Bielorussia. Da Lecco, l’appello di Yuliya: “Esistiamo e chiediamo la vostra solidarietà”

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Lacrime e rabbia in Bielorussia. Fonte: Vadim Zamirovskij, www.tut.by

Violenta repressione in Bielorussia. Ci scrive Yuliya Maroz, lecchese d’adozione

“Diritti umani violati, la comunità internazionale sia vicina al nostro popolo”

LECCO – E’ un momento difficile, cruciale, per la Bielorussia: dopo le ultime elezioni, che hanno confermato ancora una volta il presidente Lukashenko, e i gravi sospetti di brogli sono scoppiate le proteste e una dura repressione dei manifestanti, arresti e morti.

Una situazione vissuta con grande apprensione anche a Lecco dai cittadini bielorussi che vivono nella nostra città e che guardano con sgomento le immagini delle violenze, leggendo con preoccupazione le notizie che si rincorrono. Tra loro c’è Yuliya Maroz che a Lecco risiede da anni, sposandosi e facendo famiglia.

Dalla Bielorussia le giungono i racconti di parenti e conoscenti, storie che riflettono un clima di forte turbamento per gli ultimi accadimenti ma anche di speranza per un cambiamento nel segno della democrazia atteso e chiesto a gran voce. La necessità del popolo bielorusso è anche quella di far conoscere all’opinione pubblica internazionale cosa sta succedendo nel Paese.

Ecco quindi la lettera di Yuliya che ci offre un racconto di queste ultime settimane:

“Qualcuno la confonde con la Russia, qualcuno forse non ne ha mai sentito parlare. Ma esiste. E’ situata nel centro dell’Europa, non politicamente, ma geograficamente. E il suo nome è Belarus (Bielorussia).

In questi giorni noi bielorussi, stiamo gridando a tutti la nostra situazione, perchè quello che sta accadendo oggi nella nostra nazione non ha niente a che vedere con la democrazia e i diritti umani.

Il 9 agosto 2020, si sono svolte le elezioni presidenziali in Bielorussia. L’attuale presidente Alexander Lukashenko, secondo i risultati governativi ufficiali, ha vinto. Questo è il suo 6° mandato (è al potere dal 1994, cioè da 26 anni). Ha ottenuto il diritto di essere rieletto a oltranza quando ha cambiato le norme costituzionali con un referendum dalla trasparenza molto dubbia.

La sua principale opponente è Svetlana Tikhanovskaya. Fino a pochi mesi fa non aveva niente a che vedere con il mondo politico. Era una casalinga. Ma quando suo marito è stato arrestato per motivi politici, (cosa che gli ha impedito di concorrere alla presidenza), lei ha deciso di candidarsi al suo posto. Si sono unite a lei altre due donne, in rappresentanza di altri due candidati che non hanno potuto concorrere perchè in carcere o in esilio forzato.

Svetlana Tikhanovskaya, in centro, con le due altre sostenitrici che si sono unite a lei, ognuna mostrando il simbolo della propria campagna. Fonte: Dmitrij Brushko, www.tut.by

Svetlana ha velocemente ottenuto popolarità e consenso dei bielorussi. Gli exit polls indipendenti dicono che abbia ottenuto più del 70% dei voti, mentre il presidente in carica ha avuto solo il 13%. Il team della Tikhanoskaya si è quindi rifiutato di accettare i risultati ufficiali.

Domenica sera migliaia di cittadini di Minsk e di altre città sono usciti per esprimere il loro disappunto. Le manifestazioni pacifiche si sono trasformate in scontri con la polizia che ha disperso la folla con la forza.

Gli scontri con la polizia. Fonte: Dmitrij Brushko, www.tut.by

Lunedì Svetlana si è recata col suo avvocato al comitato centrale elettorale per presentare un reclamo ufficiale. Dopo essere entrata, è stata separata dal suo avvocato e se ne sono perse le tracce fino al giorno successivo, quando è stato annunciato che Svetlana Thikanovskaya ha lasciato il paese. Il suo team sostiene che sia stata minacciata (ha il marito in carcere e due figli piccoli).

Per tre giorni internet in Bielorussia è stato bloccato, la gente non poteva usare servizi di messaggistica e ricevere le notizie da fonti indipendenti, ma le proteste sono continuate per tutto il tempo. L’11 agosto si sono registrati gli arresti di vari giornalisti. Le forze speciali hanno strappato i badge dal collo dei giornalisti e hanno sequestrato le loro foto.

Il 4° giorno (mercoledì 12 agosto) donne in abiti bianchi, impugnando fiori, hanno organizzato una manifestazione pacifica nel centro della capitale, facendo appello alle forze speciali per fermare la violenza. Il giorno successivo migliaia di donne hanno seguito l’esempio e sono uscite nelle loro città per sostenere questa manifestazione degli“abiti bianchi”.

Donne in abiti bianchi contro la violenza. Fonte: Olga Shukaylo. www.tut.by

Il 5° giorno di disaccordo ha coinvolto i lavoratori delle fabbriche governative e delle istituzioni, in diverse delle quali sono stati organizzati scioperi o proteste. Il fatto che i dipendenti di fabbriche e istituzioni statali sotto un regime di fatto totalitario, scioperino contro il governo è un esempio inedito e straordinario per la Bielorussia.

La gente ha formato catene lungo le strade, dimostrando e sostenendo le loro richieste in modo pacifico. Le manifestazioni hanno coinvolto ferrovieri, informatici, cantanti, musicisti della filarmonica nazionale, impiegati dei musei e anche diversi medici, i quali si sono detti scioccati delle ferite riportate dai manifestanti dopo le proteste.

Dal 9 agosto, 6.700 persone sono state arrestate e 2 sono morte. Spesso ci vogliono giorni per sapere in quale carcere, in quale città e con quale accusa i propri familiari sono detenuti.

La nostra comunità è molto preoccupata perchè le persone arrestate riferiscono di torture, violenze e trattamenti disumani. Celle da 4 persone ne hanno ospitati 16 o più, nelle quali le persone dormono sedute in quattro su una panca e gli altri sul pavimento freddo. In alcune celle addirittura le persone sono dovute restare in piedi tutto il tempo perchè non c’era posto neppure per sedersi. Le persone rilasciate hanno mostrato i segni delle percosse sulla loro pelle. Una donna, rilasciata, non ha potuto fermare le lacrime nel ricordare i dettagli della sua reclusione: è stata minacciata di stupro. Testimoni dicono di aver sentito nella notte le urla e i lamenti dei prigionieri che venivano picchiati.

Nella mia città un testimone ha riportato che le persone arrestate la sera hanno passato tutta la notte nel cortile della polizia sdraiati a faccia in giù, senza permesso di alzarsi e di andare in bagno. Solo la mattina sono stati messi in cella. Le persone incarcerate subiscono traumi anche psicologici.

Dozzine di persone sono ancora disperse. I parenti non ne hanno notizie da giorni. La società civile è preoccupata che possano essere torturati e morire. Queste notizie ci fanno scoppiare in lacrime, è un crimine contro la popolazione.

Le persone possono trascorrere giorni vicino ai centri di isolamento cercando di scoprire dove sono detenuti i propri familiari. Fonte: Vadim Zamirovskij, www.tut.by

Ma tutta questa violenza e repressione sta unendo le persone, le rende più coraggiose, forti e consapevoli. Dicono che i bielorussi siano un popolo paziente e tollerante. Ma quest’anno la nostra pazienza si è esaurita. Chi prima aveva paura, paura di perdere il proprio lavoro, paura di essere incarcerato, paura di esprimere la propria opinione, oggi si sta unendo, manifestando, sostenendo reciprocamente, organizzando scioperi. Cittadini che non votavano da anni si sono recati alle urne.

Erano 26 anni che nulla di tutto ciò accadeva con questa forza e su così larga scala. Le persone rilasciate e i manifestanti si uniscono si aiutano a vicenda, tutti uniti contro questa repressione.

Centinaia di manifestazioni sono continuate in tutto il paese in tutti questi giorni. Sabato 16 agosto si è svolta una imponente marcia nella capitale, Minsk. Più di 200.000 persone (forse anche 500.000 persone) si sono riunite pacificamente. Si tratta della più grande manifestazione della storia della bielorussia indipendente.

L’imponente marcia in Minsk il 16 agosto. Le persone si riuniscono. Fonte: Vadim Zamirovskij, www.tut.by

Durante tutti questi giorni vi è stata anche una manifestazione a favore di Lukashenko, nella quale diverse persone da varie regioni sono state trasportate con autobus del governo. Alcuni di loro hanno ammesso di essere stati obbligati a partecipare, sotto minaccia di licenziamento.

Due delle principali compagnie statali (BELARUSKALIJ e NAFTAN) hanno annunciato che si uniranno allo sciopero nazionale oggi (lunedì 17 agosto).

I lavoratori della fabbrica estrattiva statale Belaruskalij in sciopero, oggi lunedì 17 agosto. Non vogliono che il loro lavoro finanzi i proiettili delle forze speciali. Fonte: Dmitrij Brushko, www.Tut.by

Le principali richieste dei manifestanti sono lo svolgimento di nuove elezioni trasparenti, la liberazione dei prigionieri politici, la cessazione delle violenze e il rilascio delle presone detenute illegalmente.

Siamo sulla strada del cambiamento e per questi motivi sollecitiamo la solidarietà della comunità internazionale con il popolo bielorusso nella difesa dei diritti umani”.

Yuliya Maroz