Due anni di pandemia, all’istituto Badoni un momento per riflettere

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La dirigente legge i messaggi lasciati dagli studenti
La dirigente legge i messaggi lasciati dagli studenti

24 febbraio 2020, le scuole chiudevano: parole e immagini per dare un significato a questa ricorrenza

La dirigente Zuccoli: “Abbiamo pensato che questo fosse il momento giusto per aprire a una riflessione”

LECCO – Due anni fa, il 24 febbraio 2020, la scuola ricevette l’indicazione di chiudere i battenti e iniziò così il percorso della pandemia con tutte le conseguenze che lo hanno accompagnato. A due anni di distanza l’istituto superiore Badoni di Lecco ha proposto una riflessione per immagini e pensieri sull’esperienza vissuta.

“L’iniziativa nasce dalla palpabile esigenza di riflettere su due anni di esperienza, un tempo che ormai diventa medio-lungo e sull’esigenza di dare significato a una ricorrenza, una specie di conta dei giorni che son diventati mesi e dei mesi che son diventati anni – ha detto la dirigente Luisa Zuccoli -. Avendo la percezione con tutti i ragazzi, colleghi, personale e famiglie che il Covid ha determinato tante cose, abbiamo pensato che questo fosse il momento giusto per aprire una riflessione”.

Una iniziativa che si articola attraverso due canali, parole e immagini: da oggi e per un paio di giorni ogni studente potrà scrivere un pensiero relativo a questi due anni su una mascherina e appenderla nell’atrio della scuola e poi, ogni studente, potrà anche inviare un’immagine che ritiene particolarmente significativa di questi due anni indicando nella mail le ragioni della scelta che ha fatto (2anni.pandemia@iisbadoni.edu.it). I rappresentanti degli studenti nel consiglio d’Istituto aiuteranno a elaborare le immagini più significative in una presentazione la cui forma verrà decisa in seguito.

Quelli del Covid, che anni sono stati e continuano ad essere? “Sono stati due anni nei quali abbiamo dovuto quotidianamente essere disponibili a reinventare le certezze lavorative che avevamo e le certezze della quotidianità. Abbiamo dovuto mettere in atto una flessibilità pazzesca – ha raccontato la dirigente Zuccoli -. Chi avrebbe mai immaginato, il 24 febbraio di due anni fa, cosa sarebbe stato della scuola: abbiamo dovuto mettere in atto cambiamenti che devono ancora trovare compimento perché non è un percorso finito ma un percorso avviato che ci è capitato”.

Questa drammatica esperienza si porta dietro anche qualche aspetto positivo? “L’unica esperienza definitiva è la morte, perciò se ci riferiamo a questa componente nel corso della pandemia chiaramente è del tutto negativa. L’esperienza di coloro che questa pandemia l’hanno attraversata e la stanno attraversando, però, ha mosso corde che non sapevamo di avere: se da una lato ci ha sfibrato l’anima, e quindi è stata ed è una esperienza dura e difficile da rielaborare, d’altro canto ci ha fatto scoprire terreni che non conoscevamo e ci ha aperto delle possibilità. Come in ogni esperienza umana ci sono luci da una parte e ombre dall’altra e questa non ha fatto differenza”.

Nell’atrio della scuola, in mattinata sono state appese le prime mascherine con i messaggi degli studenti: come al solito i ragazzi hanno dimostrato una grande sensibilità ma anche ironia, un ottimo modo per cercare di guardare con serenità al futuro!