La storia di Roberta Corti, la biologa lecchese che vuole sconfiggere l’HPV

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Roberta Corti maledetto HPV Papilloma Virus
Roberta Corti con il suo libro "Maledetto HPV"

Rinata dalla difficile battaglia contro la malattia, oggi aiuta le altre donne ad affrontare il Papilloma Virus

“Un virus che ti isola e ti devasta emotivamente… Il progetto ‘Maledetto HPV’ vuol dire a tutte le donne che non sono sole”

LECCO – Una corporatura esile che nasconde una grande forza d’animo. Negli occhi una luce che racconta di un amore sconfinato per la vita, per la natura e per Lecco, la sua città. Roberta Corti, 45 anni, ha affrontato a muso duro la malattia che l’aveva colpita a 25 anni. Ha letteralmente ribaltato la sua vita per non lasciare l’ultima parola al Papilloma Virus. Alla fine ha avuto ragione lei, ma non si è accontenta di una semplice (ma sofferta) vittoria: la fine di un percorso doloroso si è rivelato l’inizio di una vita nuova.

“Maledetto HPV”, è questo il nome del progetto che oggi la vede lottare al fianco di tante donne e fare prevenzione anche nelle scuole. Per conoscere Roberta Corti, però, bisogna fare un passo indietro quando, ancora ragazzina, decide di laurearsi in biologia con il sogno di trovare una cura per i tumori. Non sapeva ancora che il Papilloma Virus Umano (HPV) avrebbe sconvolto la sua vita…

Roberta Corti lezione HPV

“Sono una biologa specializzata in analisi per la Ginecologia-ostetricia, medicina funzionale e Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), ma sono anche una donna che ha avuto una brutta esperienza con l’HPV: tutto è cominciato quando a 25 anni ho scoperto lesioni pretumorali al collo dell’utero causate dal Papilloma Virus Umano, un virus che si trasmette prettamente per via sessualmente e può causare tumori”.

Nonostante siano passati tanti anni i suoi occhi diventano lucidi ricordando quel momento: “E’ stato difficile, ero spaventata e mi sentivo sola. Nonostante all’epoca già lavorassi all’Istituto neurologico Besta di Milano nel dipartimento di neuro-oncologia, le informazioni su questo virus erano poche, non c’era internet e non sapevo cosa fare. Trattandosi di una malattia sessualmente trasmissibile si può immaginare la difficoltà anche solo a parlarne con qualcuno… ero da sola”.

Roberta Corti lezione HPV

Per guarire e superare la brutta esperienza ci sono voluti 8 anni fatti di visite ginecologiche, biopsie, piccoli interventi: “E’ stato un lungo percorso, entravo e uscivo dagli ospedali con tutto quello che ne consegue dal punto di vista emotivo. Lo scoglio più difficile da affrontare è stato proprio quello psicologico. Mentre affrontavo tutto questo, però, mi sono subito resa conto che dovevo far qualcosa per aiutare le altre donne, tutto quello che stavo vivendo non doveva essere inutile”.

Roberta Corti ha deciso di agire e, da scienziata, ha studiato a fondo l’HPV: “C’era una sola cosa da fare: conoscere qualcosa in più su questo maledetto virus. Ho iniziato lavorando per un’azienda farmaceutica e ho collaborato all’uscita del primo vaccino. Poi ho approfondito quelli che sono i vari test di screening e diagnosi per la prevenzione del tumore al collo dell’utero. Poi ho deciso di supportare i ginecologi nell’utilizzare al meglio i test di laboratorio e nelle fasi di screening e diagnosi”.

I dati dicono che circa l’80% delle donne e il 70% degli uomini sessualmente attivi hanno avuto l’HPV almeno una volta nella vita: “Nella maggior parte dei casi il nostro sistema immunitario debella il virus da solo, ma in alcuni casi, quando il corpo è in disequilibrio, il virus può persistere e creare delle lesioni. E’ più probabile che le lesioni siano al collo dell’utero della donna perché è più predisposto, ma l’HPV può causare anche  tumori al pene, all’ano e all’orofaringe. Non serve avere un rapporto completo, si può trasmettere l’HPV anche attraverso il contatto durante l’attività sessuale. L’HPV può causare anche condilomi genitali, escrescenze benigne, ma fastidiose”.

Sostanzialmente sono tre le armi per combattere l’HPV: “In primo luogo il vaccino, già da qualche anno il Sistema Sanitario Nazionale fornisce la possibilità di vaccinazioni gratuite ai ragazzini e alle ragazzine di 12 anni (il vaccino si può fare anche in età adulta e possono farlo anche uomini). Poi è importante fare visite regolari dal ginecologo: oltre al Pap-test ci sono altre tipologie di test tra cui quello per la ricerca dell’HPV DNA; quest’ultimo, secondo le nuove linee guida, è consigliato per tutte le donne sopra i 30 anni per verificare se c’è il virus. Infine è importante assumere corretti stili di vita declinati in quattro aree principali: alimentazione il più naturale possibile, non fumare perché è un fattore di rischio, attività fisica e gestione delle emozioni e dello stress”.

Roberta Corti lezione HPV

Roberta Corti ha sfruttato le proprie competenze per portare avanti quella che è diventata la sua missione di vita: “Aiutavo i professionisti ad aiutare le donne, ma mi sono accorta che non bastava. L’HPV può essere devastante dal punto di vista emotivo e ho capito che questo importante aspetto non potevo delegarlo a qualcun altro, quel virus l’avevo visto in faccia e quella sensibilità in più che ho sviluppato durante la mia esperienza poteva essere determinante”.

Roberta, però, ha fatto anche un altro passo avanti: “Mente e corpo sono strettamente collegati, se non siamo in equilibrio nella nostra vita è difficile essere in salute. A rafforzare questa convinzione l’incontro con lo yoga in seguito a un problema alla schiena causato da un incidente in auto. Spesso si tratta il corpo in maniera molto ‘occidentale’, curando i sintomi senza chiedersi da cosa sono causati. Quando una decina di anni fa ho cambiato il mio stile di vita nella mia testa è nato anche il progetto Maledetto HPV. Lo yoga mi ha aperto un mondo perché consente di connettere corpo e mente. I sintomi sono espressione di un disequilibrio. Corpo, mente e anima influiscono sulla nostra fisiologia. E’ il motivo per cui l’HPV si trascina nel tempo: accanto alle cure ‘classiche’ è necessario riportare equilibrio nel corpo”.

Roberta Corti yoga HPV

Il progetto “Maldetto HPV” aiuta le donne a conoscere, affrontare e superare l’infezione. In soli 3 anni Roberta e il suo staff sono venuti in contatto con oltre 4.000 donne in tutta Italia e nel mondo: “Le seguiamo on-line attraverso le nostre pagine social, il canale Youtube e recentemente ho scritto un libro (in vendita su Amazon, ndr) che racconta la mia storia, il tutto per spiegare quanto sia importante lavorare su se stessi, quanto siano importanti l’alimentazione e i corretti stili di vita. Corpo e mente sono due aspetti che si abbracciano e devono andare in sinergia”.

Il progetto può contare sull’aiuto della psicologa Jessica Merenda e dell’insegnante di yoga Amrita Ceravolo: “Vogliamo che le donne non si sentano più sole come è accaduto a me. Le aiutiamo a capire cosa è l’HPV, come ci si comporta, quali danni può fare… le aiutiamo a superare anche da un punto di vista psicologico questo momento delicato. Appena si scopre l’HPV si va nel panico perché è un virus associato al tumore. A complicare le cose il legame con la sfera sessuale che innesca meccanismi psicologici particolari: dove l’ho preso? Il mio compagno mi ha tradita? Chi me lo ha attaccato? Spesso si ignora anche il semplice fatto che l’HPV può rimanere latente anche un decennio. In questo contesto la yoga terapia serve per calmarsi e iniziare a compiere i primi passi per affrontare il percorso per tornare in salute”.

Amrita Ceravolo, Roberta Corti e Jessica Merenda
Amrita Ceravolo, Roberta Corti e Jessica Merenda

Oggi, oltre a portare avanti il progetto “Maledetto HPV”, Roberta collabora con il laboratorio Synlab e aiuta i ginecologi negli screening e nelle diagnosi per la prevenzione del tumore al collo dell’utero: “Il mio grande sogno è sconfiggere l’HPV. Informare donne, uomini, ragazzi e ragazze è fondamentale perché, se conosci il virus, hai più strumenti per gestirlo. Sono a piena disposizione anche per incontri nelle scuole, ho appena incontrato circa 200 studenti: sono felicissima perché è un modo per dare loro la possibilità di vivere la sessualità in libertà e sicurezza”.

Oltre che attraverso i social, è possibile conoscere questo importante progetto alla pagina internet www.maledettohpv.com. Prima di salutarci, però, Roberta ha voluto lanciare un ultimo messaggio: “Non sei sola. Quando l’HPV arriva ci si vergogna, non si riesce a parlarne, viene a mancare il lato umano… Con il mio progetto voglio raggiungere tutte le donne per far capire loro che non sono sole. L’infezione da HPV è una malattia che si può risolvere ma, soprattutto, può trasformarsi in un nuovo punto di partenza”.

Per le immagini in pagina un ringraziamento a Chiara Arrigoni, fotografa di Valmadrera, anche lei parte integrante del progetto “Maledetto HPV”