Lecco celebra il 25 aprile tra il ricordo e l’attualità della guerra in Ucraina

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Dopo due anni di stop causa covid, si sono svolte le celebrazioni per la Festa della Liberazione

Il sindaco: “Non giochiamo sull’ambiguità circa la Resistenza italiana e ucraina, non piace un pacifismo che tentenna tra aggredito e aggressore”

LECCO – “In questo 77esimo 25 Aprile il giusto equilibrio tra il dolore del ricordo e la gioia della festa di Liberazione è sbilanciato verso un profondo senso di tristezza, in segno di speranza dedichiamo questa giornata di festa a tutte quelle donne e uomini che in questi anni si sono impegnati e continueranno ad impegnarsi ad accogliere i profughi da tutte le guerre economiche e militari; a tutte le giovani donne e uomini che nel solco tracciato da Alexander Langer continueranno nell’impegno a ricercare soluzioni innovative e alternative rispetto a quelle attuali contro la guerra per un disarmo graduale ma incessante e continuo. Viva la Resistenza , Viva la Costituzione”.

Così Enrico Avagnina, presidente dell’Anpi Provinciale di Lecco, ha concluso il suo discorso ufficiale durante la celebrazione del 77^ anniversario della Liberazione. In tanti hanno partecipato oggi, 25 Aprile, alle celebrazioni della Festa della Liberazione che finalmente, dopo due anni condizionati dalla pandemia, hanno potuto svolgersi in maniera “normale”. Dopo la Santa Messa al Santuario di Nostra Signora della Vittoria, animata del Coro Grigna dell’Ana di Lecco, si è svolto il corteo che, dopo un momento di raccoglimento e la deposizione delle corone d’alloro presso il monumento ai Caduti della Lotta di Liberazione in largo Montenero, è giunto nel cortile del municipio per i discorsi.

Enrico Avagnina

Un discorso, quello dell’Anpi, che dopo aver ricordato l’opera dell’azione Partigiana nella nostra città, medaglia d’argento al valore resistenziale, si è concentrato su alcuni aspetti dell’attualità: “Oggi noi che non abbiamo più l’autorevolezza dei testimoni diretti, ci impegniamo a costruire Memoria attiva sulla base di quello che è il lascito testamentario delle partigiane e dei partigiani – ha detto -. E’ un lavoro di approfondimento e di interpretazione che affrontiamo con l’aiuto di associazioni, studiosi, storici con i quali condividiamo anche dubbi e domande che ci assalgono in queste drammatiche giornate di guerra. Siamo stati fra i primi il 24 febbraio a condannare l’invasione dell’Ucraina da parte della federazione Russa. Da allora tuttavia siamo preoccupati nel constatare che tra le diverse risposte che l’Europa e poi l’Italia, benché illuminati dall’ art.1, potevano dare, l’unica iniziativa che si continua a praticare rimane quella degli aiuti in strumentazioni militari senza conoscere se esiste una gradualità degli invii di armi e soprattutto se si sono stabiliti i limiti oltre i quali non è possibile spingersi. Con queste laceranti incertezze, e guidati dalla nostra storia, non possiamo che invitare a ricercare e riprendere con ostinazione altre strade sempre nella prospettiva indicataci dall’art. 11 ovvero ‘l’Italia promuove e favorisce le organizzazioni internazionali che assicurino la pace e la giustizia tra le nazioni’. Invitiamo quindi ad una ripresa ed incentivazione delle nostra azioni verso una unità di intenti diplomatica dell’Europa, dell’Onu. Chiediamo che l’Europa e i suoi Governi siano in prima linea nel richiedere l’immediata cessazione dello scontro militare per un vero tavolo dì trattativa tra le parti“.

Il sindaco Mauro Gattinoni

Il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni

“Il 25 Aprile rappresenta una festa per tutti gli Italiani: essa ricorda la Liberazione del nostro Paese da una dittatura, quella fascista, e da un’occupazione, quella nazista. Per questo non può creare divisioni, perché appartiene a tutti noi, così come appartiene a ciascuno di noi quella Carta Costituzionale, nostra garanzia di convivenza civile, fondata sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale – ha detto il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni -. Ma è impossibile celebrare oggi questo 25 Aprile senza che la mente vada a quanto sta accadendo nel mondo. La Senatrice a vita Liliana Segre, Cittadina Onoraria della nostra città, ha affermato: ‘Sarebbe difficile in un anno come questo intonare Bella ciao senza rivolgere un pensiero agli ucraini che nelle scorse settimane si sono svegliati e hanno trovato l’invasor’. La vita di milioni di cittadini devastata dalla guerra. Non giochiamo quindi sull’ambiguità circa la Resistenza italiana e ucraina, non piace un pacifismo che tentenna tra aggredito e aggressore. Lecco sa da che parte stare e la storia lo dimostra: se per il tiranno la democrazia è una degenerazione del potere, per noi democrazia è l’essenza della vita civile”.

“Oggi noi viviamo nella cronaca quotidiana, 61 giorni orrendi, un conflitto che non risparmia civili, uomini, donne, anziani, bambini. Oggi siamo testimoni di un incubo, osserviamo immagini che non solo fanno orrore, fanno paura, ma fanno vergogna! Siamo consapevoli da che parte stare e sappiamo bene su che basi vogliamo costruire il nostro futuro come italiani e come europei a partire dalla nostra comunità locale, accogliente e solidale. Questo è il grande valore che ci hanno consegnato i protagonisti della Resistenza che oggi ricordiamo. Viva Lecco! Viva l’Italia e l’Europa! Viva il 25 Aprile!”

Il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio

Il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio

“Quale è il senso del 25 Aprile oggi, a 77 anni di distanza dal 25 Aprile 1945? Questo evento, che è un evento fondativo della nostra storia recente, ha delle caratteristiche particolari che sono le caratteristiche che hanno tutte le pietre miliari e cioè suscitare in noi l’interrogativo sul perché. La Resistenza nasce dal bisogno dei tanti cittadini di affermare se stessi, i valori in cui hanno creduto e i valori del loro popolo – ha detto il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio -. La guerra Partigiana non è stata una scaramuccia ma è stata una vera e propria guerra che ha contrapposto inizialmente un nemico che era preponderante sia come uomini che come mezzi a un gruppo inizialmente sparuto che via via è diventato più numeroso perché si sentiva sempre più sostenuto dalla popolazione”.

Bisognerebbe evitare le guerre, ma per farlo si dovrebbe insistere su quei valori che sono contrari alle guerre: sono i valori del dialogo, del colloquio, del ragionamento. Il dialogo, però, si basa su un elemento che spesso dimentichiamo che è la cultura. E la cultura si forma nell’ambito scolastico, sui libri, nel confronto continuo con tutte le persone. Oggi, facendo una passeggiata sul lungolago, mi ha colpito vedere le cime innevate sullo sfondo del lago: ho pensato alla bellezza di questi luoghi. E poi ho pensato alla frase ‘La bellezza salverà il mondo’ che Dostoevskij scrisse nel meraviglioso romanzo ‘L’idiota’. Ho pensato al fatto che questa frase l’abbia scritta un russo, un russo che ha pagato con lunghi anni di prigionia per le sue posizioni non gradite al regime imperante. In Russo pace e mondo hanno lo stesso termine: senza bellezza non c’è la pace e nemmeno il mondo.

Il vicepresidente della Provincia di Lecco Mattia Micheli

Il vicepresidente della Provincia Mattia Micheli

Il vicepresidente vicario della Provincia di Lecco Mattia Micheli ha portato i saluti della Presidente Alessandra Hofmann che non ha potuto partecipare perché colpita dal Covid: “A Lei mando un pronto augurio di guarigione, certo e convinto che si riprenderà al più presto – ha detto -. La riscoperta dei valori profondi che hanno caratterizzato la nascita della nostra democrazia ci permette di ricordare oggi più che mai, soprattutto alla luce della recente cronaca internazionale e della tragedia che sta avvenendo in Ucraina, quanto sia preziosa e non scontata la nostra democrazia, quanto sia fondamentale quella Libertà ottenuta con sacrificio nel 1945 e che per decenni è stata assicurata al nostro Paese dall’adesione al Patto Atlantico. Libertà, uguaglianza e solidarietà, non sono sicuramente applicati uniformemente nell’Occidente, ma sono quei valori sui quali l’Europa unita ha trovato una visione comune e ha deciso di unirsi in un’istituzione l’Unione Europea che, nonostante le proprie imperfezioni, è un modello al quale in tanti, come abbiam visto recentemente, aspirano ad aderire”.

“Come amministratori pubblici abbiamo il dovere di vigilare sempre affinché quotidianamente vi sia una riconferma dei valori fondanti della democrazia per garantire così l’effettiva partecipazione di tutti all’organizzazione politica, economica e sociale del nostro Paese. Solo attraverso questo difficile lavoro di ogni giorno possiamo ridare speranza ai giovani affinché il futuro non sia così denso di nubi, come purtroppo appare in queste settimane a causa della situazione internazionale. La memoria degli eventi di tanti anni fa ci consegna storie di individui che diedero una risposta alta e nobile alla sfida dei tempi, donne e uomini che seppero interpretare valori profondi che sono stati scolpiti nelle nostre istituzioni. A tutti loro va la nostra riconoscenza e il nostro pensiero perché grazie al loro nobile sacrificio oggi, come allora, siamo dalla parte della Libertà”.

La cerimonia si è conclusa con il Corpo Musicale Manzoni di Lecco che ha eseguito l’Inno d’Europa, quindi la canzone partigiana Fischia il vento e Bella ciao che è stata cantata dal folto pubblico che ha partecipato alla cerimonia.