Airoldi e Muzzi: primi segnali positivi post emergenza covid, accolti 13 nuovi ospiti

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Da maggio oltre 200 visite di familiari in uno spazio dedicato

Accolti 13 nuovi ospiti, avviata la procedura per altri 12

LECCO – Progressivamente si moltiplicano i segnali positivi di una ripresa post covid agli Istituti Airoldi e Muzzi Onlus di Lecco. Ciò grazie anche a una situazione sanitaria assolutamente sotto controllo e al mantenimento di rigorose procedure per la sicurezza del personale e degli ospiti.

In particolare, positivi sono i dati emersi dall’attività di screening con test sierologico e tampone naso-faringeo per il monitoraggio delle condizioni di tutti gli ospiti presenti (solo due ospiti ancora positivi al tampone) e del personale (nessuna positività al tampone per quanti sono stati assenti).

L’accoglienza dei nuovi ospiti

Per poter iniziare ad accogliere nuovi ospiti (a fronte di 70 posti liberi) in ottemperanza a quanto richiesta dalla DGR della Regione Lombardia, il 23 giugno scorso gli Istituti hanno trasmesso ad Ats Brianza il Piano organizzativo-gestionale per l’emergenza Covid-19, che contiene in modo dettagliato tutte le procedure, i protocolli e le istruzioni operative per la gestione e contenimento della diffusione del SARS-CoV-2 e della patologia correlata (Covid-19).

In particolare è stato individuato e allestito un apposito reparto di prima accoglienza dei nuovi ospiti e identificata l’equipe di cura, stabile e dedicata, in modo da evitare una promiscuità con gli altri nuclei abitativi e ridurre i rischi associati a un possibile contagio. A partire da mercoledì 24 giugno ha avuto inizio così l’accoglienza dei primi ospiti provenienti dall’ospedale e quindi già in possesso di esito negativo ai test covid-19. Fino a  oggi sono entrate 13 persone provenienti da ospedali e case di cura del territorio.

Parallelamente è stata avviata la procedura per l’accoglienza degli ospiti dal domicilio, che prevede uno screening iniziale composto da: triage infermieristico (per escludere la presenza di sintomi simil-covid19), test sierologico e tampone naso-faringeo, seguito da un periodo di isolamento domiciliare di 14 giorni. Al termine vengono ripetuti tampone e test sierologico: se entrambi negativi si procede all’ingresso. Il monitoraggio è già stato avviato per 12 potenziali ospiti.

In parallelo agli ingressi e alla creazione del reparto di prima accoglienza, si è provveduto a introdurre l’uso della Cartella Clinica Informatizzata, sperimentando un applicativo per la compilazione delle parti anamnestiche, della valutazione multidimensionale (e relative scale), delle schede di medicazione, della prescrizione e controllo delle contenzioni, e delle diarie.

Visite familiari

Proprio la situazione sufficientemente tranquilla degli Istituti, ha spinto i vertici degli Airoldi e Muzzi a ritenere che, pur in presenza di disposizioni poste dalla Regione rispetto agli accessi dei familiari ancora molto restrittive e motivate da una situazione non del tutto completamente risolta, il periodo di lontananza dai familiari non potesse protrarsi oltre, con il rischio di compromettere l’equilibrio psicologico degli ospiti.

Proprio per questo è stato creato uno spazio in cui favorire un primo incontro tra familiari e ospiti, previa autorizzazione del Direttore Sanitario su indicazione dei coordinatori infermieristici e del Medico di Residenza secondo criteri di priorità che tengano conto delle caratteristiche dell’ospite.

Ad oggi sono più di 200 gli incontri con i familiari effettuati a partire dalla fine di maggio. Gli incontri avvengono in uno spazio dedicato esterno alle Residenze, alla presenza di un operatore per garantire uno scambio relazionale con l’ospite prima e dopo l’incontro e monitorare e gestire gli aspetti emotivi che possono emergere durante l’incontro stesso. Questa soluzione purtroppo non può essere utilizzata da tutti gli ospiti, alcuni dei quali presentano problematiche che necessiterebbero di un contatto diverso (presenza di deficit sensoriali, gravi deficit cognitivi, allettamento…).

“Crediamo comunque importante – sottolinea il presidente Giuseppe Canali – che almeno un primo passo verso la ripresa delle relazioni sia stato compiuto. Nei prossimi giorni, permanendo tuttora l’impossibilità a un accesso libero alla struttura, cercheremo di compiere passi ulteriori che permettano anche un contatto fisico, seppure protetto. Per fortuna gli esami sierologici che abbiamo da poco completato sugli ospiti ci testimoniano che molti degli anziani che ci sono stati affidati non sono mai venuti in contatto con il coronavirus: se questo però avalla la bontà delle strategie di contenimento adottate finora, dall’altra parte ci deve invitare a mantenere alta la guardia delle misure preventive, dal momento che tali ospiti potenzialmente presentano una suscettibilità maggiore in caso di nuova ondata pandemica”.

L’incontro con i familiari per molti ospiti si sta rivelando molto positivo soprattutto per una ripresa di una vita più attiva e più serena.

Uscite nel parco e progetto “Distanti ma non soli”

Nel frattempo continuano le uscite degli ospiti nel parco accompagnati dagli educatori e dai fisioterapisti: anche questa è una attività molto apprezzata soprattutto perché consente di svolgere all’aria aperta semplici ed efficaci esercizi riabilitativi. Estremamente importante anche l’attività educativa promossa dal Servizio Educativo degli Istituti in collaborazione con docenti e studenti dell‘IIS Bertacchi attraverso il progetto “Distanti, ma non soli”, proseguito e ampliato ulteriormente con il titolo “Nonni a distanza”.

“Gli Ospiti degli Istituti hanno potuto, in questo periodo così difficile da vivere e forse anche solo da raccontare, godere di uno spiraglio di normalità accogliendo le immagini e i pensieri delle allieve e degli allievi impegnati ad aiutarci ad uscire con la fantasia da spazi emozionali che diventano ogni giorno più stretti – sottolinea la vicepresidente Rosaria Bonacina -. Gli ospiti hanno accolto il compito di rispondere e trasmettere la loro esperienza e i loro consigli inviando piccoli pensieri, alcuni commenti audio con il supporto degli educatori. In un momento in cui le famiglie sono ‘fisicamente’ mancate, la possibilità di sentire vicini tanti ragazzi che si sono impegnati con i loro elaborati, ha portato una ventata di fiducia e, perché no, di distrazione”.