‘Belli dentro’. La Casa Circondariale di Lecco ‘rinasce’ grazie alla comunità

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Una ‘nuova vita’ per la Casa Circondariale di Lecco: palestra, orti e murales per il benessere dei detenuti

“Un progetto virtuoso del nostro territorio che ha voluto aprire le porte di questo luogo, contribuendo a rigenerarlo e a renderlo a sua volta comunità”

LECCO – Una rete tra associazioni di volontariato, istituti scolastici, professionisti ed altri entri del Terzo Settore e del profit con il duplice obiettivo di riqualificare i luoghi di vita all’interno della Casa Circondariale di Lecco e promuovere percorsi di socializzazione e benessere psico-fisico per le persone detenute. E’ il progetto ‘Belli dentro’, finanziato dal fondo “Aiutiamoci” della Fondazione Comunitaria del Lecchese con il contributo della BCC della Valsassina, del Rotary Club Lecco, del Panathlon Club Lecco e della Fondazione Enrico Scola, coordinato dal Centro di Servizio per il Volontariato Monza Lecco Sondrio (CSV).

Il progetto, avviato lo scorso anno, ha portato alla realizzazione, all’interno della Casa Circondariale di Pescarenico, di una ‘palestra diffusa’ utilizzabile dai detenuti e alla sistemazione di un’area esterna destinata agli agenti di Polizia Penitenziaria e agli incontri con i famigliari delle persone detenute, attrezzata anche con cinque vasche per l’orto in cassetta. Il cortile è stato poi abbellito con dei murales, realizzati in collaborazione con gli studenti del Liceo Artistico Medardo Rossi e con l’artista Afran, già autore del dipinto raffigurante Alessandro Manzoni e Lecco sullo sfondo nel cortile utilizzato per l’ora d’aria.

Questa mattina, martedì, i protagonisti del progetto hanno presentato il lavoro portato avanti, sottolineando l’importanza della rete che si è venuta a creare. La direttrice della Casa Circondariale di Lecco, Luisa Mattina, ha ringraziato tutti i soggetti coinvolti nell’iniziativa, parlando di una comunità vicina e presente.

Roberto Butta, performance coach, ha illustrato i lavori che hanno portato, all’interno della Casa Circondariale, alla creazione di tre piccole palestre per svolgere attività fisica, dotate di un attrezzo multiuso, di una panca e di una bici per fare spinning. Prima di questa ‘rivoluzione’, i detenuti avevano improvvisato dei bilancieri realizzati con manici di scopa e bottiglie riempite di acqua e sale: “L’attività fisica è diversa dal fitness – ha spiegato – essa non è infatti rivolta al raggiungimento di un risultato sportivo ma al miglioramento della persona, attraverso l’esercizio fisico cioè ci si migliora. Era una necessità espressa da diversi detenuti e siamo felici di essere riusciti a realizzarla”.

L’architetto Enrica Quinto ha invece spiegato il percorso di riqualifica dello spazio esterno, compreso tra l’edificio e il muro di cinta della Casa Circondariale: un ‘non luogo’ al quale è stata data una ‘seconda vita’, grazie alla sensibilità della direzione della struttura e degli enti coinvolti nel progetto. “Sui muri abbiamo deciso di ricreare le montagne che non si vedono ma che circondano questo luogo – ha spiegato l’architetto Quinto – quindi su idea di Afran e degli studenti del Medardo Rosso sono state realizzate delle finestre che sono state dipinte con soggetti che richiamano il senso di libertà”.

Completano la riqualifica un’area relax con tavoli e panche pensata per gli agenti di Polizia Penitenziaria e un’altra zona pensata per favorire gli incontri con le famiglie e i bambini dei detenuti, impreziosita da alcuni giochi, e le vasche per l’orto in cassetta dove i detenuti hanno piantato alcune verdure ed erbe aromatiche che verranno poi raccolte ed utilizzate in cucina.

Un progetto importante e significativo, come ribadito da Lucio Farina, direttore del Centro di Servizio per il Volontariato e Garante dei diritti delle persone private della libertà personale: “Quando sono diventato Garante, oramai 4 anni fa, ho subito constatato che in questa struttura mancavano spazi per fare attività e per trascorrere il tempo in maniera riflessiva. Oggi la popolazione di questa Casa Circondariale si attesta intorno agli 80 soggetti, negli ultimi anni è drasticamente diminuita l’età degli ingressi, con molti giovani 20enni che hanno ovviamente esigenze diverse. Il progetto ‘Belli dentro’ ha fatto una cosa straordinaria, creando connessioni tra la comunità che vive fuori dalla Casa Circondariale e la comunità che vive dentro, tenendo ben presente che i diritti non sono bisogni ma occasione di usufruire di qualcosa. Grazie ancora per questa sensibilità, non scontata”.

“Il mondo delle carceri – ha detto Maria Grazia Nasatti, presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese – è un mondo troppo spesso volutamente evitato e nascosto ma ricco di speranza. Credo che questo sia un progetto virtuoso del nostro territorio che ha voluto aprire le porte di questo luogo, contribuendo a rigenerarlo e a renderlo a sua volta comunità”. Un concetto ripreso anche dal sindaco di Lecco Mauro Gattinoni: “Prendersi cura dei luoghi vuol dire prendersi cura delle persone – ha detto – ringrazio vivamente la direttrice Luisa Mattina per la sensibilità e il coraggio di questa scelta e di questa collaborazione, volta a migliorare le condizioni di chi vive questo luogo, che ricordiamo è un luogo di passaggio. I ponti creati dai volontari sono preziosi: noi vi aspettiamo fuori – ha detto rivolgendosi ad alcuni dei detenuti presenti al momento – la nostra comunità non può permettersi di perdere nessuno”. A tutti i partner dell’iniziativa sono poi state consegnate delle targhe di riconoscimento.

La mattinata si è conclusa con la visita dell’area verde rigenerata e un rinfresco preparato e offerto dagli studenti dell’Enaip.