Europa e pace, quali prospettive? Incontro pubblico promosso da CL

Tempo di lettura: 3 minuti
Leone Grotti
Leone Grotti

Mercoledì 9 aprile alle 21, alla Sala Don Ticozzi, il giornalista Leone Grotti dialoga sul ruolo dell’Europa nel conflitto russo-ucraino

LECCO – “Quali prospettive per l’Europa e per la pace?” È attorno a questa domanda che si terrà un incontro pubblico promosso da Comunione e Liberazione Lecco, in programma per mercoledì 9 aprile alle ore 21 presso la Sala Don Ticozzi, in via Ongania 4. L’iniziativa, a ingresso libero, vedrà la partecipazione del giornalista Leone Grotti, firma della rivista Tempi, esperto di politica internazionale e autore di numerosi reportage da aree di crisi come Iraq, Siria, Libano, Estremo Oriente e Africa.

L’appuntamento nasce in risposta a un momento storico particolarmente delicato, in cui si moltiplicano le tensioni geopolitiche e si affaccia l’ipotesi di un massiccio riarmo europeo. Temi che toccano direttamente anche l’Italia e le istituzioni internazionali di cui fa parte, e che interrogano il ruolo stesso dell’Unione Europea nella costruzione della pace.

Il dibattito prenderà spunto dai recenti interventi di Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, pubblicati su Repubblica e Corriere della Sera. In questi scritti, Prosperi ha espresso forti perplessità sulla direzione intrapresa dall’Europa: “Il problema che l’Europa è chiamata ad affrontare oggi – ha scritto – è fondamentalmente culturale: l’Unione deve decidere se essere fedele alla sua vocazione di luogo di incontro, di mediazione e quindi di costruzione della pace, promuovendo la centralità della persona e una cultura della sussidiarietà all’interno dei singoli Paesi, oppure contribuire all’atmosfera conflittuale che sembra prevalere su tutto”.

Un passaggio chiave riguarda la questione degli armamenti: “La prospettiva di garantire la sicurezza comune mediante un investimento ingente in armamenti, a maggior ragione se affidato ai singoli Stati, mi pare davvero inadeguata. E poiché il progetto politico europeo ha delle lacune a tutti evidenti, credo sia un errore pensare che il riarmo per far fronte a un aggressore pericoloso sia un buon modo per colmare il vuoto di identità che tutti percepiamo”.

Un monito che si allinea alle parole di Papa Francesco, spesso critico verso le politiche di militarizzazione: “Papa Francesco – prosegue Prosperi – non si stanca di ripetere che armarsi significa soltanto prepararsi alla guerra: mi auguro che questo monito sia tenuto presente da tutti i politici europei”.

L’incontro di mercoledì offrirà l’occasione per affrontare questi temi con lo sguardo attento di chi, come Grotti, ha potuto osservare da vicino le conseguenze dei conflitti. Ma anche per riflettere su un’alternativa possibile, ancorata a un’idea di pace che non sia utopia, ma esito di una consapevolezza più profonda. Come ricordava don Giussani, citato da Prosperi: “La pace dipende dal fatto che l’uomo ammetta l’impossibilità di darsi la perfezione da sé stesso, mentre indomabilmente riconosce il suo debito verso l’Essere”.

In un clima internazionale che tende a semplificare, polarizzare e militarizzare, l’incontro si propone come un momento di confronto e approfondimento, nella convinzione che “la guerra non può essere l’unico scenario possibile e realistico”.