Conte in Parlamento: “Iniziative locali meno restrittive sono illegittime”

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Il premier Conte durante l'informativa alla Camera

L’informativa del premier alla Camera per illustrare le misure economiche

“Se riapriamo tutto subito i danni al Paese potrebbero essere irreversibili”

ROMA – “L’imperativo categorico, per un Governo chiamato ad affrontare un’emergenza simile, è porre a fondamento delle proprie decisioni le raccomandazioni, frutto di meditate ricerche, di qualificati esponenti del mondo scientifico. Questo Governo ha sempre compreso, sin dall’inizio, la gravità del momento e non ha mai inteso procedere per improvvisazione o in maniera autonoma e solitaria”. Lo ha ribadito il premier Giuseppe Conte all’inizio dell’informativa alla Camera questa mattina, giovedì, per aggiornare il Parlamento sui termini della ripresa economica e le misure previste per la ripartenza del Paese colpito dall’emergenza Covid19.

Il premier ha iniziato il suo discorso poco prima delle 10.30. “Mi è impossibile dire che torneremo presto ad un ritorno alla normalità, precedente a questa epidemia. Come ho già avuto modo di dire più volte, la ripresa dovrà essere cauta. Gli esperti ci hanno da subito indicato quattro principali fattori di contagio: i contatti familiari (dai quali, come emerso, deriverebbe un quarto dei contagi, ndr), il lavoro, la scuola e le relazioni comunitarie. Pensare di riaprire simultaneamente queste quattro realtà sarebbe imprudente e vanificherebbe di fatto quanto raggiunto fino ad ora. Dal 4 maggio avrà inizio la Fase 2, attraverso una graduale e progressiva ripresa delle attività produttive, ovviamente secondo i rigidi protocolli di sicurezza firmati le scorse settimane con le parti sindacali e datoriali. Siamo ancora dentro la pandemia – ha dichiarato Conte – il nostro paese ha combattuto duramente, abbiamo abbassato la curva dei contagi ma il virus circola ancora”.

Conte: “Il contenimento è l’unica strada per ripartire”

“Il riavvio delle filiere produttive – ha dichiarato Conte – non è una scelta timida ma anzi, sarà un vero e proprio test di fondamentale importante per accertare la stabilità e la tenuta del sistema. Sul fronte delle relazioni di comunità, invece, siamo costretti ad essere prudenti anche se le aperture, dal 4 maggio, non saranno trascurabili: si potrà fare attività motoria lontano da casa, ci si potrà spostare per andare a trovare i propri parenti. Dopo il 18 maggio avremo un quadro più chiaro e contiamo di poter progressivamente allentare le misure restrittive anche sul fronte delle relazioni comunitaria, ma, fino ad allora, il contenimento è l’unica strada per ripartire evitando danni irreversibili”.

No alle corse in avanti dei singoli: “Le iniziative locali meno restrittive sono illegittime”

Il premier ha poi indicato tre fattori da tenere costantemente sotto controllo a partire dalla riapertura: il controllo giornaliero dell’andamento dell’epidemia, la verifica del grado di saturazione negli ospedali e la disponibilità dei dispositivi di protezione individuale. “Nel mese di maggio – ha proseguito Conte – verranno effettuati 150 mila test sierologici, un campione di popolazione verrà selezionato anche dall’Istat. Il complessivo piano sviluppato dal Governo è caratterizzato da precisi presupposti scientifici, evitiamo corse in avanti di singoli, Regioni, enti locali e iniziative autonome: tutte le iniziative che comportino misure meno restrittive sono da considerarsi illegittime”.

Nelle prossime ore, come spiegato da Conte, il Ministro della Salute Roberto Speranza firmerà un decreto che stabilirà specifiche soglie di allarme in ciascuna area del paese: “In base alla criticità o meno della soglia epidemica potremo concordare un allentamento o, al contrario, un inasprimento, delle misure restrittive” ha detto il premier “ma è fondamentale procedere insieme”.

Le misure economiche

Conte ha poi annunciato ulteriori provvedimenti economici in fase di studio e che saranno riassunti in un decreto legge che verrà presto sottoposto al Parlamento: “Verrà essenzialmente ripreso il decreto Cura Italia, con lo stanziamento, in più, di 12 miliardi di euro per regioni ed enti locali. 25 miliardi andranno per le misure di sostegno al lavoro e al reddito come cassa integrazione, indennizzi per colf e badanti. 15 miliardi saranno destinati alle imprese. Serviranno poi altre forme di protezione sociale dal momento che la situazione sta sviluppando nuove e diverse forme di povertà nel paese” ha detto Conte.

Sostegno alle famiglie e alla disabilità

“Nei prossimi provvedimenti normativi – ha continuato Conte – ci sarà grande attenzione alle famiglie. Dovremo prevedere e preparare progetti territoriali, ripensare gli spazi educativi in forma dilatata per consentire, ad esempio, ai bambini e ai minori di giocare senza compromettere le norme di distanziamento sociale che dovranno essere mantenute. In questo senso pensiamo all’utilizzo, dove possibile, degli spazi di prossimità, seguito da una riapertura, in forma sperimentale, ai nidi, ai centri estivi e ai centri per l’infanzia. Attenzione anche al tema della disabilità: dell’ultimo Dpcm è prevista la riapertura dei centri diurni o semi residenziali con protocolli che dovranno essere siglati a livello di patti territoriali. Dal punto di vista economico, su questo tema, è allo studio un fondo nazionale di autosufficienza per potenziare i progetti di vita indipendente ma anche a sostegno di disabili gravi privi di famiglia”.

Un secondo decreto legge ‘per la rinascita economica dell’Italia”

Il premier ha chiuso la sua informativa alla Camera introducendo il secondo decreto legge in preparazione: “Si tratta di un provvedimento per la rinascita economica e produttiva del paese, una risposta pubblica per rinnovare le nostre infrastrutture, anche a livello competitivo. In questo senso, ad esempio, è prevista una drastica semplificazione delle procedure amministrative per appalti, legislazione civile, commercio ed edilizia: dobbiamo ridurre i tempi per fare sì che le risorse pubbliche stanziate si trasformino quanto prima in capitale infrastrutturale”.