Da ‘Oversize’ ai ‘foreign fighters’, la Questura di Lecco ripercorre l’attività svolta in 25 anni

Tempo di lettura: 6 minuti

In occasione del 25esimo anniversario la Questura ha ricordato le operazioni più significative

LECCO – 25 anni di attività: in occasione dell’importante traguardo la Questura di Lecco ha voluto ricordare alcune delle più significative operazioni di Polizia Giudiziaria e/o di Soccorso Pubblico condotte dalla Squadra Mobile, Digos e Upgsp.

Squadra mobile

Nei suoi 25 anni di vita, la Squadra Mobile di Lecco ha svolto con dedizione e professionalità l’attività di repressione dei reati. Ha compiuto indagini sul crimine diffuso, per combattere lo spaccio di sostanze stupefacenti e si è distinta per competenza e sensibilità nella lotta alla violenza sulle donne e sulle fasce deboli.

Esemplari sono state le indagini concluse per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata, in particolare nella lotta alla ‘ndrangheta, partecipando all’indagine “Wall Street” e proseguendo con la storica indagine “Oversize” del 2006. Grazie agli investigatori della Squadra Mobile di Lecco sono stati decapitati i vertici della criminalità organizzata di stampo mafioso, radicata a Lecco, raggiungendo risultati di rilievo nazionale. Furono arrestati gli esponenti delle famiglie di ‘ndrangheta più note e attive della Lombardia, i Coco-Trovato, oltre a molti dei loro affiliati.

Con l’operazione “Sciacallo”, nel 2002, veniva smantellata un’organizzazione criminale dedita all’usura ed alle estorsioni, grazie alla quale sono stati condannati 16 imputati, che hanno totalizzato settantacinque anni di carcere. L’associazione a delinquere era composta da avvocati, medici, funzionari pubblici che taglieggiavano commercianti e persone in difficoltà pur di ottenere i loro illeciti profitti. Il Sostituto Procuratore Masini, che diresse le indagini, all’epoca definì il fenomeno criminale come “un cancro fra le province di Lecco e Como”.

In memoria di Spitoni Carlo, Sovrintendente della Polizia di Stato in forza alla Squadra Mobile, che fu l’artefice dell’operazione “Sciacallo”, proprio il PM Masini, unitamente alla Questura di Lecco, ha promosso un’iniziativa benefica con l’associazione “Libera” di Don Ciotti, recuperando i beni confiscati all’organizzazione criminale.

Nel 2007, con l’operazione “Cappio” si concludeva una complessa indagine che portava alla custodia cautelare in carcere di un gruppo di imprenditori dediti all’usura, all’estorsione, alla corruzione ed alla turbata libertà degli incanti i quali, con la complicità di un cancelliere del Tribunale di Lecco, avevano costituito un “cartello” finalizzato all’illecita aggiudicazione di aste giudiziarie, conseguendo un volume di affari di svariati milioni di euro.

Nel 2016, con l’operazione “Idc”, la Squadra Mobile di Lecco si rivela all’avanguardia nelle indagini informatiche, traendo in arresto quattro spacciatori che trafficavano nel DarkNet, tra cui il più famoso spacciatore italiano online di hashish, già noto all’FBI e conosciuto con il nickname “Kriminale”.

Digos

La Divisione Investigazioni Generali  – Operazioni Speciali della Questura di Lecco, formata nei suoi effettivi il 02 giugno 1995 e strutturata dal personale già appartenente all’Ufficio Politico dell’allora Commissariato di Pubblica Sicurezza, ha negli anni conseguito eccellenti risultati nell’ampio orizzonte delle materie istituzionalmente assegnate a queste articolazioni della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

Nel 1996, proprio a tutela degli Enti Locali, prende le mosse l’indagine “Password” relativa a truffe telematiche operate ai danni delle Amministrazioni comunali tramite il servizio “videotel”. Le investigazioni, che si sostanzieranno negli atti del procedimento penale nr.3525/1996 iscritto dalla Procura della Repubblica di Lecco, superarono ben presto i confini regionali mettendo in luce come una associazione per delinquere radicata nella Capitale avesse già frodato circa 230 comuni italiani con un sofisticato sistema di contatti telematici. L’operazione si concluse nel maggio del 2017 con l’esecuzione di nr. 4 ordinanze cautelari in carcere per altrettante persone, altre due denunciate in stato di libertà ed una serie di perquisizioni con sequestri probatori effettuate sia nella periferia di Roma che nella provincia capitolina.

Si ricordano anche gli esiti di attività informative che nel 1998 evidenziarono i particolari profili di illegalità nei contatti sul territorio e negli intendimenti di un residente di professione barman, classe 1955, pregiudicato, il quale, alla fine degli anni ’70, militava nell’area eversiva d’estrema sinistra con affinità al sodalizio terrorista dei N.A.P. – Nuclei Armati Proletari; le investigazioni si conclusero nel marzo del 1998 con l’arresto del soggetto e con il sequestro ad esito di perquisizione domiciliare di armi comuni da sparo e relativo munizionamento, tra cui una pistola automatica ed una carabina di precisione modificata e corredata da silenziatore, nonché  inneschi per esplosivo e armi bianche, oltre ad una fedele riproduzione della pistola in dotazione alle forze di polizia.

L’ “Operazione Maelström”, condotta da questa Digos e generata dall’attentato subito la notte tra il 09 ed il 10 novembre 2007 dai residenti in un campo nomadi composto da camper e roulotte ed allestito in Via Bachelet nel comune di Oggiono: in quell’occasione furono lanciate n. 4 bottiglie molotov all’interno del campo, con il chiaro intento di terrorizzare i residenti arrecando danni a persone e cose.

Le indagini evidenziarono come un gruppo di giovani, che si riconosceva nelle istanze xenofobe dell’estrema destra filo nazista, avesse deciso di “vendicare” la morte della Sig.ra Giovanna Reggiani avvenuta il 30 ottobre 2007 a Roma e per mano di un cittadino rumeno, attaccando con le molotov il menzionato campo nomadi dove, appunto, risiedevano famiglie Rom.

Non solo, ma questa cellula filo nazista stava pianificando degli attacchi con sostanze esplodenti anche avverso i camion con i quali sarebbe dovuta esser trasportata la spazzatura proveniente dalle discariche della Campania (in quel periodo caratterizzata dalla note difficoltà in ordine allo smaltimento dei rifiuti urbani) all’inceneritore di Valmadrera (LC).

Conclusasi nel maggio 2008, la “Operazione Maelström” portò all’individuazione degli autori dell’attentato al campo nomadi, con la conseguente emissione di nr. 5 provvedimenti cautelari a carico di altrettanti giovani residenti in questa provincia e con le perquisizioni che consentirono di sequestrare oggetti, simboli e testi riconducibili all’ideologia filo nazista.

L’operazione “Serenissima”, un’indagine scaturita dai gravi incidenti occorsi in occasione dell’incontro di calcio Lecco – Venezia svoltosi a Lecco il 06 novembre 2005 , quando un folto gruppo di ultras lagunari dette corso a contrapposizione e tafferugli con le Forze dell’Ordine dispiegate in servizio di O.P.; incidenti ed aggressioni nel corso dei quali rimasero feriti nr. 7 agenti di Polizia.

Le indagini tempestivamente condotte da questa Digos – Squadra Tiforie d’intesa con l’omologo Ufficio della Questura di Venezia consentirono di arrestare nella flagranza differita nr.2 ultras, di eseguire nr. 5 provvedimenti cautelari e di denunciare altri nr. 25 ultras a cui vennero notificati altrettanti DASPO; oltre ad eseguire n.30 perquisizioni domiciliari da cui si ricavarono importanti elementi probatori.

L’indagine “Al Sahab”, (nuvola) condotta da questa Digos dal dicembre 2001 all’ottobre 2002, scaturita da alcune posizioni filo jihadiste assunte dai vertici di una delle moschee attive sul territorio e che vide coinvolte 52 persone, tra indagati ed interessati alle attività di perquisizione eseguite in varie province, sia della Lombardia che di altre Regioni. Corredata da attività tecniche, questa indagine consenti alla Digos di Lecco di approfondire la conoscenza del fenomeno acquisendo una mole di dati e di informazioni che, una volta analizzati e ricomposti a sistema, consentirono di poter verificare, negli anni successivi e con maggior chiarezza, quei tracciati di deriva terrorista che alcuni soggetti residenti sul territorio stavano percorrendo sulla linea delle scelte dei cosiddetti “foreign fighters”

Coordinata dalla Procura Distrettuale di Milano l’indagine, formalmente iscritta nel gennaio del 2016, si è conclusa il 28 aprile 2016 con la disarticolazione di una cellula jihadista tramite l’arresto di 4 persone residenti in Italia, tra cui il cosiddetto “pugile dell’isis”, Moutaharrik Abderrahim, intenzionato a compiere un attentato a Roma, in Vaticano, e con l’emissione di un mandato di cattura internazionale a carico di altre 2 persone, già trasferitesi nei territori controllati dall’i.s.i.s., e con l’ordine di espulsione a carico di altri due indagati.