Lo spazio espositivo è stato inaugurato mercoledì
“Un percorso didattico che abbraccia la storia delle osservazioni del cielo con uno sguardo attento su quello che sarà il futuro”
LECCO – Il Civico Planetario di Lecco, parte integrante del Sistema Museale Lecchese, si arricchisce di uno spazio espositivo che completa la sua offerta didattica e divulgativa, una nuova sala per esplorare l’Universo. La sala nasce nel 20° anno di gestione della struttura da parte del Gruppo Astrofili Deep Space, per una convenzione che nel dicembre 2024 è stata rinnovata per ulteriori 10 anni.
In occasione della sua presentazione, mercoledì pomeriggio, la sala espositiva sarà aperta al pubblico con visite guidate sabato 10 maggio alle 15 e alle 16 e domenica 11 maggio alle 15 e alle 17 (alle 16 si terrà il consueto spettacolo sotto la cupola del Planetario). In queste due occasioni la visita della nuova saletta espositiva sarà gratuita con prenotazione obbligatoria sul sito www.deepspace.it. Successivamente la visita guidata si terrà ogni domenica alle 17, subito dopo la proiezione in cupola delle 16.
La nuova sala propone un percorso che approfondisce lo studio dello spazio dalla Terra e lo studio in situ con le sonde spaziali. E per entrambi, c’è sia una parte storica, sia una sul presente e il futuro delle stesse.
Per quanto riguarda l’esplorazione spaziale, due angoli speciali sono riservati a Marte e agli asteroidi, con i modelli del rover Spirit, sbarcato su Marte nel 2004, e della sonda giapponese Hayabusa, atterrata sull’asteroide Itokawa nel 2005. Risalta, inoltre, anche il modellino in scala 1:36 del razzo Saturno V che portò gli uomini sulla Luna.
Nella sezione dedicata ai telescopi si parte da quelli d’epoca, per raccontare l’avventura che da Galileo ci ha portato agli strumenti di oggi, non solo sempre più potenti, ma anche e soprattutto in grado di osservare radiazioni elettromagnetiche invisibili ai nostri occhi, dalle onde radio ai raggi gamma. E proprio sui raggi gamma, a spiccare visivamente è una imponente struttura metallica con sei specchi esagonali del progetto Astri dell’Inaf, un array di telescopi di altissima tecnologia per l’osservazione dei lampi Cherenkov nell’atmosfera, una delle sfide di frontiera dell’astrofisica e che vede protagonista il nostro Paese. Presenti anche gli specchi a raggi X dei telescopi spaziali XMM-Newton e Beppo-SAX costruiti dalla Media Lario s.r.l. di Bosisio Parini, che valorizzano le risorse e l’ingegno del nostro territorio.
Lo sfondo dell’intero percorso presenta, infine, fotografie spettacolari, come quella dei Pilastri della Creazione ripresi dal telescopio spaziale James Webb, mentre l’intero allestimento è stato resto possibile, oltre che all’impegno dei volontari del Gruppo astrofili Deep Space, anche grazie al contributo delle aziende Monteco Srl, Airoldi Metalli Spa e Media Lario Srl.
“Proprio a vent’anni dall’inizio dell’operatività del Planetario Civico di Lecco, lo scorso dicembre è stata rinnovata per ulteriori 10 anni la convenzione con l’associazione Deep Space che gestisce questo spazio per conto del Comune di Lecco e del Simul. Offriamo alla città, con questa iniziativa un nuovo spazio espositivo, una nuova sala che amplia non solo il percorso di visita, ma anche le opportunità di promuovere e realizzare laboratori a beneficio delle scuole – ha detto Simona Piazza, assessore alla Cultura del Comune di Lecco – Un grazie va all’associazione Gruppo Astrofili Deep Space, che nel corso degli anni è cresciuta e ha intensificato la sua attività, per la stretta connessione e collaborazione con l’Amministrazione comunale e con il Sistema Museale Urbano Lecchese”.
Laura Proserpio, Direttore Scientifico del Planetario, ha aggiunto: “L’allestimento del nuovo spazio espositivo è stato un momento significativo di collaborazione tra i volontari del Gruppo Deep Space: ognuno ha portato le proprie competenze scientifiche, grafiche, ingegneristiche, costruttive, comunicative e insieme abbiamo cercato di approntare un percorso didattico che abbraccia la storia delle osservazioni del cielo con uno sguardo attento su quello che sarà il futuro. Non è stato facile sintetizzare l’universo in una sola sala, ma siamo molto soddisfatti del risultato e speriamo che il pubblico lo sia altrettanto. Ogni strumento esposto ha una storia da raccontare ed è difficile ora riassumere tutto in poche parole: invito il pubblico a venire a trovarci per scoprirle insieme”.