Caccia. Il Tar Lombardia sospende la riapertura dei roccoli

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Il WWF Lecco felice per il risultato raggiunto

“Una vittoria contro la caccia selvaggia in Lombardia”

LECCO – Il presidente della quarta sezione del TAR Lombardia ha sospeso la delibera emanata dalla Regione a fine luglio per la riapertura dei roccoli e la cattura di 12.700 uccelli da regalare ai cacciatori per essere poi utilizzati come richiami.

Il ricorso contro Regione Lombardia è stato presentato dalle principali associazioni (LAC LAV ENPA LIPU WWF) patrocinate dallo studio dell’avvocato Claudio Linzola.

“Ancora una vittoria contro la caccia selvaggia in Lombardia” ha commentato il WWF di Lecco.

I roccoli

“I roccoli sono strutture per la caccia agli uccelli che utilizzano tradizionalmente esche vive (oggi canti registrati) per attrarre gli uccelli e catturali nelle reti appositamente montate intorno alla struttura – spiega il WWF -. Dal 1992, con la nuova legislazione venatoria italiana, la caccia con le reti è stata abolita, in quanto non selettiva, ed è stata messa fuori legge. Ma quest’anno Regione Lombardia ha autorizzato la ripresa delle attività di cattura in 24 impianti, di cui 16 in provincia di Bergamo, 7 in provincia di Brescia e 1 in provincia di Lecco, stanziando anche 600 mila euro di denaro pubblico per la manutenzione dei roccoli. Di fatto viene nuovamente legalizzata l’uccellagione, nonostante gli ovvi pareri negativi emessi da Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e dal Ministero dell’Ambiente. Nella giornata di sabato scorso tutte le associazioni ambientaliste e animaliste hanno organizzato un grande presidio di protesta a Milano davanti al Pirellone, sede della Regione Lombardia, e proprio sabato è stato pubblicato il decreto di sospensiva”.

“Soldi pubblici per la lobby venatoria”

“La cattura di uccelli selvatici per la caccia da appostamento è già stata oggetto di procedura di infrazione comunitaria per la violazione della Direttiva Uccelli – conclude il WWF di Lecco -. Ciò nonostante Regione Lombardia continua imperterrita a sperperare denaro pubblico per favorire le intransigenze della frangia di cacciatori e uccellatori più estrema e ingenua, con false promesse, emanando provvedimenti illegittimi e recando danno alla fauna selvatica patrimonio di tutti”.

“La differenza è che per soddisfare i cacciatori si utilizzano soldi pubblici, mentre per contrastare un provvedimento illegittimo le Associazioni ambientaliste devono metterci soldi propri. Fortunatamente anche quest’anno il numero di cacciatori in Lombardia diminuisce (fonte Burl Regione Lombardia): siamo a 57.433 cacciatori con un decremento di 2.636 unità rispetto all’anno precedente, pari a un -4,39%. Rispetto a dieci anni, stagione venatoria 2008/2009 quando i cacciatori erano 82.574, il decremento è di oltre il 30% ma i politici nostrani sembrano voler continuare a soddisfare un serbatoio di voti in costante declino”.