La lezione di sport (e di vita) di Myriam Sylla: “I sogni si realizzano con l’impegno”

Tempo di lettura: 4 minuti

La pallavolista lecchese, oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, ha incontrato gli studenti nell’ambito del progetto ‘Io tifo positivo’

“Divertitevi e siate sempre voi stessi, senza cercare di assomigliare a qualcuno: potete prendere spunto dagli altri ma voi siete unici e inimitabili”

LECCO – La passione per lo sport, i sogni, i sacrifici, i momenti difficili ma anche l’importanza di riuscire a realizzarsi senza ‘perdersi di vista’. La pallavolista lecchese Miriam Sylla, oro alle Olimpiadi di Parigi la scorsa estate, ha incontrato gli studenti questa mattina, mercoledì, nell’ambito del progetto Io Tifo Positivo, promosso da Comunità Nuova in collaborazione con il Comune di Lecco per diffondere tra i giovani i valori dello sport.

Durante l’incontro, condotto dalla giornalista della Gazzetta dello Sport Chiara Soldi, l’atleta ha raccontato parte del suo percorso personale con umiltà e sincerità. Dai timidi inizi sul campo del Grenta Volley (la società di Valgreghentino, paese in cui ha vissuto con la famiglia) al successo che l’ha portata a conquistare l’obiettivo più ambito, l’oro olimpico.

Un amore, quello per la pallavolo, che sboccia piano: “Da bambina non volevo giocare a pallavolo, facevo danza – ha raccontato – poi i miei genitori mi hanno iscritto, dovevo perdere qualche chilo. Avevo 12 anni, non fu esattamente amore a prima vista: ero alta e particolarmente scoordinata, gli allenatori non sapevano nemmeno in che ruolo farmi giocare, li ho provati un po’ tutti. Poi, ad un certo punto è scattata la scintilla: ho deciso che la pallavolo sarebbe stata la mia vita, e mi sono impegnata a fondo per raggiungere il mio obiettivo. Bisogna essere pazienti, non abbandonare quando le cose non vengono o alle prime difficoltà: quando ho iniziato ad impegnarmi sul serio i risultati sono arrivati”.

Impegno nello sport che è sempre andato di pari passo con quello per la scuola: “I miei genitori sono sempre stati molto chiari: dovevo studiare e andare bene a scuola, altrimenti potevo anche scordarmi gli allenamenti. Quindi, per giocare a pallavolo, studiavo e ho sempre fatto il possibile per raggiungere la sufficienza, non sono mai stata rimandata a scuola. Sapevo che a casa non sarebbero stati contenti di un brutto voto o di essere rimandata quindi mi impegnavo, il mio primo obiettivo è stato prendere il diploma. Quando a 15 anni ho lasciato casa per inseguire quel sogno avevo una tutor che mi seguiva, non potevo fare altro che studiare. Mi sento di ringraziare i miei genitori: loro sono stati severi ma anche comprensivi e soprattutto, hanno vissuto il mio sogno con me e non per me, con discrezione e supporto” ha detto Miriam, rivolgendosi poi ai ragazzi in sala “I genitori sono importanti, a volte ce ne ricordiamo tardi. Date valore ai vostri genitori, ogni  tanto sbagliano, ma vi vogliono bene e ci saranno per sempre”.

Il racconto dell’atleta, arricchito anche dalle domande preparate da alcuni studenti delle scuole presenti (Stoppani, Nava e Ticozzi) ha toccato tanti temi, tra cui la difficoltà a tenere tutto sotto controllo: “Vado da una psicologa – ha detto – mi aiuta a gestire le cose, io sono una che deve sempre dare il 100% di quello che fa e questo a volte mi complica la vita”. E poi l’importanza delle amicizie e dei legami (“per raggiungere il mio sogno ho sacrificato tanto, anche in termini di relazioni, ma ho incontrato tante altre persone preziose che oggi sono la mia famiglia”) e del valore dello sport come strumento di inclusione: “Facendo sport impariamo a rispettare l’altro – ha detto – siamo tutti uguali, non dobbiamo giudicare solo dalle apparenze ma avere fiducia e, soprattutto, essere gentili con tutti. Tutti meritiamo rispetto”.

Parlando di Parigi, Sylla ha provato a raccontare l’emozione di vincere un oro olimpico: “Immaginate di avere un sogno e di riuscire a realizzarlo. Ecco, questo è stato per me vincere alle Olimpiadi: toccare con mano il mio sogno. Se ho consigli per inseguire i vostri sogni? Innanzitutto rispettate quelli degli altri, senza ridere o prendere in giro, poi alimentate i vostri, consapevoli che i sogni possono cambiare, essere raggiunti ma anche restare tali. Infine, la cosa più importante: divertitevi e siate sempre voi stessi, senza cercare di assomigliare a qualcuno. Imparerete ad apprezzarvi: potete prendere spunto dagli altri ma voi siete unici e inimitabili“.

All’incontro erano presenti anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e l’assessore allo Sport Emanuele Torri che hanno donato una targa di riconoscimento alla pallavolista: “Durante questa bella mattinata Miriam ci ha regalato parte del suo successo, con i suoi racconti abbiamo imparato come si diventa grandi, non campioni”. La mattinata si è conclusa con un selfie e la firma di diversi autografi.

GALLERIA FOTOGRAFICA