Droni. ATS Brianza, per prima, li userà per i controlli in cantieri e sul lago

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Gli operatori di ATS in addestramento di 'volo' con il drone

I droni in supporto dell’agenzia sanitaria. Tredici operatori formati e due prototipi da realizzare

Dagli accertamenti sugli infortuni alla rimozione dell’amianto, dai campionamenti dell’acqua alle verifiche sugli allevamenti

 

LECCO – Al loro esordio hanno conosciuto usi soprattutto ludici ma oggi i droni sono diventati strumenti utilissimi in molti ambiti professionali, oltre che per scopi militari come ci ha purtroppo insegnato quest’ultimo anno di guerra in Ucraina, ed ora esordiscono anche nella sanità: è l’ATS Brianza, per prima, ad avvalersi dei droni per molteplici delle sua attività.

“Abbiamo deciso di investire in questa tecnologia per potenziare la nostra capacità di intervento a livello territoriale – spiega il direttore generale Carmelo Scarcella  – tra le nostre missioni c’è anche la vigilanza in diversi settori, in ambito umano e animale, è evidente che una risorsa come il drone ci aiuta ad essere più efficienti e garantisce una migliore sicurezza agli operatori”.

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Il dottor Carmelo Scarcella, direttore generale Ats Brianza

Nei controlli dei cantieri edili, i droni possono sorvolare l’area di lavoro dall’alto evitando agli incaricati dell’azienda sanitari di salire in quota ed esporsi a rischi, consentiranno anche di ispezionare luoghi meno accessibili. Potranno essere utilizzati all’aperto ma anche ‘indoor’ all’interno di grandi capannoni industriali.

“L’occhio del drone è certamente più efficiente dell’occhio umano, ha capacità di ripresa di immagini ad alta definizione che possono essere fissate su supporto digitale ed elaborate, per realizzare delle modellizzazioni 3D utili per esempio per verificare le condizioni in cui si è verificato un infortunio lavorativo, oppure mappare una porzione di territorio per identificare manufatti e situazioni specifiche – prosegue Scarcella – Ci consentiranno con maggiore facilità di verificare le coperture di amianto e le operazioni di bonifica, oppure avere cognizione degli sversamenti in acque in luoghi poco raggiungibili”.

I droni potranno essere utilizzati anche dal dipartimento veterinario “per una visualizzazione degli impianti zootecnici, identificando quelli che non sono inseriti nella nostra anagrafe, oppure ancora nei controlli sugli animali di affezione, se maltrattati o tenuti alla catena all’interno di un cortile, se non visibili dall’esterno. Essendo dotati anche i visione notturna, potranno essere usati h24”.

Nelle scorse settimane, ATS ha creato un gruppo di lavoro e avviato un percorso di formazione che ha permesso ad oggi di abilitare tredici tecnici che stanno già adoperando il drone in dotazione di ATS. Presto ne sarà acquisito un secondo di un livello ulteriormente professionale.

“L’obiettivo è anche quello di andare oltre le capacità standard dei droni commerciali, abbiamo la necessità di disporre di macchine performanti e capaci di rispondere a specifiche esigenze – aggiunge il dott. Scarcella – Per questo abbiamo presentato un progetto a Regione Lombardia per ottenere un finanziamento del PNRR per la realizzazione di due prototipi”.

Il bando, da 700 mila euro circa (finanziato per 561 mila euro con fondi PNRR) porteranno alla progettazione e realizzazione di due modelli differenti di droni, per quattro esemplari totali: il primo modello sarà specializzato nella rilevazione delle fibre di amianto, da utilizzare nelle attività di bonifica di coperture in eternit, l’altro invece per i campionamenti dell’acqua sul lago, oggi eseguiti manualmente dai tecnici con l’utilizzo di imbarcazioni.