Consumo di suolo: Lecco tra le province più virtuose della Lombardia

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Secondo l’ultimo Rapporto ISPRA 2025, la Lombardia è la seconda regione più “cementificata” d’Italia dopo l’Emilia-Romagna

Lecco però va in controtendenza registrando un incremento minimo: solo 4,5 ettari in più rispetto all’anno precedente

LECCO – C’è un dato che fa ben sperare nel nuovo Rapporto ISPRA sul consumo di suolo: la provincia di Lecco si conferma una delle più virtuose della Lombardia. Nel 2024, infatti, nel territorio lecchese sono stati consumati solo 4,48 ettari di nuovo suolo, su un totale regionale di 834 ettari. Una variazione minima che colloca Lecco tra le province lombarde più attente alla tutela del territorio, subito dopo Lodi e Como. Il Comune più cementificato del Lecchese è risultato Molteno.

Un segnale positivo che però non basta a bilanciare il quadro complessivo: la Lombardia, con 291.197 ettari di suolo urbanizzato complessivo, si conferma la seconda regione italiana per consumo di suolo, dietro soltanto all’Emilia-Romagna (1.012 ettari persi nel 2024).

La mappa del consumo di suolo in Lombardia

Il fenomeno, spiega Legambiente Lombardia, continua a concentrarsi lungo la grande direttrice logistica Brescia–Bergamo–Milano, che da sola assorbe oltre il 50% del suolo consumato in regione. Le province di Mantova (legata all’asse dell’Autobrennero) e Pavia (sull’asse Milano–Genova) contribuiscono anch’esse in modo rilevante, con rispettivamente 87 e 78 ettari di nuovo consumo.

Molto più contenuti, invece, i numeri delle aree pedemontane e lacustri, dove prevale un equilibrio più attento fra urbanizzazione e tutela ambientale. In particolare, Lecco (4,48 ettari) e Como (12,29 ettari) confermano un modello di sviluppo più prudente, legato a interventi puntuali e non all’espansione massiva. Sondrio, invece, segna un incremento più significativo (40,76 ettari), in gran parte dovuto ai cantieri per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

“La morsa del consumo di suolo ai danni del territorio lombardo non mostra segni di allentamento -. spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia -. A undici anni dall’approvazione della legge regionale sul contenimento del consumo di suolo, i risultati sono ancora deludenti. Logistiche e data center continuano a sorgere su terreni agricoli, mentre le aree dismesse restano abbandonate. Serve un salto di qualità nel governo del territorio, attivando filiere di recupero e bonifica che diano nuova vita agli spazi già compromessi”.

Una riflessione che tocca anche la realtà lecchese, dove – pur con numeri minimi – l’attenzione resta alta. Le politiche di rigenerazione urbana, la riqualificazione delle aree industriali e la limitazione delle nuove edificazioni restano temi centrali nei piani di governo del territorio (PGT) dei comuni della provincia.

La morfologia del territorio lecchese, stretta tra lago e montagna, impone da sempre una pianificazione più attenta e limitata. Tuttavia, anche qui la pressione esiste: infrastrutture, turismo e logistica chiedono spazi che rischiano, se non gestiti con rigore, di erodere suoli agricoli e aree verdi di pregio. I dati ISPRA, tuttavia, mostrano che la direzione intrapresa è quella giusta: contenere l’espansione urbana, favorire il recupero dell’esistente e promuovere uno sviluppo realmente sostenibile.

La sfida, sottolinea Legambiente, sarà quella di trasformare i dati positivi in strategie durature: puntando sulla rigenerazione delle aree industriali dismesse, riducendo la dispersione edilizia e promuovendo piani di sviluppo urbano a consumo di suolo zero.

Nel frattempo, Lecco può fregiarsi di un primato silenzioso ma importante: quello della prudenza e della responsabilità ambientale, in un contesto regionale dove ogni ettaro perso è una ferita difficile da rimarginare.