Anpi Lecco: ‘on line’ 2 mila schede personali dei partigiani lecchesi

Tempo di lettura: 2 minuti
25 aprile Anpi

Digitalizzate le schede personali di 2 mila partigiani della provincia di Lecco

Un archivio consultabile da tutti gli interessati, on line dal 25 aprile

LECCO – La Festa della Liberazione quest’anno sarà celebrata con un’iniziativa importante dall’Anpi di Lecco: lunedì, in occasione della ricorrenza, saranno messe on line le 2105 “Schede personali del Partigiano” raccolte nel 1945 dall’Ufficio Patrioti dell’AMG e conservate in tutti questi anni dall’associazione.

Si tratta di un’iniziativa che vede collaborare l’Anpi di Lecco con l’Istituto Perretta di Como che ha recentemente realizzato un progetto analogo con l’Anpi di Como. Sul sito dell’istituto (vedi link) sono già consultabili le schede dei partigiani comaschi, sarà lo stesso per quelli lecchesi a partire da lunedì.

“Il lavoro di scansione di queste schede era stato già realizzato da diverso tempo ma, per questioni legate alla normativa sulla privacy, non potevano essere diffuso ed erano consultabili solo recandosi presso la nostra sede. Ora invece è possibile renderle fruibili a tutti direttamente su internet” spiega Enrico Avagnina, presidente dell’Anpi di Lecco.

Enrico Avagnina

Chiunque potrà dunque consultare questo archivio “sia per ragioni di studio – spiega Avagnina – che per semplice curiosità sulla propria storia familiare: molte persone negli anni ci hanno infatti chiesto di poter verificare se uno dei loro avi fosse stato nella Resistenza. Basterà digitare il nome della persona per trovare nell’archivio le informazioni”.

Un progetto importante, dunque, per festeggiare un 25 Aprile che per l’Anpi ha un sapore più ‘amaro’ quest’anno a causa delle polemiche che hanno investito l’associazione a livello nazionale. La questione riguarda le posizioni espresse dall’Anpi in merito alla guerra in Ucraina.

“Siamo stupiti di questi attacchi, addirittura insulti, ci hanno lasciato un po’ esterrefatti – spiega Avagnina – L’Anpi si è espresso contro la guerra e crede che l’invio delle armi non possa essere l’unica soluzione. Bisogna affrontare strade diverse, anche più difficili, come quella delle sanzioni, della mediazione e della diplomazia. Ci preoccupa questo deficit di democrazia dove non vengono accettate posizioni diverse da quella predominante. L’Anpi è sempre stata un punto di incontro e discussione aperta tra le anime della sinistra, dell’area democratica. Come in passato, temiamo che questi attacchi si tratti dovuti a spinte esterne contro l’associazione”.