“Carlo Gilardi libero”, nuovo presidio all’Airoldi e Muzzi

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I manifestanti, in catene, chiedono che l’anziano ex professore di Airuno possa tornare a casa

“La sua vera vita lo aspetta, non può restare rinchiuso nella casa di riposo”

LECCO – “In attesa dell’udienza preliminare avrebbero dovuto lasciare tornare a casa Carlo, invece è ancora rinchiuso qui dentro, senza potere vedere nessuno. Non ci stancheremo di chiedere la libertà per Carlo Gilardi”.

Non si arresta la mobilitazione per l’anziano ex professore di Airuno su cui, dopo il servizio de Le Iene, si è accesa l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Gilardi è ancora ospite dell’Istituto Airoldi e Muzzi sotto il quale nella giornata di oggi si sono riuniti in presidio alcuni manifestanti per chiedere nuovamente il ‘rilascio’ dell’anziano professore: “Carlo non deve stare qui ma a casa sua, tra i suoi animali e ciò che ama, la sua vita è quella, non questa” hanno detto Guido Colombo, Claudia Bonariva, Daniele Castelnuovo, Anna Maria Nicora e Laura Colzani, legati insieme, simbolicamente, ad una catena fuori dall’istituto.

“Siamo arrivati questa mattina dopo essere stati qua anche a Pasquetta – ha detto Claudia Bonariva – abbiamo portato i simboli della vita di Carlo, i suoi animali, gli attrezzi: la quotidianità di cui ha vissuto fino a pochi anni fa e che lo aspetta ancora oggi. Siamo qui per farci sentire, anche se non possiamo vederlo, perché non ce lo permettono, e per sapere come sta. Ci avevano detto che avrebbero fatto di tutto per farlo andare a casa entro Natale, è già passata Pasqua e non è cambiato nulla. Vogliamo risposte, a prescindere dall’esito della vicenda dei 7 indagati per circonvenzione di incapace”.

L’udienza preliminare sul caso dovrebbe svolgersi a fine mese, lo scorso 15 febbraio Carlo Gilardi era stato ascoltato durante l’incidente probatorio dagli avvocati degli imputati, dal magistrato e dal suo legale difensore.

“A luglio dello scorso anno Carlo aveva fatto una denuncia, inequivocabile – ha detto Daniele Castelnuovo – aveva dichiarato ‘Sono vittima da anni di un raggiro’. Credo che questo dica già tutto, in troppi stanno sbagliando e a pagarne le conseguenze è solo Carlo che vorrebbe solo tornare a casa sua. Una persona incapace di intendere e di volere, com’è stato detto di lui, sarebbe stato in grado di sostenere un’audizione di quasi tre ore? E dov’è finita la denuncia di peculato, abuso di potere e sequestro di persona depositata mesi fa, come dichiarato dall’avvocato dei cugini di Carlo, Mattia Alfano? Vogliamo risposte”.

Sul posto intorno alle 16.30 si è portato anche Giacomo Zamperini, consigliere comunale a Lecco di Fratelli d’Italia. Ascoltati i manifestanti, Zamperini ha commentato: “Per quanto possibile, aiuterò a fare in modo che Carlo torni a casa al più presto”.