Intervista all’Avvocato Mario Anghileri che oggi compie 80 anni

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Avvocato Mario Anghileri
L'Avvocato Mario Anghileri ex Presidente della Provincia di Lecco ed ex sindaco di Valmadrera, compie 80 anni

Da presidente della Provincia di Lecco fu determinante nel riavviare e completare la Nuova Lecco-Ballabio

Prerogativa e virtù di un amministratore pubblico?
“Pensare che si opera per il futuro degli altri”

LECCO – Oggi compie 80 anni l’Avvocato Mario Anghileri stimato professionista, per anni impegnato politicamente e come amministratore in qualità di sindaco a Valmadrera e primo Presidente della Provincia di Lecco.

Il suo impegno politico-amministrativo inizia presto, a soli 29 anni viene eletto sindaco di Valmadrera restando in carica dal 1970 al 1975; vent’anni dopo viene eletto presidente della Provincia di Lecco e lo sarà per due mandati dal 1995 al 2004. Successivamente si ricandida a Valmadrera tornando a ricoprire il ruolo di sindaco dal 2004 al 2009.

Avvocato Mario Anghileri
L’Avvocato Mario Anghileri con la moglie Rosella e i figli Davide e Dino in occasione del primo Giuramento nel 1995

Durante la sua presidenza alla Provincia di Lecco, l’Avvocato Anghileri riesce, con un’intuizione, a fare in modo che l’opera incopiuta della nuova Lecco – Ballabio venga realizzata. Determinante il suo contributo e la scelta di rendere quella strada Statale, con la complicità dell’allora amministrazione provinciale di Bergamo, affinché Anas venisse coinvolta nel finanziamento del progetto.

Oggi, mentre l’Avvocato Anghileri si appresta a spegnere le sue 80 candeline, la nuova Lecco – Ballabio ne spegne 15, era infatti il 24 febbraio del 2006 quando la tanto attesa opera viabilistaca lunga 11,7 chilometri è stata inaugurata dopo decenni di attesa e di proteste (come non ricordare il celebre Comitato SOS Lecco-Ballabio che nacque a Laorca) e un investimento complessivo di ben 245 milioni di euro.

80 anni per l’Avvocato Mario Anghileri e 15 per la “sua” Lecco – Ballabio.
Cosa ci racconta e cosa ricorda di quel grande e atteso progetto realizzato grazie ad una sua intuizione: tramutarla in strada statale per avere Anas tra i finanziatori?
Ho avuto la fortuna di essere stato testimone e, in parte, attore negli anni risultati decisivi per la realizzazione della tanto auspicata Lecco-Ballabio.
Dico fortuna, perchè un pubblico amministratore deve sentirsi premiato, se ha avuto l’opportunità di essere comunque parte di un’opera di estrema importanza per il territorio, soprattutto quando questa risulta essere seconda solo – per limitarci all’impegno economico che si è reso necessario – all’attraversamento di Lecco.

Fino ad allora la Provincia di Como, aveva individuato – su indicazione dell’Ing. Giorgio Mazza – il tracciato alternativo alla vecchia strada, anche se non era ancora definito quale avrebbe dovuto essere la soluzione per l’ultimo tratto, di collegamento da passo del Lupo fino allo sbocco in Ballabio.

Fino al ’95 grazie all’allora presidente della Provincia di Como Luciano Bettiga e del suo vice Giuseppe Canali erano stati realizzati alcuni tratti: uno in prossimità dello svincolo ai Poggi e l’altro comprendente una galleria e il ponte al passo del Lupo.
Anche la politica si era attivata: la legge Valtellina (1990) –e qui bisogna ricordare il Sen. Cesare Golfari- aveva finanziato il c.d. lotto “0”, comprendente il raccordo del terzo ponte con il nuovo ospedale e con lo svincolo ai Poggi: il tutto completamente in galleria. Il lotto “0” era stato affidato all’Anas, come diramazione della SS n. 36 (36 Dir).

Al 1995, lo scavo della galleria (solo lo scavo, senza alcun impianto, a causa dell’insufficienza del finanziamento) era stato interamente realizzato, tranne la parte in prossimità del terzo ponte, in corrispondenza della via Cimabue, per via della ben nota vicenda contenziosa con la Ditta Corno.

Avvocato Mario Anghileri
Al centro l’Avvocato Mario Anghileri ai tempi della presidenza alla Provincia di Lecco con parte della Giunta (da sinistra) Giuseppe Maniglia, Costante Grassi (segretario provinciale), Mario Mozzanica, Elena Gandolfi e Luigi Pirovano

Poi cosa accadde?
La sola Provincia di Lecco non aveva le forze per ultimare l’opera. L’unica soluzione percorribile era quella della statalizzazione dell’arteria, soluzione già rifiutata dall’ANAS, in quanto non sussistevano i requisiti di legge per modificare la classificazione.

Al fine di rendere accettabile la nostra proposta, si presero contatti con la provincia di Bergamo e, dopo gli inevitabili lunghi approfondimenti, si stipulò (alla fine del 1996) un accordo per chiedere, insieme, alla Regione e all’ANAS, la statalizzazione del percorso Lecco-Ballabio-Moggio-Vedeseta-San Giovanni Bianco (questi due ultimi paesi, si trovano in quella provincia), dimostrandone l’opportunità viabilistica oltre che la fattibilità: infatti, in base alla normativa allora vigente, era requisito essenziale, per definire statale una strada, il fatto che questa fungesse da collegamento almeno tra due province.

Vi furono, poi, lunghe trattative con la Regione e l’Anas e, alla fine, venne raggiunta l’intesa (1997) per la classificazione a strada statale.
L’Anas avrebbe ultimato il lotto “0” e realizzato il collegamento tra il passo del Lupo e Ballabio (nel frattempo era stato concordato –anche con quel Comune e con l’allora Sindaco Luigi Pontiggia – il tracciato definitivo in galleria, con sbocco di fronte alla strada per i piani Resinelli): i due relativi finanziamenti furono inseriti nel piano triennale.

La provincia avrebbe dovuto ultimare il tratto centrale dell’itinerario – dai Poggi al passo del Lupo -, in quanto l’Anas non riteneva di potersi accollare la responsabilità di intervenire su un’opera in parte già realizzata da un altro Ente: in ogni caso, la provincia potè accollarsi l’onere della realizzazione, perchè la Regione aveva assicurato il finanziamento dell’opera, mediante compartecipazione al 50% a fondo perso.

 

Quando sembrava tutto definito e ben programmato, i tre anni di lavori previsti per l’ultimazione vennero di gran lunga superati, con l’inaugurazione che avvenne quasi dieci anni più tardi. Cosa accadde?
La convenzione definiva anche i tempi entro cui ciascuna parte (Anas e provincia) avrebbe dovuto ultimare i propri lavori: all’incirca entro tre anni, salvo imprevisti.
La provincia ha rispettato le sue scadenze, non altrettanto può dirsi dell’Anas, alla quale peraltro non sono mancati i temuti imprevisti.

Mi riferisco non solo ai ricorsi al Tar (ce ne furono due in relazione all’uscita in Ballabio), all’annosa vicenda Corno, risolta la quale intervenne l’altra relativa ai residenti in via Cimabue. In ognuna delle situazioni è stata ampia la collaborazione della provincia per individuare soluzioni opportune, che salvaguardassero l’interesse dei cittadini e dell’Anas e, soprattutto, consentissero la prosecuzione dei lavori.

Il vero problema intervenne, allorchè fu necessario modificare tutta la progettazione impiantistica, soprattutto per quanto riguarda l’estrazione fumi, al fine di adeguare le gallerie alla più recente disciplina relativa alla normativa di sicurezza, entrata in vigore dopo l’esperienza tragica del monte Bianco.
Oltre alla nuova progettazione ed alle nuove gare, ciò ha comportato la necessità di reperire ulteriori finanziamenti e, quindi, ha determinato in gran misura il ritardo rispetto alle previsioni del 1997.

 

Lei guidava una coalizione di centro-sinistra con connotazioni ambientaliste, tant’è che molti sui avversari politici sostenevano che mai sarebbe riuscito a completare la nuova Lecco – Ballabio.
I risultati dimostrano il contrario; dimostrano che quando l’opera pubblica è necessaria, questa deve essere realizzata e può essere realizzata nel pieno rispetto della natura. A conferma, cito altre due opere di importante rilievo, anche ambientale, iniziate o programmate durante i miei due mandati amministrativi: il ponte Calolziocorte-Olginate e la Lecco-Cisano (La Lecco- Bergamo di recente è passata sotto la comptetenza di Anas, ndr).

Mario Anghileri
L’avvocato Mario Anghileri omaggiato lunedì scorso insieme agli altri ex presidenti della Provincia di Lecco in occasione del 25° anno di istituzione dell’ente

Oggi il territorio lecchese sul fronte viabilistico sta affrontando nuove sfide come la Lecco – Bergamo, opera iniziata e al momento in stallo.  Cosa ne pensa e che consigli può dare agli attuali amministratori locali affinché si arrivi quanto prima al suo completamento?
Penso che siano importanti coesione e unità di intenti dei soggetti istituzionali di livello intermedio (Provincia, Comune capo luogo, Camera di commercio, Prefettura, Regione e rappresentanti provinciali delle categorie), come si verificò per l’attraversamento di Lecco e per la Lecco-Ballabio.

Purtroppo la (da me non condivisa) riforma delle Province sembra che abbia sottratto a quell’ente -per molte ragioni- la possibilità di rendersi, autorevolmente, capofila di una rappresentanza, come sopra delineata.

Non mi sento in grado di dare consigli, anche perché il livello rappresentativo è stato notevolmente accentrato verso la Regione, la quale ha molti altri gravi nodi viabili e infrastrutturali da risolvere.

 

Olimpiadi e Recovery Plan potranno essere un’opportunità per il nostro territorio?
Se ritiene di sì, qual è la prima cosa che farebbe per Lecco dintorni?
Come, a suo tempo, si sfruttò l’occasione degli interventi per la Valtellina (per finanziare l’attraversamento di Lecco), si potrebbero sostenere a ragione alcuni interventi per il turismo e, soprattutto, per la viabilità, che necessita di adeguamenti (ivi compreso quello di cui alla domanda precedente, utile per un più sollecito raggiungimento dell’aeroporto di Orio al Serio).

 

Lei vanta una lunga esperienza politica e amministrativa. Cosa l’ha spinta a dedicarsi all’amministrazione della “cosa pubblica”?
Che prerogative e che virtù deve avere un amministratore pubblico?
In generale che valutazione ha dell’attuale classe politica: pregi e difetti?
L’educazione e i principi acquisiti negli anni giovanili, in famiglia, nella mia comunità e nell’ambiente scolastico (Collegi Salesiano di Milano, Ballerini di Seregno, Università Cattolica): mi hanno insegnato che non si vive da soli, ma ci si deve aiutare l’un l’altro; e ognuno deve dare il proprio contributo, in relazione ai “talenti” di cui dispone.

Per quanto concerne preorgative e virtù, non sono certamente alla moda, e quindi: parlare il meno possibile e lavorare molto; pensare che si opera per il futuro degli altri e non per vincere le elezioni (anche se, poi, bisogna darsi da fare per vincerle, cercando di convincere per la bontà di idee e programmi, che possano migliorare il futuro del Paese e non basandosi sulla capacità attrattiva di una persona).

In merito alla valutazione che mi chiede mi astengo, perché temo di avere già dato, tra le righe, una risposta non del tutto lusinghiera; anche se, forse, la causa va condivisa con una modalità di comunicazione, che privilegia il profilo personale a quello ideale.

 

Covid-19. Come ha vissuto la pandemia?
È stato già vaccinato? Dove?
Sono già stato vaccinato a Valmadrera e ho vissuto la pandemia con rinunce serene, pensando a quanto sia stata fortunata la mia generazione, che non ha visto e ha solamente sfiorato la seconda delle due guerre del ‘900, ha solo sentito parlare della “spagnola”; mi preoccupo per chi è più giovane e ha la prospettiva di un futuro, oberato di debiti.

Papa wojtyla Avvocato Mario Anghileri
L’Avvocato Mario Anghileri insieme alla moglie Rosella all’incontro con Papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla in occasione del Giubileo Ambrosiano

Ci dà un suo parere sulla gestione della pandemia a livello nazionale e regionale?
Mi risulta difficile dare una risposta esauriente, ragionata e, soprattutto, documentata. Di sicuro, tutte (o quasi) le opzioni filosofiche concordano nel ritenere che l’autoconservazione è una delle caratteristiche fondamentali di ogni essere vivente. Forse, però, avremmo potuto accettare qualche maggiore livello di rischio a favore delle generazioni più giovani; e forse qualche profilo organizzativo non è stato a sufficiente altezza: spero che quanto non ha funzionato possa dare occasione per una qualche revisione migliorativa.

 

Concludiamo parlando di cose serie… Inter. Da grande tifoso neroazzurro chi promuove e chi boccia?
Quando si vince (e sembra che, quest’anno, ciò possa accadere), tutti promossi. Vince la squadra e, finora, l’Inter è stata squadra, con “talenti” (siamo sempre lì) diversi e messi a disposizione di tutti.

 

Come regalo per il suo 80° compleanno va bene lo Scudetto o preferirebbe altro? Cosa?
Ho già avuto tanto dalla vita (manca solo qualche scudetto: non si può avere tutto); vorrei solo poter conservare la cosciente determinazione di vivere e accettare serenamente quanto (e come) verrà.