Chiude il Ferrhotel, i dipendenti: “Nessuno pensa a noi, saremo licenziati”

Tempo di lettura: 3 minuti
Un adetto della onlus Progetto Arca che si è occupata dell'accoglienza al Ferrhotel, nella foto in un iniziativa con i migranti al Bione

Finita l’emergenza migranti ora i lavoratori delle onlus rischiano il posto

“Dal 31.12 saremo licenziati”. Il sindacato Cgil: “Lavoratori dimenticati da tutti”

LECCO – Con il prossimo anno il Ferrhotel, l’immobile delle ferrovie che per cinque anni è stato centro di accoglienza per i migranti, non sarà più utilizzato. Già nelle prossime settimane gli ospiti saranno trasferiti in altre strutture anche fuori dal territorio lecchese.

Fondazione Progetto Arca, che ha gestito il centro in tutto questo tempo e prima ancora la ‘tendopoli’ allestita al Bione, ha deciso di non partecipare al nuovo bando della Prefettura ed ora gli undici dipendenti della onlus sono preoccupati del loro futuro lavorativo.

Con nota formale, i lavoratori hanno espresso la propria “preoccupazione di fronte al clima di profonda incertezza che gravita attorno al futuro dei servizi erogati all’interno del Ferrhotel”.

Attività organizzate all’interno del Ferrhotel

“Per loro una sola certezza – spiega il sindacato Funzione Pubblica Cgil – al 31.12.2019, con la scadenza del bando, ci sarà il licenziamento”. A loro si aggiungerebbero altri colleghi fuori provincia perché la legittima decisione di Arca di disertare i bandi prefettizi è estesa a tutto il territorio lombardo e avrebbe “ determinato nel mese di marzo u.s. l’avviamento della procedura di licenziamento”

“Lavoratrici e lavoratori dimenticati da tutti; effetti collaterali di un sistema, quello dell’accoglienza, che ha mostrato tutti i suoi limiti, sia per quanto riguarda l’integrazione sia per quello che concerne la tutela dei lavoratori coinvolti nei servizi”

Nessuna ricollocazione sul lecchese

“Ad oggi nessuna – proseguono dalla Cgil – risposta concreta è arrivata, se non una nota a firma del presidente della Fondazione Progetto Arca Onlus. Lo stesso ha dichiarato che a oggi non sussistono progetti di ricollocamento del personale attivabili sul territorio lecchese e che l’eventuale ipotesi di ricollocamento sarà valutabile soltanto sulla città di Milano”.

Sullo sfondo il Ferrhotel, centro di accoglienza dei richiedenti asilo

Per questo il sindacato ha chiesto a tutti gli organi competenti (Comune di Lecco e Prefettura) di aprire con la massima urgenza un tavolo di crisi per garantire il ricollocamento del personale presso i nuovi Enti accreditati.

“Purtroppo, leggendo le dichiarazioni riportate sui quotidiani locali, nessuno si è minimamente preoccupato degli effetti occupazionali che avrebbero prodotto la chiusura dei centri di accoglienza di Lecco e Maggianico – proseguono – non sono state diramate notizie ufficiali sul futuro del CAS di Lecco: che ne sarà dei lavoratori che vi operano? Che fine faranno gli ospiti dei centri di accoglienza dislocati sul territorio?”