In circa il 20% dei casi, sono emerse irregolarità
Il direttore del SIAN, Marcello Tirani, avverte che la dicitura “può contenere tracce di…” deve essere usata con cautela, non come una scusa per eludere le responsabilità
LECCO – La Struttura Igiene Alimenti e Nutrizione (SIAN) di ATS Brianza ha intensificato i controlli presso bar, ristoranti e altre attività di somministrazione alimenti, mettendo al centro la sicurezza dei consumatori, in particolare per coloro che sono più vulnerabili agli allergeni. La gestione corretta delle informazioni sugli allergeni non è solo una questione normativa, ma una misura fondamentale per tutelare la salute pubblica, come evidenziato dai recenti casi di cronaca che hanno visto decessi legati a reazioni allergiche, anche dopo aver consumato semplici alimenti.
Dal 1° gennaio 2025, ATS Brianza ha eseguito ben 658 controlli ufficiali, 518 dei quali hanno riguardato la verifica dell’informazione sugli allergeni fornita ai clienti. In circa il 20% dei casi, sono emerse irregolarità, spesso dovute a una gestione inadeguata o a una comunicazione poco chiara riguardo agli allergeni presenti negli alimenti.
Le principali criticità riscontrate durante i controlli riguardano la mancanza di informazioni sugli allergeni nei menu o nei registri informativi, l’errata segnalazione di ingredienti non allergenici come basilico, limone o olive e la presenza di personale non adeguatamente formato sulle procedure di sicurezza alimentare. Inoltre, sono stati segnalati altri aspetti migliorabili, tra cui la potenziale contaminazione crociata, una non ottimale organizzazione degli spazi e dei flussi, superfici sporche e l’utilizzo di alimenti scaduti o conservati in modo non conforme.
Secondo la normativa europea, il Regolamento (UE) 1169/2011 impone l’obbligo di indicare chiaramente la presenza di allergeni in tutti gli alimenti, sia quelli acquistati nei supermercati che quelli forniti dai ristoratori. La Comunicazione della Commissione Europea del 13 luglio 2017 sottolinea che le informazioni sugli allergeni devono essere specifiche (ad esempio, “farina di grano” e non solo “glutine”) e ben visibili, tramite menu, cartelli o registri, sempre aggiornate in base agli ingredienti effettivamente utilizzati.
Marcello Tirani, direttore del SIAN, ha commentato l’importanza della scritta “può contenere tracce di…” che appare su alcune etichette. “Questa indicazione serve ad avvisare i consumatori allergici che, nonostante tutte le precauzioni prese, potrebbero esserci tracce accidentali di allergeni nel prodotto”, ha spiegato. Tuttavia, ha precisato che tale scritta non deve essere usata come una semplice protezione per le aziende, ma solo quando vi è una vera valutazione del rischio, basata su analisi e procedure di controllo igienico rigorose.
I controlli da parte del SIAN non si limitano all’orario diurno, ma proseguono anche la sera, la notte e nei fine settimana, spesso in collaborazione con le forze dell’ordine. L’obiettivo di questi sopralluoghi non è solo quello di individuare eventuali criticità, ma soprattutto quello di correggerle tempestivamente, responsabilizzando gli operatori del settore e prevenendo rischi per la salute dei consumatori, in particolare malattie legate agli alimenti.
Informazione chiara, ambienti puliti e sicuri, applicazione rigorosa delle procedure HACCP e una formazione adeguata per il personale sono gli strumenti necessari per garantire la sicurezza alimentare, un impegno che coinvolge tutta la comunità e che deve partire dalla conoscenza e dall’attenzione quotidiana di tutti gli operatori del settore.