
Questa mattina alle prime luci dell’alba il gregge ha attraversato il ponte Azzone Visconti, diretto verso i pascoli montani
LECCO – Succede ogni anno, puntuale come una stagione che non tradisce. Anche questa mattina, come da tradizione, la transumanza ha attraversato Lecco, portando con sé un frammento di vita antica. Il gregge, partito dalla Brianza, ha percorso la città per dirigersi verso i pascoli verdi e freschi della Valsassina, attraversando il ponte Azzone Visconti — il ponte vecchio — (foto e video) sotto gli occhi attenti e incuriositi di cittadini, passanti e turisti.
È un rito che si rinnova, eppure non smette mai di sorprendere. Un evento che pare uscito da un tempo diverso, ma che ogni primavera torna a battere con passo lento e costante sulle strade del presente.
La transumanza non è solo uno spostamento di animali da pascolo, pecore, capre, mucche. asini e persino qualche cavallo: è un simbolo di equilibrio tra l’uomo, gli animali stessi e la natura. Un gesto antico che conserva ancora oggi la sua forza narrativa, agricola e culturale. In un mondo che spesso dimentica da dove viene, la transumanza ci ricorda che esiste ancora un legame profondo con la terra e i suoi cicli.
A guidare il gregge, come sempre, ci sono i pastori. Uomini e donne che scelgono un mestiere fatto di fatica, di albe e di silenzi, ma anche di una sapienza che non si insegna nei libri. Accanto a loro, i cani, instancabili custodi, e poi le pecore, docili e in marcia, come ogni anno, lungo la via che porta ai pascoli della Valsassina.
Il passaggio in città è breve, ma il suo significato è profondo. È un frammento di memoria collettiva che continua a vivere. E ogni volta, a Lecco, si rinnova quella piccola magia: le automobili si fermano, le persone si affacciano, qualcuno sorride, qualcuno fotografa.
In quell’attimo sospeso, tra cemento e campanacci, la città riscopre un ritmo diverso. Più umano.