La morte di papa Ratzinger, il ricordo del prevosto Milani e di Angelo Scola

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Da Benedetto XVI mons. Davide Milani e il cardinale Angelo Scola

Mercoledì in Basilica a Lecco una messa di suffragio per papa Benedetto XVI

Il prevosto Milani: “Fede, forza di pensiero e libertà sono il suo lascito” . Angelo Scola: “Il suo apporto decisivo per la Chiesa”

 

LECCO – “Alla vigilia dei funerali che Papa Francesco celebrerà in piazza San Piero a Roma, vogliamo esprimere la gratitudine al Padre per il dono che Benedetto XVI è stato per la Chiesa e per il mondo”.

Così mons. Davide Milani, prevosto di Lecco, annuncia la celebrazione di mercoledì, alle 18.30, una messa di suffragio per il Papa emerito Benedetto XVI.

“La testimonianza della sua fede pur tra molte prove, la forza del suo pensiero credente in un’epoca di relativismo, la grande libertà di cui ci ha dato testimonianza ci interpellano e restano come lascito – aggiunge mons. Milani – Pregheremo insieme affinché ‘il Signore faccia splendere su di lui il suo Volto e lo benedica’ il volto di Dio che il Papa emerito nella sua vita ha sempre amato e desiderato”.

Una morte, quella di papa Benedetto XVI che ha colpito profondamente la comunità cristiana:

“Il ritorno al Padre di Joseph Ratzinger-Papa Benedetto XVI è un fatto che chiede a tutti noi, soprattutto ai cattolici, una particolare riflessione – lo ricorda l’Arcivescovo emerito di Milano, cardinale Angelo ScolaHo conosciuto Ratzinger nel 1971 quando, noi italiani con Jaca Book, con De Lubac, von Balthasar e altri teologi di varie parti nel mondo incominciammo a lavorare al progetto della Rivista internazionale Communio. Mi colpì fin da subito la sua umiltà e la delicatezza del suo tratto. Il gusto di conoscere persone con l’evidente intento di entrare in amicizia con loro mi impressionò fin da quel primo incontro alla Katholische Akademie di Monaco di Baviera. Da allora, lungo tutti questi cinquant’anni, mi è stato amico ma ancor più padre non facendomi mai mancare il suo aiuto anche in certi momenti non facili della mia vita”.

“Collaborando direttamente con lui quale consultore della Congregazione della fede mi sono sempre stupito dalla originalità del suo pensiero – aggiunge – Più di una volta è capitato che su taluni documenti divenuti poi universali per la vita della Chiesa, in qualità di consultori e di esperti non si riusciva a procedere. Poi però, qualche giorno dopo, il Cardinale Ratzinger arrivava e con umiltà diceva: ‘Io ho provato a fare questa stesura. Vedete se vi va  bene’. E tutte le volte era quella risolutiva, magari con qualche leggera integrazione suggerita dal tale o tal’altro teologo. Ho più volte detto che lavorando con Ratzinger in gruppo si imparava sempre qualcosa di nuovo. Le sue riflessioni muovevano dalla decisiva affermazione: ‘Il mio intento di fondo è sempre stato quello di liberare dalle incrostazioni il vero nocciolo della fede, restituendogli energia e dinamismo. Questo impulso è la vera costante della mia vita’”

“Sono sicuro – rimarca Scola – che l’apporto dato da Ratzinger-Benedetto XVI alla Chiesa contemporanea, nella sua continuità con san Giovanni Paolo II e nell’apertura di orizzonte entro cui si muove Papa Francesco, è stato non solo decisivo ma richiede ulteriore approfondimento in questo tempo di travaglio per la Chiesa tutta. Voglio concludere queste brevi righe menzionando la disponibilità, essa stessa espressione di umiltà di papa Ratzinger: tutte le volte che si chiedeva a lui qualche prestazione (un incontro informale – memorabili quelli con il Servo di Dio don Luigi Giussani e un gruppetto di suoi amici –, una meditazione, una conferenza…) nonostante fosse oberato di lavoro faceva di tutto per accogliere questa proposta. Si ristorava con la musica, seguendo in questo il fratello Georg che alla musica ha dedicato la vita”.

“Sono convinto – conclude l’arcivescovo emerito – che le persone care che ci precedono all’altra riva restano fin da ora in contatto con noi. In modo silenzioso, certo, ma non per questo meno efficace. Sono certo che papa Benedetto continuerà a svolgere questa funzione a favore della Chiesa e della società tutta. In attesa di rivederci diamo a lui oggi il nostro ad-Dio”.