Lecco, 7 associazioni chiedono ad Ats e Asst di riaprire il Punto Salute

Tempo di lettura: 2 minuti

Il servizio è stato chiuso durante il lockdown e non è stato più riattivato

“Sul nostro territorio manca la prevenzione e  si chiudono gli unici spazi effettivi per fare un test anonimo e gratuito”

LECCO – Cgil Lecco e altre sei associazioni del territorio chiedono ad Ats Brianza ed ad Asst di riattivare il Punto Salute, lo sportello per fare analisi del test sulla sieropositività. Lo sportello chiuso durante il primo lockdown non è stato più riaperto ed ora sui siti di ATS Brianza risulta solo operante lo sportello di Muggió.
A pochi giorni della giornata mondiale contro HIV del primo dicembre , le Associazioni LGBT+ diritti Renzo e Lucio, la Comunità Il gabbiano OdV, l’associazione Les Cultures, il Circolo Libero Pensiero, l’Arci provinciale Lecco Sondrio, Sineresi società cooperativa sociale, Cgil Lecco l’Associazione Dinamo Culturale, l’Associazione Risuono uniti alla Cgil di Lecco, chiedono con forza la riapertura dello sportello, unico spazio attivo di prevenzione all’HIV sul territorio.

I promotori sostengono “non solo sul nostro territorio manca completamente la prevenzione, ma addirittura si chiudono gli unici spazi effettivi per fare un test anonimo e gratuito e le realtà sanitarie fanno finta di niente”. E aggiungono: “Le aziende interpellate da tempo non hanno mai risposto in merito. Il punto salute è fondamentale per poter garantire un servizio gratuito ed anonimo per il test HIV. Dalle nostre esperienze abbiamo percepito che l’utente medio si sente più sereno per un servizio in totale anonimato per sottoporsi al test HIV a causa di pregiudizi che continuano ad accompagnare la diffusione del virus”.

Non solo. “Vorremmo ricordare che dai dati diffusi dal ministero della Salute dal 2015 aumenta la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV. Nel 2020 2/3 degli eterosessuali, sia maschi che femmine, sono stati diagnosticati tardivamente, ed anche fra le persone omosessuali la diagnosi tardiva, seppur diversa, ha una forte incidenza. Ne consegue che è molto importante attivare spazi e politiche di informazione per effettuare i test HIV. Conoscere prima una diagnosi positiva riduce la diffusione e facilità la cura. Da tempo il nostro territorio è privo di una strategia specifica sul fronte della prevenzione, sia per la diffusione dell’HIV che per quanto riguarda tutte le malattie a trasmissione sessuale. In modo particolare manca la prevenzione e l’informazione sulla realtà giovanile e nelle Comunità migranti. Lo sportello Punto Salute era l’unico presidio effettivo per far fronte a questa carenza che ora è ancor più amplificata. Da anni rileviamo una carenza d’interesse nei confronti del tema HIV e delle malattie sessualmente trasmissibili”.