Goletta dei laghi, ancora troppi rifiuti nel Lario. Monitorata anche la qualità dell’acqua

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Laura Todde, Simone Nuglio, Costanza Panella, Alessio Dossi

Il dossier di Legambiente ha messo in luce la qualità dell’acqua, ma anche la presenza di micro e macroplastiche nei laghi

L’80% della spazzatura spiaggiata è rappresentata da oggetti in plastica. “Se non venisse gettato nulla nel wc, potremmo evitare che circa un terzo dei rifiuti arrivi a lago”

LECCO – Mozziconi di sigarette, frammenti di plastica, sacchetti di patatine, incarti di dolciumi e cotton fioc. Sono i rifiuti in testa alla classifica degli oggetti impropriamente rinvenuti sulle spiagge dei nostri laghi nel corso di Goletta dei Laghi, campagna di monitoraggio delle acque che Legambiente effettua da 14 anni nei bacini lacustri italiani. Anche in questa edizione sono stati monitorati i principali laghi lombardi: Sebino, Lario, Ceresio, Varese, Verbano e Benaco.

Il passaggio di Goletta ha posto l’attenzione sulla qualità delle acque dal punto di vista microbiologico, concentrando l’attenzione su scarichi abusivi, mancata depurazione e sull’erosione delle coste dovuta a speculazioni edilizie. Non solo, ma la campagna si è concentrata, come da qualche anno a questa parte, anche sul monitoraggio delle microplastiche presenti nelle acque e delle macroplastiche spiaggiate.

Cinque spiagge monitorate nel Lecchese

La fotografia restituita è di fatto impietosa e testimonia come siano ancora molti i comportamenti incivili e irrispettosi dell’ambiente messi in atto anche nel nostro territorio. Cinque le spiagge monitorate nel Lecchese, con riferimento ai Comuni di Bellano, Mandello e Lecco per ciò che concerto il campionamento del beach litter, ovvero la spazzatura spiaggiata. Grazie all’impegno di decine di volontari di Legambiente e di privati cittadini è stato possibile raccogliere, separare e catalogare tutti i rifiuti rinvenuti sui litorali.

Alcuni dei rifiuti abbandonati nella spiaggetta del Moregallo

Nel Lecchese, si legge nel report “in media sono stati circa 580 i rifiuti raccolti per ognuna delle spiagge analizzate, in tratti dall’estensione media di circa 170 metri quadri. Mozziconi di sigarette, pezzi di plastica (da 2,5 cm a 50 cm di lunghezza) e cotton fioc rappresentano le maggiori tipologie di rifiuti trovati. Particolarmente presenti i cotton fioc a Pesceranico di Lecco, probabilmente a causa della presenza di un depuratore nelle vicinanze”.

Tra i rifiuti spiaggiati predomina la plastica

Un dato di fatto in linea con quanto riscontrato a livello regionale. “L’80% degli oggetti rinvenuti sono in plastica, il 5% in vetro e il 5% in carta/cartone. Seguono con minori percentuali metallo, gomma, tessili e legno. In gran parte sono rifiuti che derivano dalla cattiva gestione di quelli urbani e che vengono trasportati dal vento e dalle acque meteoriche dalle zone urbanizzate alla spiaggia, interfaccia con le acque lacustri” si precisa nel dossier, sottolineando come per macrorifiuti si intendano gli oggetti con dimensione maggiore di 2,5 cm.

Nel mirino anche la cattiva depurazione

Da sempre attenta anche alla qualità della depurazione, Legambiente sottolinea che “il 7% dei rifiuti rilevati provengono anche dalla cattiva depurazione. Si tratta di bastoncini cotonati per la pulizia delle orecchie in plastica (al bando in Italia dal gennaio 2019 in favore di alternative biodegradabili e compostabili), blister dei medicinali, aghi da insulina, contenitori delle lenti a contatto, assorbenti, applicatori e altri oggetti di questo tipo che ritroviamo sulle spiagge. Sono 4 i rifiuti che rappresentano la metà di quelli classificati (su 150 categorie) e sono i mozziconi di sigaretta, in primis, per il 26%, prezzi e frammenti di plastica per il 16%, sacchetti di patatine e incarti di dolciumi per il 7% e cotton fioc per il 5%”.

“Nulla va gettato nel wc”

Da qui una considerazione, legata al buon senso e al rispetto di atteggiamenti di elementare sostenibità ambientale. “Tolti i pezzi e frammenti di plastica che derivano dalla disgregazione di rifiuti di maggiori dimensioni e di cui non è possibile determinare l’origine, se si mettessero in campo azioni di buona gestione e sensibilizzazione per impedire la dispersione di mozziconi di sigaretta, incarti dei dolciumi e rendere consapevoli i cittadini che nulla va gettato nel wc, potremmo evitare che circa un terzo dei rifiuti arrivi a lago. Questo ci dicono i dati dei monitoraggi condotti sinora, che non sono esaustivi ma che danno comunque una traccia e un indirizzo su dove agire per arginare il problema.
Non meno importante il fattore delle microplastiche, ovvero la porzione microscopica di plastica che sfugge alle pulizie e che resta nell’ambiente della spiaggia, a portata delle acque del lago. Le indagini condotte dai tecnici di Goletta hanno previsto anche l’analisi della presenza di microplastiche fino a 70 metri di profondità, e la ricerca di comunità microbiche sulle microplastiche rinvenute, la cosiddetta plastisfera, potenziale veicolo di elementi patogeni dannosi per l’ecosistema e per l’uomo, grazie alla collaborazione con Irsa-Cnr, l’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche. “Per quanto riguarda i risultati, il lago Maggiore presenta la densità maggiore con oltre 100mila particelle per chilometro quadrato, per il Benaco è stata stimata invece una densità media di oltre 36mila particelle per chilometro quadrato. Una minore concentrazione è stata rilevata per il Lario e per l’Iseo, rispettivamente con circa 28.500 e 11.500 particelle ogni chilometro quadrato”.

Analisi microbiologiche delle acque

L’indagine di Goletta dei laghi ha riguardato anche lo stato di qualità dei laghi effettuando analisi microbiologiche delle acque, prelevando campioni in punti considerati sensibili sia per l’elevata attività antropica sia per l’affluenza discarichi di quel bacino. Campionamenti che “non vogliono sostituirsi ai controlli ufficiali, né pretende di assegnare patenti di balneabilità, ma restituiscono un’istantanea utile ad individuare i problemi e a ragionare sulle soluzioni”.

In particolare l’analisi ha riguardato l’esistenza di enterococchi intestinali ed Escherichia coli, indicando come inquinato un ambiente con enterococchi intestinali maggiori di 500 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100ml e fortemente inquinato Enterococchi intestinali maggiori di 1000 UFC/100ml e/o Escherichia Coli maggiori di 2000 UFC/100ml. Tutti i punti sono apparsi entro i limiti a eccezione di Perledo alla foce del torrente Esino, bollato come fortemente inquinato.

Il commento

“Per quanto riguarda la sponda lecchese del Lario, rimane aperta l’ipotesi di un nuovo impianto di depurazione per la città di Lecco che vede nell’esistente un sistema datato e che deve sopportare l’aumento dei reflui da trattare. Non certo migliore è la situazione per i comuni che si affacciano sulla sponda sinistra del ramo lecchese, dove si sta ancora realizzando il collegamento dei collettori fognari del Comune di Oliveto Lario al depurtarore di Valmadrera. Infine è atteso anche il collegamento del depuratore di Varenna, che risulta obsoleto, con quello di Bellano. Per l’alto lago, si attendono la fine dei lavori per il potenziamento del depuratore di Colico Monteggiolo”.