In ospedale la 12° giornata oncoematologica: mieloma e leucemia al centro

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L'ospedale Manzoni di Lecco

L’appuntamento si è tenuto sabato 26 marzo presso l’Ospedale Manzoni di Lecco

Hanno partecipato numerosi specialisti ed esperti provenienti da tutta la Lombardia

 

LECCO – “Mieloma e leucemia linfatica cronica: cosa è cambiato negli ultimi trent’anni?”: questo il titolo con cui si è scelto di rappresentare la dodicesima giornata oncoematologica, promossa dall’ASST di Lecco. L’incontro, tenutosi sabato 26 marzo, ha visto la partecipazione di numerosi specialisti dell’Azienda lecchese presso l’Aula Magna dell’Ospedale Manzoni di Lecco, oltre alla presenza di esperti provenienti da tutta la regione, interessati da diverso tempo agli aspetti diagnostico-terapeutici delle neoplasie trattate.

Paolo Favini, direttore generale
Paolo Favini, direttore generale ASST Lecco

Tumori che sono in aumento, come spiega Paolo Favini, Direttore Generale ASST Lecco, sottolineando come alcuni comincino a colpire anche i giovani: “Patologie come il mieloma multiplo e la leucemia linfatica cronica sembrano non essere più solo una prerogativa degli anziani. Lo scenario terapeutico nel trattamento dei pazienti con queste particolari neoplasie, nel corso degli anni, è rapidamente cambiato ed è in costante evoluzione”.

Mutamento che viene raccontato da Antonio Ardizzoia, Direttore Dipartimento Oncologico ASST Lecco: “Del mieloma, tumore del sangue tra i più diffusi in Italia dopo il linfoma non-Hodgkin, si registrano circa seimila nuovi casi ogni anno. Fino a trent’anni fa l’aspettativa dei pazienti con questa neoplasia era al massimo di tre anni, ma grazie al trapianto delle cellule staminali, ai nuovi farmaci intelligenti, dagli dagli immunomodulatori agli inibitori del proteosoma fino agli anticorpi monoclonali, la sopravvivenza di questi pazienti è migliorata fino a sette-dieci anni. Si tratta di medicine che non solo permettono di curare il mieloma, tuttora inguaribile, ma aiutano a garantire una buona qualità di vita anche alla maggior parte dei pazienti anziani. Fondamentale, se si pensa molti ammalati di questa patologia hanno necessità solo di controlli ambulatoriali, esami ematochimici e radiologici periodici ma ad un certo punto del decorso del tumore necessitano di essere assistiti”.

Antonio Ardizzoia, Direttore Dipartimento Oncologico ASST Lecco

A spiegare meglio cosa comporta il mieloma multiplo ci pensa Paola Ferrando, Responsabile della Unità Operativa Semplice di Oncoematologia ASST Lecco, la quale fornisce prima di tutto un quadro della situazione rispetto al suo reparto: “Attualmente abbiamo duecentocinquanta i pazienti con mieloma, curati quando necessario con farmaci innovativi come il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche. La malattia si può manifestare sotto forma di dolori ossei, fratture patologiche, insufficienza renale, intensa astenia e anemia. Si sviluppa con frequenza nell’anziano e l’età media dei pazienti è circa 65-70 anni, ma può colpire anche soggetti molto più giovani e purtroppo si nota un crescente aumento di questo tumore tra persone con età inferiore a 50 anni”.

Ferrando tratta anche dell’altra neoplasia, la leucemia linfatica cronica, riscontrata in duecentocinquanta pazienti dell’Oncoematologia dell’ASST di Lecco, un numero pari a quelli affetti da mieloma multiplo. “Si tratta di una patologia in forte crescita, la più diffusa nei paesi occidentali, che colpisce prevalentemente le persone più anziane tanto che il 90% dei casi ha una età superiore a 50 anni – spiega Ferrando -. È una neoplasia caratterizzata dall’accumulo di piccoli linfociti nel midollo osseo e nel sangue periferico che causa un ingrossamento dei linfonodi. Solitamente è una malattia indolente che non necessita di essere curata e ha un lungo decorso, ma può essere molto aggressiva se non trattata. Come per il mieloma multiplo, negli ultimi anni sono stati resi disponibili farmaci intelligenti che hanno permesso di curare al meglio i pazienti arrivando forse anche a guarire questa forma leucemica”.

Per il futuro l’augurio è quello di arrivare non solo a cronicizzare, ma anche a guarire queste malattie oncoematologiche, puntando su terapie mirate e personalizzate come l’uso degli anticorpi monoclonali e le car T.