Competenze digitali per trovare lavoro, da oggi ci sono i Punti Informatici Territoriali

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Andrea Panizza e Maria Grazia Nasazzi

Presentato il progetto sperimentale di cittadinanza attiva per favorire lo sviluppo di competenze digitali utili alla ricerca del lavoro

Già 80 volontari coinvolti in pochi mesi che hanno lavorato con 70 beneficiari del progetto di cui oltre l’80% ha poi trovato lavoro

LECCO – Già 80 volontari coinvolti in pochi mesi che hanno lavorato con 70 beneficiari del progetto di cui oltre l’80% ha successivamente trovato lavoro. Dati alla mano, i Punti Informatici Territoriali, progetto sperimentale coordinato dall’associazione Les Cultures, hanno la forza per prendere sempre più corpo e concretezza.

Il progetto sperimentale di cittadinanza attiva per favorire lo sviluppo di competenze digitali utili alla ricerca attiva del lavoro, finanziato dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese nell’ambito del Fondo Aiutiamoci, è stato presentato questa mattina, mercoledì, a Palazzo delle Paure a Lecco.

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Andrea Panizza

A tracciarne i contorni Andrea Panizza di Les Cultures: “Il progetto PIT – Punti Informatici Territoriali nasce dalla sperimentazione che ha coinvolto Informagiovani e Centro Servizi Volontariato (e che grazie alla Fondazione potrà proseguire fino a dicembre 2023) per consentire alla cittadinanza un pieno accesso al mondo del lavoro attraverso lo sviluppo delle competenze digitali. Attraverso il Centro Servizi Volontariato (CSV) si attivano i volontari che, dopo una formazione di 6 ore, mettono a disposizione una decina di ore a favore dei beneficiari del progetto in un rapporto di uno a uno. Attraverso la sperimentazione abbiamo notato un aspetto interessante del progetto: i volontari sono in grado di mettere in moto una rete che rafforza il capitale sociale delle persone con cui entrano in contatto. Altro punto di forza è la rete territoriale garantita dai partner del progetto che fa si che le attività non siano centralizzate ma sparse in maniera capillare sul territorio”.

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Andrea Panizza e Alessandra Durante

Il progetto, infatti, oltre ai soggetti della rete (Mestieri Lecco, Informagiovani, Centro per l’Impiego, Circolo Promessi Sposi e The Factory) vede impegnati numerosi partner: Les Cultures (capofila), CSV Lecco, Lezioni al Campo, Arci Lecco, San Vincenzo de Paoli, Circolo Arci Spazio Condiviso di Calolzio e Centro Farmaceutico Missionario di Lecco.

Maria Grazia Nasazzi

“In questo progetto la questione del ‘fare rete’ ha consistenza e concretezza ancora più evidenti – ha detto Maria Grazia Nasazzi presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese -. Mettersi insieme per creare una cultura di prossimità, non solo per risolvere dei problemi, ma per stare insieme per il gusto di farlo: questo vuol dire costruire comunità“.

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L’assessore Alessandra Durante

“Come amministrazione siamo attenti a queste tematiche e ringrazio tutti i partner del progetto – ha detto l’assessore Alessandra Durante -. Siamo consapevoli di quanto il digital divide (divario digitale) sia marcato nel nostro Paese e anche la pubblica amministrazione è chiamata a comare questo divario. Spesso si pensa che il problema riguardi sono le fasce over ma sappiamo che non è così, vediamo i giovani sempre connessi ma questa iper-connessione non è sinonimo di alfabetizzazione digitale. E poi c’è il tema della velocità di connessione per cui nel 2025 oltre l’80% della città di Lecco sarà coperta dalla fibra. Mi preme sottolineare il ruolo dell’Informagiovani che intercetta queste difficoltà e bisogni e li orienta verso servizi che possono accompagnare il cittadino”.

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Gaia Lattuca

Alla presentazione hanno partecipato anche Gaia Lattuca dell’agenzia per il lavoro Mestieri Lecco che accompagna le persone più fragili e Lucio Farina di CSV Lecco che hanno sottolineato come la chiave del progetto sia costruire relazioni attivando la cittadinanza che ha competenze e le associazioni che hanno spazi: “In questo progetto il cittadino aiuta il cittadino – ha detto Farina -. Abbiamo fatto una sperimentazione che ha raggiunto ottimi numeri in pochissimo tempo perciò abbiamo capito che questo progetto poteva avere corpo. Rivolgiamo anche un appello per inserire nuovi volontari oppure a chi può fornire computer, anche dismessi, li sistemiamo e li mettiamo a disposizioni di chi magari non li possiede. I PIT non sono una rivoluzione, ma sono convinto che tanti piccoli progetti come questo possono creare una società più coesa”.

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Lucio Farina

La certezza è che i Punti Informatici Territoriali, dati alla mano, possono fornire strumenti e competenze a persone che, altrimenti, sarebbero tagliate fuori dal mondo del lavoro.

  • QUI il form per diventare volontario (per info: e.ratti@csvlombardia.it).
  • QUI la call per reperire computer usati