Green Pass. RSA: nel lecchese obbligo di vaccino per 8 mila operatori

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Da ottobre obbligo di vaccino anti-Covid anche per i lavoratori delle case di riposo

La novità riguarda soprattutto operatori Oss e Asa così come amministrativi ed esterni

 

LECCO – E’ arrivata nelle scorse ore la decisione del Governo su un ulteriore allargamento del Green Pass in ambito scolastico e socio sanitario-assistenziale. In particolare il decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri ha introdotto l’obbligo di presentazione della certificazione verde per chiunque acceda alle scuole, esclusi gli alunni (la misura è prevista invece per gli studenti universitari) e l’obbligo vaccinale nelle strutture residenziali, socio-assistenziali e sociosanitarie.

Le RSA sono state tra le prime a subire gli effetti drammatici della pandemia. Sono oltre una ventina le strutture attive in provincia di Lecco e vi operano complessivamente 8,5 mila lavoratori. Per una parte di loro, infermieri e medici, l’obbligo è già scattato in quanto appartenenti ai rispettivi ordini professionali che, in caso di mancata vaccinazione, dopo le verifiche di ATS devono sospendere gli operatori.

L’obbligo vaccinale, che scatterà dal 10 ottobre, è invece una novità per gli OSS (operatori socio sanitari) e ASA (ausiliari socio assistenziali), oltre che per il personale amministrativo e i tecnici manutentori che operano all’interno delle strutture.

“Pur essendo lavoratori assimilati alla sanità, nelle Rsa c’è una forte parcellizzazione nel panorama dei contratti applicati, in alcuni casi si utilizza quello delle cooperative sociali, il contratto nazionale Uneba oppure della sanità pubblica – spiega Vincenzo Falanga della Uil – i dati complessivi sulle vaccinazioni sul territorio sono buoni e fanno auspicare che gli operatori siano già in gran parte vaccinati”.

“Il vaccino – aggiunge Falanga – a nostro modo di vedere è un dovere civile, per sé stessi e per gli altri”.

All’Airoldi e Muzzi sospesa un’infermiera

Sono oltre 2 mila gli ospiti delle case di riposo nel lecchese. L’Istituto Airoldi & Muzzi è tra le più grandi in provincia. Dei 350 dipendenti totali, meno di un centinaio sono infermieri, oltre 160 invece gli Oss e Asa, i restanti sono personale amministrativo, tecnici e operai.

“Abbiamo fino ad ora avuto un solo caso di infermiera non vaccinata che abbiamo dovuto sospendere – spiega il presidente Giuseppe Canali, presidente della Rsa – per quanto riguarda gli altri operatori sappiamo che sono pochi, tre o quattro da quel che ci risulta, che non si sarebbero ancora vaccinati. Auspichiamo che ora lo facciano”.

Per Canali “il decreto fa finalmente chiarezza: non essendo iscritti ad albi, per Oss e Asa la procedura sarebbe stata più complessa e non avremmo certo potuto fare tamponi tutti i giorni, chi non vorrà vaccinarsi dovrà quindi essere sospeso”.

I monitoraggi con i tamponi si effettuano ciclicamente in casa di riposo e oggi, spiega il presidente, nessuno tra gli ospiti e operatori risulta positivo al virus.