Nuova Lecco-Bergamo: una piscina al posto dello svincolo di Calolzio

Tempo di lettura: 3 minuti
I lavori
Lo svincolo di Calolziocorte abbandonato da anni

Un’odissea lunga 7 anni, ma la fine non si vede ancora

Lotto S. Gerolamo: nel 2013 la prima pietra ma i lavori… fanno acqua

CALOLZIOCORTE – Correva l’anno 2013, precisamente era il 12 gennaio, quando in pompa magna cominciavano i lavori del secondo lotto della nuova Lecco-Bergamo.

“E’ stata posata quest’oggi, alle 14.30, la prima pietra con la quale si è dato il via ai lavori del lotto San Gerolamo, il secondo della Lecco-Bergamo che collegherà il rione di Chiuso a via Sassi di Calolziocorte – scrivevamo allora in un articolo che continuava così -. Stando al cronoprogramma l’opera dovrebbe essere ultimata fra poco più di 3 anni e 8 mesi, per la precisione 1353 giorni”.

Ecco, dovrebbe, mai condizionale fu più profetico. A rileggere il pezzo oggi non si sa se ridere o piangere. Si sono succedute amministrazioni comunali, provinciali, regionali e Governi, sono stati istituiti tavoli, è stato nominato anche un commissario straordinario ma i risultati non si vedono.

Di acqua sotto i ponti ne è passata, o forse no, perché a giudicare dalle fotografie scattate questa mattina, martedì, anche l’acqua ha smesso di scorrere. Fatto sta che nel punto in cui la galleria che dal rione lecchese di Chiuso torna in superficie a Calolziocorte, nei pressi dell’incrocio tra via dei Sassi e viale De Gasperi, la strada assomiglia più a un canale navigabile.

Lecco-Bergamo, il rendering iniziale del progetto della nuova strada

“E’ normale una cosa del genere? – ci chiede un lettore -. Di acqua ce n’è sempre un po’ ma, sarà che negli ultimi giorni ha piovuto molto, non è mai stata così alta”. Al di là del bucolico scorcio con tanto di rane gracidanti, evidentemente c’è qualcosa che non funziona. L’opera in tutti questi anni è “avanzata” a fasi alterne, nel gennaio scorso, poco prima del lockdown, è stato siglato il decreto del Governo con cui la nuova Lecco-Bergamo è stata statalizzata.

La speranza è che proprio la statalizzazione possa rappresentare la vera svolta, così come si spera che le Olimpiadi Invernali 2026 possano fornire l’occasione per la conclusione di un’opera viabilistica fondamentale per tutto il territorio. E, se così non fosse, viste le condizioni attuali, si può sempre pensare di candidare Calolzio per ospitare i mondiali di nuoto…