Immigrazione nel Lecchese: gli stranieri sono l’8,7% della popolazione. Il progetto per l’integrazione

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Il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione

Il prefetto Pomponio ha presentato il report immigrazione, i dati sono aggiornati a maggio 2022

Per quanto riguarda l’emergenza Ucraini, un solo cittadino è accolto dalla rete Cas

LECCO – Il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, sede di confronto tra la Prefettura e gli  attori provinciali della gestione del fenomeno migratorio, ha stilato il primo report statistico sulla popolazione immigrata in provincia, presentato dal Prefetto di Lecco, Sergio Pomponio.

In totale risultano 29.183 cittadini immigrati in provincia, l’8,74% della popolazione residente. Il continente africano è la macro-area di provenienza della più significativa quota (49,36%%) della popolazione immigrata, seguito dall’Europa extracomunitaria (23%) e dall’Asia(15%) . Mentre la nazionalità più presente è quella marocchina, seguita da quella albanese e senegalese.

Con una parziale simmetria proporzionale tra nazionalità, almeno nei primi posti, anche le
presenze dei minori (3.611, di cui 111 non accompagnati) rispecchiano dati analoghi.

I Comuni di Lecco, Calolziocorte, Merate, Valmadrea e Oggiono sono quelli che ospitano più di mille presenze; nel capoluogo si registra l’entità più significativa di presenze con 5.412 unità. Tuttavia, osservando il dato sull’incidenza percentuale della popolazione immigrata su quella residente, si rileva che il comune di Lecco registra l’undicesimo rapporto, in ordine di grandezza, tra la popolazione residente e quella immigrata; mentre Malgrate è al primo posto (con il 16% di stranieri sui residenti).

Venendo ai centri di accoglienza straordinari dei richiedenti la protezione internazionale, al momento si registra la presenza di 368 cittadini stranieri, distribuiti in 12 Comuni della provincia.

Il focus sull’emergenza Ucraina

Il flusso di profughi ucraini si caratterizza per tendenziali spontaneismo e autonomia
organizzativa dei connazionali o conoscenti che li ospitano. Un solo cittadino ucraino è presente nella rete cas. Il flusso di arrivi si attesta, da ultimo, su aumenti marginali significativamente più ridotti rispetto ai mesi scorsi.

Le strutture che ospitano sono, nella stragrande maggioranza, appartenenti a privati. Le
disponibilità provenienti dal territorio sono state raccolte dal Distretto di Lecco, che racchiude e coordina gli Ambiti di Lecco, Bellano e Merate.

Immigrazione: livelli di occupazione lavorativa e di integrazione

Il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio

Se, da un lato, si registra una tendenziale soddisfazione per i livelli di occupazione lavorativa dei cittadini stranieri, per l’assenza di fenomeni strutturali di caporalato e per il lavoro svolto dalla Prefettura nel disbrigo delle procedure di emersione, permangono problematiche relative ad auspicabili più incisivi livelli di integrazione.

Si rileva anche la mancanza di un sistema idoneo a canalizzare l’offerta lavorativa in percorsi di formazione professionale, per modellare le competenze sul fabbisogno del tessuto imprenditoriale locale. Altra problematica largamente avvertita riguarda la difficoltà, per molti stranieri, di stipulare contratti di affitto ad uso abitativo. Infine, il tema delle fragilità dei cittadini stranieri, che rischiano di non poter godere di un’adeguata protezione, interpella collettivamente le Istituzioni del territorio, affinché il sistema offra una valida rete di supporto. Non rinviabile è anche la riflessione sulla significativa presenza di minori stranieri, che impone una visione prospettica della realtà territoriale nel prossimo futuro.

Per queste ragioni, nell’ambito del Progetto Fami “Accogliere, Orientare, Includere”, promosso dalla Prefettura, sono stati istituiti quattro tavoli operativi sulle seguenti tematiche: Fragilità e gravi marginalità; seconde generazioni e dialogo interreligioso; formazione, lavoro e casa; integrazione femminile e pari opportunità. Con il generale coordinamento della Prefettura, tali gruppi di lavoro costituiranno l’occasione di coinvolgimento e confronto degli attori deputati, per competenze di istituto o per finalità sociali, a creare e consolidare procedure o buone prassi, in chiave di governance del fenomeno migratorio, in ambito provinciale.

Qui il report completo.