Il 17 Maggio giornata mondiale contro omofobia, bifobia e transfobia

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L’associazione lecchese Renzo e Lucio: “Situazione preoccupante”

Domenica 17 maggio, alle 17.30, appuntamento online con un momento di riflessione dal titolo ‘Espressione di sé e linguaggio’

LECCO – Dal 17 maggio 2004, ogni anno, si celebra la giornata mondiale contro l’omofobia. Dal 2018 questa giornata non riguarda solo la violenza e gli atti di negatività verso le persone omosessuali ma include anche le persone transessuali e bisessuali.

L’associazione Renzo e Lucio da anni celebra questa giornata con alcune iniziative promosse sul territorio lecchese. A causa delle misure di contenimento adottate per la pandemia del corona virus, quest’anno in compagnia del Lecco Pride le iniziative saranno online.

“Sui canali social del Lecco pride domenica 17 maggio alle 17,30 verrà proposto un momento di riflessione dal titolo ‘Espressione di sé e linguaggio’ – spiegano dall’associazione lecchese – La riflessione vuole aiutare a comprendere come troppo spesso l’omofobia è generata dall’uso che facciamo del linguaggio, nella nostra vita reale ma in modo particolare sui canali social. Ospiti dell’incontro saranno il giornalista Dario Accolla e la drag queen Daphne Bohemien. Una riflessione a più voci e da prospettive diverse”.

Durante a giornata, sempre sui canali social del Lecco Pride, verrà pubblicato un video dedicato alla giornata contro l’omobitransfobia. La canzone True Colors di Cyndi Louper verrà eseguita da un gruppo di volontari. Il video, interamente realizzato a distanza ed online, vuole ricordare a tutte le persone LGBT+, come recita il testo della canzone, di “non aver paura di mostrare i tuoi veri colori perché sono belli come come un’arcobaleno”. Ognuno deve essere se stesso senza paura, differenza dei colori è un valore e risalta poi nella bellezza dell’arcobaleno.

“Anche oggi – proseguono dall’associazione Renzo e Lucio – si deve parlare di omobitransfobia e, oltre ai recenti casi verificatesi anche a Lecco, i dati del nostro Paese continuano ed essere preoccupanti. Una recente ricerca realizzata dal Centro Risorse LGBTI all’interno del progetto Hate Crimes No More Italy, ha raccolto, da Giugno a Dicembre 2019 ben 672 segnalazioni di crimini d’odio o altri atti motivati da odio omobilesbotransfobico”.

Di seguito alcuni dati emersi dalla ricerca “dalla quale  – sottolineano dall’associazione Renzo e Lucio- risaltano quattro punti preoccupanti”.

LA FATICA DI DIRE DI SE STESSI: Il primo dato che emerge riguarda la visibilità delle persone coinvolte,  infatti solo il 76%  racconta di condividere il proprio orientamento sessuale o identità di genere nei propri ambiti amicali e familiari, per gli altri esiste ancora il silenzio ed il nascondimento. Ancora, in molti contesti della vita quotidiana le persone non si sentono libere di essere se stesse e di manifestare pienamente la propria espressione di genere, vivendo una condizione generale di paura e autocensura che compromette il benessere psicofisico e sociale.

QUALI SONO GLI ATTI OMOFOBI: tra le persone che hanno riportato episodi di crimini d’odio, il 73% ha subito ingiurie ed insulti, il 24% minacce, il 13% molestia sessuale, il 12% violenza fisica.

ANCORA SI FA FATICA A DENUNCIARE: sul totale di persone che hanno subito episodi di violenza sessuale, violenza fisica, stupro, danneggiamento delle proprietà, aggressioni con armi, tentato omicidio, il 76.4% non ha denunciato l’accaduto nonostante questo costituisca di per sé un reato, indipendentemente dal movente.

MANCA ANCORA UNA LEGISLAZIONE CHE CI DIFENDA: leggendo le motivazioni che hanno indotto le persone partecipanti a non denunciare, emerge, da un lato, la percezione che quanto subito non fosse perseguibile per legge, dall’altro, che un’eventuale denuncia sarebbe comunque stata inutile perché non si sarebbero presi i provvedimenti necessari ad evitare che accadesse ancora. In molti casi viene riportata la necessità di non attirare su di sé l’attenzione dando visibilità all’accaduto, per non dover subire una vittimizzazione secondaria.