Lecco. 96enne malata in attesa del vaccino da 3 mesi, l’appello della figlia

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L’anziana signora sta aspettando il vaccino a domicilio

L’odissea e lo sconforto della figlia: “Se avessi potuto l’avrei portata sulle mie spalle all’hub vaccinale”

LECCO – Un appello accorato quello della signora Grazia, residente a Lecco, che da più di tre mesi sta cercando di vaccinare la mamma di 96 anni, malata e impossibilitata a muoversi da casa.

“Mia madre a settembre compirà 97 anni. Fisicamente sta benino, ma mentalmente purtroppo no, la demenza senile la fa vivere in un altro mondo. Impossibile spostarla da casa. Se avessi potuto l’avrei portata sulle mie spalle all’hub vaccinale, ma le sue condizioni non lo permettono. Appena vede una persona con la mascherina urla e si agita”.

A fine Febbraio, grazie al medico di base, è stato inserito il nominativo nella piattaforma per le vaccinazioni a domicilio, “ma ad oggi – dice sconsolata la signora Grazia – nessuno si è fatto sentire”.

“Ho telefonato un po’ a tutti i numeri disponibili, ma niente. La prima chiamata l’ho fatta al call center dell’Ats Brianza. Dopo vari tentativi sono riuscita a parlare con un’operatrice che mi riferiva di non potermi aiutare, invitandomi a fare riferimento al medico di base, al quale mi era già rivolta. Nei giorni successivi ho riprovato a chiamare l’Ats. Mi è stato detto di portare pazienza in quanto le vaccinazioni a domicilio erano iniziate”.

Intanto dall’iscrizione alla piattaforma erano passati quasi due mesi. La signora Grazia lascia passare ancora del tempo, quindi decide di riprendere in mano il telefono e richiamare Ats.

“Per la seconda volta mi hanno confermato l’inizio della campagna vaccinale a domicilio. E alla mia domanda: a quale struttura dovevo fare riferimento? La rispostata è stata: all’ospedale Manzoni di Lecco. Così mi sono recata direttamente in ospedale. All’ufficio tutele una persona molto gentile dopo aver ascoltato la mia vicenda, mi ha messo in contatto con il capo ufficio, il quale mi informava che l’ente di riferimento era l’Ats Brianza. A quel punto gli ho detto chiaramente che ero stanca di essere ‘rimbalzata’ e lui, cortesemente, si è reso disponibile a contattare Ats mettendo la chiamata in vivavoce. Chiamata durante la quale l’operatrice di Ats Brianza confermava che erano loro a coordinare la campagna vaccinale a domicilio attraverso i medici di base o altri medici in carico ad Ats. La telefonata si concludeva dicendomi di portare pazienza e che prima o poi il medico sarebbe arrivato. Nei giorni seguenti abbiamo reinserito il nominativo di mia madre sulla nuova piattaforma di prenotazione ma, nonostante siano passati altri 15 giorni, non si è fatto vivo nessuno”.

Malgrado lo sconforto, la signora Grazia, molto civilmente, conclude: “Posso capire i disagi e le difficoltà che può generare una campagna di vaccinazione massiva, ma data la situazione che stiamo vivendo, vorrei che vi sia comprensione anche nei nostri confronti, che siamo in attesa da ormai più di tre mesi dell’arrivo di un medico per il vaccino”.

Così, se la campagna vaccinale in Lombardia negli ultimi giorni ha accelerato, serve ancora uno sforzo in più per evitare situazioni come quella che stanno vivendo la signora Grazia e sua madre, perché è necessario dare risposte certe a persone che affrontano situazioni già di per sé molto difficili.