Acquate. Suor Lucia Ripamonti Beata: “Venduta alla carità”

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Suor Lucia Ripamonti Beata
La delegazione della comunità di Acquate che ha partecipato assieme all'ex parroco don Carlo Gerosa alla cerimonia di beatificazione

Oggi la cerimonia a Brescia, domenica 31 ottobre la chiesa di Acquate accoglierà la sua reliquia

Alla celebrazione anche una delegazione della comunità acquatese con l’ex parroco con Carlo Gerosa e il sindaco Mauro Gattinoni

LECCO – Nella cattedrale di Brescia è stata celebrata la Messa di beatificazione di Suor Lucia Ripamonti, al secolo Maria, lecchese del rione di Acquate che ha speso la sua vita nel segno della carità e del servizio, donando tutta se stessa al Signore e al prossimo.

Il gruppo lecchese con il sindaco nella cattedrale di Brescia (foto Marco Ortogni)

Nata ad Acquate il 26 maggio 1909, in una famiglia di modeste condizioni. Lasciata la scuola, ha lavorato prima nella filanda Müller di Germanedo, poi in una fabbrica di lampadine alla periferia di Acquate. Ha trascorso interamente la sua vita consacrata, esercitata mediante tanti umili servizi, nella casa madre dell’Istituto delle Ancelle della Carità a Brescia, dove oggi sono venerate le sue spoglie. Le sue ultime parole, prima della morte avvenuta il 4 luglio del 1954, sono state: “Ho sempre tenuto gli occhi fissi in Dio!”.

Suor Lucia Ripamonti Beata

La religiosa lecchese è stata elevata degli altari a Brescia nella Messa presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, che ha detto: “Visse nel silenzio e nella semplicità evangelica trovando in tutto, anche nei rimproveri e nelle correzioni, un mezzo per umiliarsi e progredire nella santità”.

Suor Lucia Ripamonti Beata

Alla Santa Messa di questa mattina, sabato 23 ottobre, ha partecipato anche una delegazione della Comunità pastorale di Acquate, Olate e Bonacina, guidata dall’ex parroco don Carlo Gerosa, presente anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni. Domenica 31 ottobre, alla Messa delle 10 nella chiesa di san Giorgio ad Acquate, dove la novella Beata venne battezzata nel 1909, il 30 maggio (giorno in cui ricorre la sua memoria liturgica), verrà poi accolta una sua reliquia ex corpore, precisamente l’osso ioide. L’artistico reliquiario, progettato dall’architetto Graziano Ferriani, rappresenta plasticamente il legame con la terra da cui suor Lucia è partita per diventare una donna “venduta”, ossia donata alla carità, come insegnava la sua santa fondatrice.

LA VITA DI SUOR LUCIA RIPAMONTI