre d’affitto più concrete”.