Là dove c’erano svastiche e insulti, ora c’è una farfalla, simbolo della Shoah

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Dopo le scritte inneggianti ai forni crematori e alle foibe

Il murales di un artista ricolora di bellezza e significato il muro violato

LECCO – Il filo spinato e una farfalla accesa di giallo, simbolo della Shoah e di tutte le vittime di una folle persecuzione: è il graffito di un artista di strada apparso sul muro dell’acquedotto di Rancio che nelle scorse settimane era stato imbrattato da scritte di tutt’altro tenore.

Alla vigilia della Giornata delle Memoria, ignoti avevano vandalizzato con una svastica la targa della sede dell’Anpi di Lecco, l’associazione dei partigiani. Lo stesso simbolo nazista era apparso anche sui muri del rione di Rancio e sulla parete esterna dello storico acquedotto era stata lasciata una scritta inneggiante ai forni crematori (“Nei forni c’è ancora posto”).

Qualcuno all’indomani l’aveva ritoccata per ricambiare l’insulto (“Nelle foibe c’è ancora posto”) rievocando un altro orrore che è parte della storia del nostro Paese. Ci ha pensato il Comune a mettere fine a questa ignobile diatriba, facendo ripulire il muro. “Non c’è spazio per l’odio a cui queste deturpazioni inneggiano” aveva sottolineato il sindaco Mauro Gattinoni.

Ora, sulla vernice grigia, è comparsa una farfalla a ricolorare di bellezza e significato il muro violato.