Galbiate. Villa Serena riparte da un abbraccio grazie alla stanza donata da Spi Cgil

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Inaugurata la struttura gonfiabile che mette in contatto gli ospiti della Rsa con i propri famigliari

Un momento commovente: la signora Luigia, 93 anni, dopo un anno riabbraccia i suoi figli

GALBIATE – Un momento molto emozionante alla Rsa Villa Serena di Galbiate dove, da questa mattina, lunedì, è attiva la stanza degli abbracci. Il sindacato dei pensionati Spi Cgil Lombardia ha consegnato in dono la struttura gonfiabile che ha permesso a Luigia Rizzi, 93 anni di Lecco ospite della struttura, di poter riabbracciare dopo tanto tempo i suoi tre figli Raffaella, Paolo e Riccardo.

La direttrice della struttura Alma Zucchi taglia il nastro della stanza degli abbracci

Un’iniziativa nata dall’esigenza di compiere un gesto concreto per tutti gli anziani che ancora soffrono per la solitudine e per la mancanza di un contatto fisico con i propri famigliari. A pochi giorni dalle prime consegne di Pavia, Lodi, Alzano Lombardo e Milano, è stato il turno della provincia di Lecco.

La struttura è stata gonfiata nel giro di pochi secondi permettendo così i primi abbracci in completa sicurezza senza il rischio di portare il covid nella Rsa che ospita anziani fragili. Gli stessi anziani hanno vissuto con moltissima commozione questo prezioso momento che ha permesso loro di avere un contatto con i propri famigliari e con il mondo esterno.

I figli della signora Luigia Rizzi, 93 anni, ospite della struttura

Presenti Alma Zucchi ed Enrico Bodega, rispettivamente Direttore e Presidente Rsa Villa Serena; Laura Motolese, Commissario Prefettizio Comune di Galbiate; Federica Trapletti, Segreteria Regionale Spi Cgil Lombardia; Giuseppina Cogliardi, segretario Generale Spi Lecco; Pio Giovenzana, Segretario Spi Lega di Oggiono; Claudio Dossi, presidente Auser Lecco e Marco Brigatti, Segreteria Cgil Lecco.

“Abbiamo vissuto la vicenda iniziata ormai un anno fa con grande preoccupazione e apprensione, sappiamo bene che uno dei problemi più grossi è quello dell’isolamento e dell’impossibilità per gli anziani ricoverati nelle Rsa di avere un contatto fisico con i propri famigliari – ha detto Trapletti -. Un problema che spesso ricade anche sulle condizioni di salute degli anziani, per questo abbiamo deciso di regalare a una Rsa per ogni provincia una stanza degli abbracci per cercare di far tornare il sorriso sul viso di queste persone”.

Federica Trapletti

Le stanze degli abbracci, che il sindacato dei pensionati lombardo ha acquistato, sono complessivamente 17: una per ogni comprensorio territoriale (le 12 province più la Valcamonica e il Ticino Olona). Alcuni territori hanno poi raddoppiato acquistando loro stessi una stanza degli abbracci da donare. Si tratta di strutture gonfiabili facilmente collocabili sia dentro che fuori dagli edifici, all’interno delle quali, in totale sicurezza e, seppur separati da una parete in Pvc, ci si potrà nuovamente abbracciare.

Giuseppina Cogliardi

“Siamo molto soddisfatti per questa iniziativa e abbiamo deciso di ampliarla donando, con un contributo nostro provinciale, altre stanze degli abbracci ad altre Rsa del territorio – ha detto Cogliardi -. Ci rendiamo conto che il tema dell’isolamento degli anziani è molto importante, sia nelle Rsa che dentro le loro abitazioni. Cercheremo il più possibile di stare vicini a queste situazioni, ma nel frattempo ci siamo chiesti anche come essere utili in maniera rapida e questa è una iniziativa importante sperando che tutto questo, attraverso il piano vaccinale, possa diventare solo un brutto ricordo”.

Laura Motolese

“Grazie per aver regalato questa struttura, il covid ci ha travolto tutti duramente ma dobbiamo ricominciare e farlo dagli abbracci credo sia un ottimo inizio – ha detto Motolese -. Immaginatevi cosa può significare questa stanza per chi, forse da più di un anno, non ha avuto la possibilità di riabbracciare i propri cari. Penso abbia un valore grandissimo sia per gli ospiti di Villa Serena ma anche per i famigliari”.

Tra lacrime di gioia e sorrisi commossi il momento di inaugurazione si è concluso con i primi abbracci “in sicurezza”. Le parole hanno lasciato spazio a un contatto fisico che ha raccontato tutte le difficoltà di un’emergenza che nessuno poteva nemmeno lontanamente immaginare. Attraverso quelle mani, strette le une nelle altre, c’è una sorta di liberazione e uno sguardo di speranza verso il futuro ben consapevoli che bisogna combattere ancora…