Anche a Lecco la pillola anti-Covid, ancora non somministrata

Tempo di lettura: 2 minuti
La dottoressa Stefania Piconi alla guida del reparto di Malattie Infettive

Arrivate in ospedale le pillole antivirali contro il Covid ma finora nessuna somministrazione

Il primario: “Omicron è dominante può portare in terapia intensiva i non vaccinati”

LECCO – Sono nelle disponibilità anche dei medici dell’ospedale Manzoni le cosiddette pillole anti-Covid, ovvero il Molnupiravir, un antivirale contro il nuovo Coronavirus che si assume per via orale e che serve ad evitare le conseguenze più gravi della malattia.

“Abbiamo in dotazione una cinquantina di trattamenti  – fa sapere la dott.ssa Stefania Piconi, primario del reparto di Malattie Infettive – ma non l’abbiamo ancora prescritti e continuiamo ad utilizzare il Remdesivir che si somministra in vena, di cui abbiamo grande esperienza e che ha dimostrato forte efficacia”.

La differenza tra i due antivirali è che “il Remdesivir – spiega la dott.ssa Piconi – è un inibitore, il Molnupiravir sconfigge il virus inducendogli delle alterazioni. Il meccanismo è differente e si tratta di una terapia che non può essere somministrata a tutti ma solo a pazienti che hanno contratto il virus da non oltre cinque giorni e che abbiano dei fattori di rischio”.

Nel frattempo le terapie si sono evolute e per molti pazienti l’ospedale riesce a garantire trattamenti in day hospital e cure domiciliari per i malati non gravi.

Il primario ha confermato che anche a Lecco la variante Omicron è ormai prevalente: “In Lombardia rappresenta l’88% dei casi. I nostri pazienti che necessitano di monoclonale, che abbiamo sequenziato, hanno tutti contratto la variante Omicron che per ai non vaccinati può comportare le stesse gravi conseguenze già viste con il virus di Wuhan, compresa la terapia intensiva”.