L’antifascismo operaio ad Acquate, una targa ricorda la famiglia Ciceri-Invernizzi

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In tantissimi alla cerimonia di inaugurazione alla Taverna ai Poggi

“E’ necessario trasmettere alle nuove generazioni la storia e la memoria”

LECCO – Una targa molto semplice ma dal valore storico e culturale inestimabile. Un pezzo di storia della Lecco antifascista che torna a rivivere in un luogo simbolo della città, la Taverna ai Poggi.

E’ stata inaugurata questa mattina, sabato, ad Acquate la targa che ricorda la storia del Circolo operaio “Lino Ciceri” e della famiglia Ciceri-Invernizzi. In tantissimi hanno voluto essere presenti per questa simbolica inaugurazione in cui sono stati richiamati i valori di una Lecco operaia e antifascista.

“Trasmettere alle nuove generazioni la storia e la memoria del periodo resistenziale 1943-1945: ancora oggi questo rimane l’obiettivo principale della nostra associazione – ha detto Enrico Avagnina presidente provinciale di Anpi Lecco -. E lo facciamo anche accompagnando i ragazzi delle scuole lungo i percorsi della resistenza qui in città, ma anche in Valsassina e in Brianza. Oggi aggiungiamo un’altra pietra nella costruzione del percorso cittadino sulla memoria resistenziale”.

Acquate, con la sua fisionomia di quartiere operaio e popolare, alle pendici delle montagne, primo rifugio dei partigiani renitenti alla leva, è un quartiere impregnato di questa memoria: “Le sorelle Villa, don Martino Alfieri, il medico condotto Lanzetta, Enzo Locatelli e Luigi Bonfanti. E lasciate che ricordi un altro cittadino di Acquate, il partigiano Edgardo Benedetti, che ci ha lasciato solo poche settimane fa”.

Enrico Avagnina

La cerimonia di oggi ha voluto ricordare un’altra famiglia operaia di Acquate: “Vera Ciceri, classe 1904, e il fratello Pietro Ciceri, classe 1892 che svilupparono nelle fabbriche dell’epoca una coscienza di classe che li porterà a impegnarsi per migliorare le condizioni di vita dei più deboli e difendere i diritti dei lavorato. Per Vera, che conoscerà Gaetano Invernizzi (importante rappresentante antifascista lecchese) questa coscienza la porterà a scegliere la lotta antifascista. Pietro Ciceri fu deportato all’età di 52 anni e morì il 4 gennaio del 1945. Lino Ciceri, figlio di Pietro e di Maria Pozzi, nato il 30 luglio 1923 ad Acquate, nell’ottobre 1943 sceglie subito da che parte stare e raggiunge una delle prime bande partigiane ai Piani d’Erna accanto alla zia Vera e a Gaetano Invernizzi. Il 12 luglio 1944 fu fucilato al campo di Fossoli con altri 66 antifascisti, tra i quali tre lecchesi: Antonio Colombo, Luigi Frigerio e Franco Minonzio“.

Simona Piazza

Una targa, quella posizionata sul muro della Taverna ai Poggi, dedicata al sacrificio e all’impegno morale di questa famiglia: “Oggi abbiamo ripercorso i valori fondanti e le azioni concrete che hanno compiuto uomini e donne per consegnarci la libertà – ha detto l’assessore Simona Piazza -. Non è scontato conoscere queste cose in un momento in cui molte persone si allontanano da questi valori quasi fossero di un’altra epoca. Queste modalità, purtroppo, si ripropongono anche oggi in forme diverse e conoscere questi meccanismi significa poter fare le scelte giuste. Le amministrazioni hanno il dovere di guidare le nuove generazioni e proprio da qui, dieci anni fa, è nato l’impegnato di avviare un percorso di ricostruzione delle memoria in città”.

Un percorso costruito grazie alla collaborazione del Sistema Museale Urbano Lecchese rappresentato dal direttore Mauro Rossetto e grazie ad associazioni ed enti che hanno lavorato per tenere viva la memoria.

Patrizia Cattaneo, responsabile della Taverna ai Poggi e Crams, ha ricordato la storia del Circolo operaio Lino Ciceri che ha avuto un’importanza fondamentale nella storia di Acquate: “Siamo conviti, oggi più che mai, che l’arte possa contribuire a trasformare i rapporti sociali tra le persone creando momenti di comunità, raccordo e condivisione di idee e valori. Il nostro intento è quello di continuare a far vivere tutti quei valori richiamati oggi all’interno della Taverna ai Poggi e Crams”.

A scoprire la targa Giancarla Riva Pessina, già presidente dell’Anpi provinciale di Lecco e simbolo dell’antifascismo a Lecco.

Patrizia Cattaneo