Il filosofo Carlo Sini: “Ci siamo evoluti nelle scienze, ma non nella civiltà”

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Ieri sera, la serata d’apertura del ciclo di incontri “Pensare l’Evoluzione”

Prossimo appuntamento il 10 aprile con il filosofo della biologia Andrea Parravicini

LECCO – “Evoluzione significa progresso? Una domanda di civiltà”. E’ questo il quesito al quale ha cercato di rispondere il filosofo Carlo Sini, nella serata inaugurale del ciclo di incontri “Pensare l’Evoluzione” promosso dall’associazione culturale “Frammenti di Filosofia” e da “Mechrì, laboratorio di filosofia e cultura”, che si è svolta ieri sera, mercoledì a Lecco, nella sala conferenze di Confindustria Lecco e Sondrio.

Da sinistra Enrico Bassani, psicologo, psicoterapeuta e presidente dell’associazione culturale “Frammenti di Filosofia”, il filosofo Carlo Sini e Florinda Cambria presidente di “Mecrì, laboratorio di filosofia e cultura”

“Se l’evoluzione è anche progresso, le scienze lo dimostrano e progrediscono appunto rispetto a conoscenze più semplici che abbiamo avuto in passato, questo non vale per la civiltà” ha spiegato il filosofo Carlo Sini.

“Il mondo antico non si orientava in rapporto a un’idea di progresso per come la intendiamo noi oggi, anzi – ha puntualizzato Sini – il problema per esempio per Platone era il regresso, in quanto tutte le cose buone e belle prima o poi vengono meno. Quindi per Platone il problema della natura umana era la sua degenerazione, aspetto che non è solo esterno all’uomo, ossia riferibile alle condizioni in cui si trova a vivere, ma anche al suo interno, nella forma della ‘stasis’, la guerra intestina”.

Una visione pessimistica, insomma, della natura umana “come si evince – ha proseguito Sini – anche dal testo ‘Somnium Scipionis’, conclusione del sesto e ultimo libro del De re publica di Cicerone. Qui, si dice che Scipione pianse sulla rovine di Cartagine dopo averla conquistata e distrutta, pensando che un giorno la stessa sorte sarebbe capitata a Roma”.

Dal pessimismo antico si arriva nell’età dei lumi dove la ragione è considerata lo strumento principe per progredire nel sapere e nella conoscenza. “E’ in questo periodo storico che l’uomo è incentrato sull’idea di progresso. Un progresso illuminato e infinito nell’ambito delle imprese umane”.

Su questo orizzonte di senso traccia una linea importante il marchese di Condorcet che nel suo “Abbozzo di un quadro storico dei progressi dello spirito umano” concepisce la storia come un progressivo trionfo della ragione ma a tre condizioni: purché si tolgano le diseguaglianze fra Stati, si eliminino le ingiustizie all’interno dello Stato stesso e si realizzi il perfezionamento della specie umana.

“Quello che auspicava Condorcet non è avvenuto, o è avvenuto in parte – ha sottolineato Sini – Ovvero, l’affidamento alla cultura che salva. Se da un lato abbiamo assistito alla conquista del mondo da parte delle scienze occidentali e al loro sviluppo, dall’altro lato non si è verificata la formazione del carattere morale della scienza, che è in grave crisi, e soprattutto non si è realizzata la pace tra le nazioni”.

“Possiamo quindi dire che c’è stata un’evoluzione nella forma di umanità oggi? – Si chiede infine Sini – Sicuramente le conoscenze e la cultura ci hanno dato un aiuto, ma non possiamo affidarci a loro e illuderci alla Condorcet. Perché se è vero che le scienze e le conoscenze sono progredite, questo non è avvenuto sul piano della civiltà. Non c’è pace fra gli Stati, esistono ancor oggi gli schiavi e un gesto d’amore di 100 anni fa è un gesto d’amore anche oggi… a proposito: è ‘progredibile’ un gesto d’amore?”.

Prossimo appuntamento della rassegna “Pensare l’Evoluzione” è il 10 aprile con il filosofo della biologia Andrea Parravicini che affronterà il tema “Sulle tracce di Homo Sapiens e dei suoi antenati: le ultime scoperte dell’evoluzione umana”. Serata che si terrà sempre presso la sala sala conferenze di Confindustria Lecco e Sondrio di via Caprera, 4 con inizio alle 20.45.