8 Marzo. Lettera aperta di “Femminile Presente!” alla Città di Lecco

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Al centro Irene Riva con il gruppo di Femminile Presente

LECCO – “L’Associazione Femminile Presente! aveva preso pubblicamente l’impegno di consegnare, in occasione dell’8 marzo, il lavatoio di Falghera alla Cittadinanza lecchese quale rinnovato luogo di aggregazione sociale.

Ancora una volta sarebbe stata la prova tangibile di quella cura alla quale la nostra associazione vuole indirizzare tutti i Cittadini lecchesi.

Il codice femminile della cura, come quello dell’appartenenza e della conservazione è scritto nel DNA del femminile, ma il nostro scopo associativo è quello di estenderlo il più possibile, in un contagio virtuoso, perché complementare, tra uomini e donne.
Purtroppo, per cause che non dipendono dalla volontà di nessuno degli Attori del progetto, l’opera sarà completata solo per la fine dell’anno scolastico.

Pensando a un diverso omaggio alla Città, abbiamo evocato una poesia che ci offre la speranza di una nuova primavera e ci richiama al valore femminile del fare.

Eccola.
Dai Canti di Castelvecchio
di Giovanni Pascoli
Oh! Valentino vestito di nuovo,
come le brocche dei biancospini!
Solo, ai piedini provati dal rovo
porti la pelle de’ tuoi piedini;
porti le scarpe che mamma ti fece,
che non mutasti mai da quel dì,
che non costarono un picciolo: in vece
costa il vestito che ti cucì.
Costa; ché mamma già tutto ci spese
quel tintinnante salvadanaio:
ora esso è vuoto; e cantò più d’un mese
per riempirlo, tutto il pollaio.
Pensa, a gennaio, che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!
e le galline cantavano, Un cocco!
ecco ecco un cocco un cocco per te!
Poi, le galline chiocciarono, e venne
marzo, e tu, magro contadinello,
restasti a mezzo, così con le penne,
ma nudi i piedi, come un uccello:
come l’uccello venuto dal mare,
che tra il ciliegio salta, e non sa
ch’oltre il beccare, il cantare, l’amare,
ci sia qualch’altra felicità.

Non sempre le buone intenzioni si accompagnano ai tempi del fare. È certo però che da sempre le donne ci provano. Sono solide, capaci, caparbie.

Ebbene, noi siamo al fianco di tutti coloro che vogliono cambiare questa società italiana che, nonostante le meravigliose leggi paritarie che ha saputo esprimere (soprattutto grazie all’ l’impegno di tante donne che ci hanno precedute), non sa applicarle e tradurle in atti coerenti, e relega ancora il mondo femminile ad un ruolo di sostanziale subalternità.
Ribadiamo di voler lavorare, anche con gli uomini di buona volontà, verso una vera democrazia compiuta, in cui la reciprocità tra i due generi, nella famiglia, sul lavoro e nella società possa esprimere tutte le possibili risorse di ciascuna persona, dando pari opportunità a ciascuna delle “due metà del cielo”, nella concretezza dell’azione quotidiana.
Osiamo pensare alla poesia del Pascoli come ad una metafora.

Chissà se alle scarpe del nostro contadinello, con lo stesso pragmatismo femminile e senza astruse strategie di potere, anche gli uomini vogliano alla fine concorrere…”

La Presidente
Irene Riva