“La riserva del lago di Sartirana non è un parco”. No a cani, gare sportive e fuochi artificiali

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Consiglio gestione lago di Sartirana

In consiglio di gestione ieri sera, giovedì, è prevalsa la linea della tutela dell’area naturale protetta

Ora il piano di gestione della riserva naturale del lago di Sartirana dovrà andare in consiglio per l’approvazione. Soddisfatto Robbiani

MERATE – Lago di Sartirana, si va verso una tutela maggiore della riserva naturale. Quindi niente accesso cani, no alle manifestazioni sportive e niente fuochi di artificio. E accesso libero solo nella zona a sud con divieto di percorrere il sentiero a nord nel periodo di riproduzione e nidificazione delle specie protette, dal 1° aprile al 15 giugno. Una linea di tutela dell’area protetta neppure tanto diversa da quella in vigore attualmente, ma che è stata percepita come un grande cambiamento (quanto meno di prospettiva) vista la volontà, ribadita in più occasioni, di far rispettare, anche con dissuasori fisici e cartelli espliciti, le regole di una riserva naturale istituita con legge regionale anni fa, ma considerata, nei fatti, alla stregua di un parco.

E’ tornato a riunirsi ieri, giovedì, in sala consiliare il consiglio di gestione della riserva naturale del lago di Sartirana dopo l’impasse di due settimane fa (qui l’articolo) quando, dopo l’analisi delle osservazioni giunte in Protocollo da parte dell’estensore del piano di gestione della riserva, la dottoressa Barbara Raimondi di Idrogea, si era registrato un irrigidimento delle posizioni tra i sostenitori della maggior tutela dell’ecosistema e i “paladini” di una maggior fruizione da parte dell’uomo dell’area verde. Nel mezzo le regole del piano di gestione che dovranno poi essere approvate dal consiglio comunale e dalla Regione per tracciare i binari su cui viaggerà il futuro del lago nei prossimi 10 anni.

In piedi Silvio Fumagalli della società Briantea

Pur nella diversità di vedute tra le diverse anime che lo compongono, dai pescatori a Legambiente, passando per il Parco del Curone, il consiglio di gestione ha sposato ieri sera la linea più cautelativa nei confronti della riserva, accettando di fatto gli accorgimenti previsti per tutelare gli elementi naturali nel delicato equilibrio con la fruizione dello spazio da parte dell’uomo.
“Non è stato un percorso facile, ma penso che ne usciamo tutti più ricchi e consapevoli del valore di quello che abbiamo” le parole del consigliere di Cambia Merate Alessandro Pozzi, pronto anche a incalzare chi, come il suo compagno di opposizione Roberto Perego o il consigliere di maggioranza Fabio Tamandi, proponeva di fatto l’accesso libero al lago per tutto l’anno: “Se spingete in questa direzione, dovreste avere anche il coraggio di indire un referendum per uscire dalla riserva. Cogliamo questa occasione per riappropriarci di questo spazio che non è né un giardino né un parco e apriamo a un nuovo modello di fruizione in cui coinvolgere anche volontari e guardie ecologiche per aumentare la consapevolezza dell’area protetta”.

Alessandro Pozzi e Roberto Perego. Dietro di loro (in senso antiorario), il consigliere Roberto Perego e Luigi Esposito del Parco del Curone

In un lungo e articolato dibattito, il consiglio di gestione ha di fatto espresso il proprio parere positivo circa lo stop all’accesso alla riserva, nei periodi nidificazione delle specie protette (la moretta tabaccata e il tarabusino, presenti anche attualmente nel lago di Sartirana come testimoniato dal Cros Varenna), all’area a nord, di maggior pregio, opportunamente delimitata con barriere e dissuasori mentre gli orari di accesso cambieranno in base al periodo invernale (8-17) ed estivo (7-21) facendo in modo che si possa entrare dall’alba al tramonto.

All’interno del cerchio tratteggiato in rosso, l’area in cui i fuochi verrebbero sospesi con un buffer a 1 km dalla riserva

Quanto ai fuochi il divieto verrà esteso a una fascia di rispetto la cui ampiezza dovrà essere ancora meglio definita: la dottoressa Barbara Raimondi aveva proposto un buffer di 1 chilometro, ma è molto probabilmente che verrà accorciato a 400 o 500 metri. Chi vorrà proporre uno spettacolo pirotecnico in questa fascia dovrà comunque effettuare una valutazione di incidenza, prima di ottenere dall’ente gestore l’autorizzazione.

Posta in capo sempre all’ente gestore (ora il Comune anche se è previsto il passaggio al Parco di Montevecchia) eventuali deroga alla sospensione della pasturazione da parte dei pescatori. Pur avendo appreso, grazie al contributo di Silvio Fumagalli della società Briantea che questa tecnica è utilizzata solo per la pesca della carpa, il consiglio di gestione ha preferito sospendere l’utilizzo di questa pratica che prevede il rilascio di sostanze organiche nel lago per evitare fenomeni che possano acuire il già noto fenomeno di atrofizzazione delle acque, reso plastico dall’ingente moria di pesci della scorsa estate.

“La nostra priorità è il risanamento delle acque – ha ribadito l’assessore all’Ambiente Andrea Robbiani, comunicando che il livello di salute del lago è già peggiorato nelle ultime settimane con l’innalzamento delle temperature, con valori di fosforo e azoto già risaliti oltre la soglia di attenzione. “Per questo dobbiamo andare avanti con i progetti di realizzazione del pozzo e di estrazione del sedimento” ha concluso Robbiani,
che ha pubblicamente ringraziato la dottoressa Raimondi per il lavoro svolto chiedendole indirettamente scusa per le critiche ricevute in settimana. “Io sono abituato agli attacchi, ma non voglio che venga svilito il lavoro svolto con professionalità e competenza” ha detto riferendosi alle parole contenute in una lettera (qui l’articolo) a firma dell’ex sindaco Andrea Massironi, promotore di una raccolta firme confluita poi in un’osservazione, di fatto cassata, al piano di gestione.

“Robbiani batte Massironi 3 a 0” il commento off records, pronunciato dallo stesso assessore e intercettato appena fuori da Palazzo Tettamanti, a conferma di come la partita, giocata tra ami, accessi, norme e regolamenti, avesse (e abbia ancora) un valore politico di non poco conto.