Lecco, in tanti in piazza per chiedere la pace in Palestina e Israele

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Al sit-in anche la mamma di Vittorio Arrigoni, attivista ucciso a Gaza nel 2011: “Sostegno e vicinanza al popolo palestinese”

Presenti tanti giovani e tante famiglie: “Basta violenza”

LECCO – “Chiediamo che cessino immediatamente il fuoco, le rappresaglie e le vendette di ogni parte, si fermi definitivamente questa nuova ondata di violenza”. In tanti, questa pomeriggio, venerdì 21 maggio, si sono ritrovati in Piazza Diaz a Lecco per manifestare contro il nuovo conflitto tra Israele e Palestina, chiedendo la Pace.

Il sit-in, promosso dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, Tavola della Pace lecchese, Comitato lecchese per la Pace e la Cooperazione tra i Popoli, Comitato Noi Tutti Migranti, Les Cultures, La casa sul Pozzo, si è svolto a partire dalle 18 nella piazza di fronte al municipio. Presenti tanti giovani e tante famiglie.

Tra gli intervenuti Mauro Castelli dell’Associazione Mir Sada, Duccio Facchini di Qui Lecco Libera, l’assessore comunale Emanuele Manzoni e anche Egidia Beretta, mamma di Vittorio Arrigoni, giornalista e attivista per i diritti palestinesi rapito e ucciso a Gaza nell’aprile del 2011. “Oggi siamo qui per dimostrare vicinanza e solidarietà al Popolo di Palestina” ha detto Beretta. Nel suo intervento ha letto alcune delle parole scritte dal figlio nelle sue lettere e nei suoi articoli.

A destra Egidia Beretta, mamma di Vittorio Arrigoni

Era il 27 dicembre 2008, Vittorio scrive: ‘Potremmo chiedercelo esattamente adesso: avete presente Gaza? Ogni casa è arroccata sull’altra, ciascun edificio è posato sull’altro. Gaza è il posto al mondo a più alta densità abitativa, se bombardi a 10 mila metri di altezza è inevitabile tu faccia strage di civili: ne sei colpevole e cosciente, non si tratta di errore o danni collaterali’. E ancora, scriveva: ‘Mi chiedo come Israele possa definirsi civile e democratico se per stanare e uccidere il nemico nascosto in un edificio, il suo esercito non esita ad abbatterlo seppellendoci sotto decine di innocenti. E’ come se l’esercito italiano per trovare un boss mafioso bombardasse tutta Palermo’. ”

“Voglio dare la parola ad una palestinese, una scrittrice, nata a Giaffa, per Israele ‘un’araba israeliana’ – ha continuato Beretta nel suo intervento – Lei dice: ‘Io sono palestinese con cittadinanza israeliana, perchè questa è l’unica definizione che permette di rispettare la realtà storica. Parlare genericamente di arabi significa trascurare il fatto che prima della nascita dello stato di Israele la Palestina aveva una sua identità, sistematicamente negata. Il 1948 è l’anno della Nakba, la catastrofe: oltre 700 mila persone scacciate dalle loro case, molti andarono via scegliendo la via dell’esilio, altri restarono a costo di subire la deportazione all’interno di quello che fino ad allora era stato il loro paese. Succede ancora oggi. La soluzione? Temo non sia più realizzabile e personalmente non l’ho mai considerata accettabile. In atto non c’è una guerra tra due entità statali equivalenti ma un processo di occupazione e colonizzazione. Manca la democrazia’. Ecco – ha concluso la mamma di Vittorio Arrigoni – mi sembra che queste parole ben riassumano perché siamo qui e perché vogliamo mostrare vicinanza e sostegno al popolo palestinese”.

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