Il 25 aprile, in tutta Italia, musica e memoria con ARCI per ricordare la Liberazione e l’eredità di Bergoglio
Cinque giorni di Lutto Nazionale, Arci: “È evidente la strumentalità di questa scelta da parte del Governo Meloni”
LECCO – La decisione del Governo Meloni di proclamare cinque giorni di lutto nazionale per la scomparsa di Papa Francesco ha suscitato reazioni contrastanti. Una nota diramata da ARCI solleva interrogativi sulla tempistica e le motivazioni di una scelta che arriva a ridosso del 25 aprile, 80° anniversario della Liberazione.
“Ricordiamo che per Wojtyla i giorni di lutto sono stati tre, come ad ogni morte di Papa”, si legge nel comunicato. Un confronto che, secondo l’associazione, evidenzia una certa strumentalità nella misura adottata: “È dunque evidente la strumentalità di questa scelta: Francesco poi è stato il Papa dell’allegria e della gioia, contrapposte alla cattiveria e alla rabbia”.
Il riferimento a Jorge Mario Bergoglio non è casuale. Per ARCI, il pontefice scomparso ha incarnato valori che ben si intrecciano con il significato del 25 aprile. Un’eredità, quella di Francesco, che parla di impegno civile, diritti e giustizia sociale. Ai giovani, ricordano, diceva “Hagan lío!”, traducibile con un esplicito invito: “fate casino!”, ovvero lottate per un sistema più equo.
“Francesco invitava a ‘passare – come dice il documento conclusivo dell’incontro dei movimenti popolari di Roma – dalla fase della resistenza a quella dell’appropriazione del potere politico, dalla lotta sociale alla lotta elettorale’ “, continua la nota, richiamando il pensiero del Papa su partecipazione politica e protagonismo popolare.
ARCI non si sottrae quindi all’appuntamento del 25 aprile, anzi, rilancia: “Questo è il lascito di Bergoglio, e lo rivendicheremo anche il 25 aprile: non smettere di lottare contro la guerra, lo sfruttamento, il razzismo e l’ingiustizia”.
La presenza dell’associazione sarà capillare: “In ogni paese dove è stato organizzato un evento, ARCI ci sarà! – è l’annuncio. Con parole semplici, ma cariche di significato, si delineano le intenzioni – Parleremo della Democrazia della giovane Repubblica del 1945 con musica gioiosa per celebrare la festa più bella che c’è: quella della Liberazione”.
Il comunicato si chiude con un tributo affettuoso, coerente con il tono generale: “E sappiamo che questo è il modo più bello e più sobrio anche di salutare Francesco”.
Lunedì 21 aprile, data dell’annuncio governativo, segna così anche l’avvio di un confronto acceso tra chi propone il raccoglimento e chi, nel nome di Bergoglio stesso, preferisce rispondere con vita, partecipazione e festa.