Il San Martino brilla per Claudio: “Non avevamo idea di quanta gente gli volesse bene”

Tempo di lettura: 4 minuti

“Sono sicura che Claudio ha apprezzato”

Un centinaio di persone, giovedì sera, alla fiaccolata per Claudio Rossi

LECCO – “Questa fiaccolata è sicuramente il gesto che Claudio avrebbe apprezzato di più”. C’erano anche mamma Ornella e papà Luigi, giovedì sera a Rancio, insieme a un altro centinaio di persone, alla partenza della fiaccolata che gli amici hanno voluto organizzare sul San Martino (la montagna che più amava insieme al Resegone) per ricordare Claudio Rossi, morto a soli 43 anni a causa di una malattia.

Papà Luigi, Miriam, Steppo e mamma Ornella

“Non immaginavamo che ci fosse una tale quantità di gente che conosceva e voleva bene a Claudio – raccontano i genitori -. In tutti questi giorni abbiamo ricevuto tantissime testimonianze di affetto, ma quello che più ci ha impressionato sono state le confidenze di persone che vedevamo per la prima volta, piccoli frammenti di vita che ci hanno restituito l’immagine di Claudio vista da una prospettiva che non conoscevamo così a fondo”. Ricordi intimi che si tengono nascosti nel cuore ma che si condividono solo quando le emozioni sono davvero forti.

Alla cappelletta del San Martino: solo sorrisi per ricordare Claudio

Stefania “Steppo” Valsecchi ha subito sposato l’idea di Miriam, ex fidanzata di Claudio che oggi vive dall’altra parte del mondo, in Australia: “L’idea è stata sua, io l’ho raccolta e l’ho fatta girare sui social e così, giovedì sera, eravamo circa un centinaio. La cosa più bella è che i suoi genitori hanno potuto vedere in queste persone tutte le qualità di Claudio: un’esperienza come quella di giovedì sera racconta che c’è tanta gente che ha bisogno di cose positive e belle e, grazie a Claudio, siamo riusciti a vivere questo abbraccio comune di amicizia”.

Tanti bambini con le famiglie hanno partecipato alla fiaccolata

“Ci ha insegnato che essere se stessi alla fine paga – ha continuato Miriam che non è voluta mancare giovedì sera -. Abbiamo visto quanti amici veri aveva Claudio e abbiamo visto che il suo viso esiste e sorride ancora. Ciò che mi ha sempre affascinato di lui erano il suo ottimismo e il senso di protezione verso gli altri, pensava a tutelare le persone a cui voleva bene prima che se stesso, così è stato anche durante la malattia. E poi era un osservatore, coglieva tutti i piccoli dettagli, andare in montagna con lui era fantastico perché conosceva tantissime cose”.

L’abbraccio al rifugio Piazza

Animali, montagna, natura, sport queste erano le sue passioni: “Un carattere irrequieto, era impossibile tenerlo fermo. Agile e mingherlino, biondo, con due occhi azzurri che sembravano fanali… era un ‘folletto delle montagne’ – ricorda Steppo -. Mi piace dire che lui, come del resto tanti di noi, era un ‘terremotato spirituale’, ma aveva la capacità di tirar fuori la parte più bella di ogni persona che incrociava nel suo cammino”.

“Un amico ha detto che era una ‘spirito libero’ e, da genitori, sappiamo bene quanto facesse fatica ad accettare regole e convenzioni – dicono i genitori -. Ricordo ancora la maestra delle elementari che durante la ricreazione lo teneva letteralmente per mano per paura che si cacciasse in qualche guaio e si facesse male. Nella malattia, però, abbiamo conosciuto un nuovo Claudio, l’ha accettata e affrontata con serenità senza mai pensare alla morte”.

“Claudio era al centro della nostra vita e siamo felici di tutto questo amore che c’era attorno a lui – continua mamma Ornella -. Non era un protagonista ma con la sua riservatezza sapeva cogliere l’essenza delle persone. Lui purtroppo non c’è più, ma sono sicura che, vedendo la fiaccolata, mi avrebbe detto ‘mamma, ma davvero hanno fatto questo per me?'”

Gli amici di Claudio mentre cantano “Amici miei” prima di partire per la fiaccolata