Lecco. Grane al cantiere del tribunale, si fermano i lavori

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L'ingresso dell'ex Tribunale

A interventi ormai partiti sul palazzo del Cereghini, il progetto è da integrare

Il provveditorato scrive al Comune. Lavori sospesi in attesa delle integrazioni progettuali

LECCO – Arrivare alla messa a gara dei lavori era stato un percorso lungo e travagliato ma anche la fase operativa si sta dimostrando altrettanto faticosa: stiamo parlando della riqualificazione dell’ex tribunale, storico edificio del Cereghini in centro Lecco, destinato ad accogliere nuovamente il palazzo di giustizia non appena sarà terminato.

L’intervento, iniziato lo scorso anno, ha subito una battuta di arresto per problemi legati alla progettazione dell’opera, oggi in capo al Provveditorato dei Lavori Pubblici che, a fine marzo, ha avvisato l’amministrazione comunale delle criticità riscontrate:

“Il provveditorato è subentrato al Comune dopo che era stata affidata la progettazione esecutiva, validata nel settembre del 2020 da una società esterna incaricata dall’amministrazione comunale – ha ripercorso la vicenda, lunedì sera, l’assessore Maria Sacchi rispondendo alla domanda di Corrado Valsecchi, consigliere di Appello per Lecco – dopo l’aggiudicazione e l’inizio dei lavori, il provveditorato ha iniziato a manifestare delle problematiche”.

Una delle situazioni segnalate dall’ente, che fa capo al Ministero delle Infrastrutture, riguarda “le fondazioni, il cui stato di fatto è difforme rispetto a quello riportato nel progetto esecutivo – ha spiegato l’assessore in Consiglio comunale – le puntellature nel seminterrato di cui non c’è traccia nella progettazione e una contestazione in merito calcoli strutturali della capriata metallica. Su richiesta ripetuta più volte dal Provveditorato al progettista di effettuare un’integrazione, il progettista risponde in parte anche dicendo che c’è una mancanza progettuale ma non la integra. Il provveditorato ci avvisa allora della parziale sospensione dei lavori”.

Per superare l’impasse, lo stesso Provveditorato decide di incaricare un ingegnere progettista terzo, “una scelta che abbiamo condiviso, affinché si possa effettuare un integrazione del progetto e non ci siano tempi morti – ha spiegato l’assessore – non abbiamo ancora i tempi di restituzione di questa integrazione progettuale, dovrà essere eseguito un piano di indagini ulteriore perché quello a corredo del progetto esecutivo risulta carente”.

Senza la parte progettuale necessaria, gli interventi sono costretti ad uno stop: “Mi hanno avvisato che si andrà verso una sospensione totale perché le lavorazioni parziali che potevano essere eseguite sono state realizzate e ora c’è necessità di effettuare gli interventi dal punto di vista strutturale”.