Emergenza clima, anche la lecchese Giada interviene al meeting di Glasgow

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Giada Fratantonio, 30 anni, di Lecco, ricercatrice in Filosofia, parteciperà alla Cop26 in corso a Glasgow

La giovane ricercatrice in Filosofia Giada Fratantonio terrà una talk alla Cop26 di Glasgow

“Il problema del cambiamento climatico solleva tantissime domande filosofiche”

LECCO – Filosofia e clima, rischi, benessere. Sono questi gli argomenti che approderanno domani, giovedì 11 novembre, alla Cop26 (la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021) in corso a Glasgow durante l’incontro dal titolo “Climate Justice, Risk, and Wellbeing” (Giustizia climatica, rischio, e benessere).

Tra gli interventi in programma c’è anche quello di una ricercatrice lecchese, Giada Fratantonio, 30 anni. Specializzata in Epistemologia, Giada, che vive a Edimburgo dove lavora in Università, sarà ospite alla Cop26 per presentare il lavoro che sta conducendo come membro di un progetto chiamato “Varieties of Risk” (Varieta’ di rischi), sponsorizzato da AHRC (Art and Humanities Research Council, UK), e attivo alle Università di Edinburgo e Stirling.

“Sono felice di poter avere questa possibilità – ha raccontato Giada – tra i vari eventi della Cop26 c’è una sezione chiamata “University Showcase”, dedicata ai ricercatori universitari che presentono i risultati della propria ricerca a un pubblico non necessariamente accademico. Io sono stata invitata a parlare come parte di un panel di esperti su “Climate Justice, Risk, and Wellbeing” (Giustizia climatica, rischio, e benessere)”.

Giada (la seconda ragazza a sinistra) il giorno della graduation all’Università di Edimburgo nel novembre 2018

“Sono specializzata in Epistemologia e passo la maggior parte delle mie giornata a studiare la natura di nozioni quali “evidenza”, “rischio”, ma anche “razionalità” e “immaginazione”, e cerco di capire che ruolo queste abbiano nei processi di acquisizione e produzione di conoscenza scientifica, ma anche nella vita di tutti i giorni. Il mio punto di partenza – ha continuato Giada anticipando i contenuti della talk, in programma dalle 12 alle 17 (ora italiana) – è molto semplice. Nella vita di tutti i giorni, c’è sempre del rischio in tutto quello che facciamo. Faccio un esempio: quando insegno in una classe piena di studenti, esiste un rischio che io possa essere contagiata dal Coronovirus. Allo stesso tempo, se nella mia aula c’è una finestra aperta, esiste anche un rischio che un corvo voli in classe e mi colpisca in un occhio provocandomi delle lesioni alla cornea. Ma, mentre prendo precauzioni per non ammalarmi di Covid, ad esempio, indossando una mascherina, non mi preoccupo mai della possibilità che un corvo mi accechi. Perchè? Dopo tutto ammalarmi di Covid ed essere accecata da un corvo sono entrambi degli scenari che vorrei decisamente evitare. Una risposta ovvia è che la probablità che un corvo mi accechi è molto bassa! Abbiamo poco tempo, risorse limitate, e dobbiamo fare una scelta: ignorare tutti i rischi che sono molto bassi sembra assolutamente la cosa razionale da fare”.

“Questo principio – ha continuato Giada – così plausibile nella vita di tutti i giorni, può però anche essere usato dagli scettici del cambiamento climatico per giustificare dei loro comportamenti noncuranti dell’ambiente. Secondo una stima della Marine Conservation Society, per cui sono una volontaria, circa 11milioni di tonnellate di plastica inquinano gli oceani ogni anno. Di questi 11 milioni, 1 milione è rappresentato da microplastiche (pezzetti di plastica più piccoli di 5mm). La probabilità che almeno un frammento di microplastica, tra questo milione di tonnellate, venga ingerito da un gabbiano è molto alta. Eppure, per ogni singolo frammento di microplastica, la probabilità che questo singolo frammento venga ingerito da un gabbiano è molto bassa. Questo vuol dire che, secondo il ragionamento fatto sopra, non ci sarebbe niente di male nel buttare un singolo pezzetto di microplastica nell’oceano. Dopo tutto, la probabilità che il mio frammento di plastica di meno di 5mm venga ingerito da un gabbiano è molto bassa! Nel mio intervento mostrerò che questo non è semplicemente un paradosso teorico. Ma ragionamenti di questo tipo sono alla base, in modo più o meno implicito, di molti comportamenti degli scettici del cambiamento climatico”.

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Giada Fratantonio durante una presentazione a Pavia

Ma cosa c’entra la filosofia con il clima? Giada ha cercato di spiegarcelo: “Se per filosofia intendiamo un metodo di indagine e analisi rigoroso, la filosofia c’entra con tutto ed è fatta, a vari livelli, da tutti. Questa è una cosa che la mia professoressa di filosofia del liceo, Maria Luisa Montagna (ora attuale dirigente scolastico del liceo A. Manzoni di Lecco), mi ha sempre fatto capire. Sono del parere che qualsiasi cosa facciamo abbia una rilevanza politica (a prescindere dal fatto che ne siamo consapevoli o no), e ogni atto politico porta con sé una serie di domande filosofiche, che siano morali, etiche, o epistemiche”.

“Il problema del cambiamento climatico solleva tantissime domande filosofiche – ha continuato Giada – epistemologi e filosofi della scienza, ad esempio, affrontano varie questioni legate alle difficoltà di fornire dei modelli scientifici di eventi climatici catastrofici, che sono particolarmente complessi. Dal punto di vista etico e morale, il fenomeno del cambiamento climatico solleva domande importanti: come possiamo prendere decisioni per individui che vivranno nel futuro? Come facciamo a trovare un equilibrio tra innovazione tecnologica e impatto ambientale? E come possiamo assicurarci che, in questa integrazione tra tecnologia e ambiente, vegano prese in considerazione le necessità e le prospettive di chi é sempre stato ai margini della società?”.

Il panel “Climate Justice, Risk, and Wellbeing” avrà luogo Giovedi’ 11 Novembre, dalle 11:00 alle 16:00 (UK) (12-17), presso una delle sedi adibite agli eventi Cop26, il Ramshorn Theatre, a Glasgow, con interventi da parte di Giada e da parte di Sophie Howe (Future Generation Commisioner for Wales), Megan Blomfield (University of Sheffield), Mona Simion (University of Glasgow), Emma Gordon (University of Glasgow), Christopher Kelp (University of Glasgow), Christopher Willard-Kyle (University of Glasgow), Stelian Jacop e James Mark (Therme Group UK). L’intervento di Giada è previsto alle 15 italiane (14 UK). Sarà possibile seguire l’evento in diretta su Zoom al seguente link: https://www.cogito-glasgow.com/event-details/cop26-innovation-showcase-climate-justice-risk-and-wellbeing