Lecco ricorda gli operai deportati per gli scioperi del 7 marzo ’44 e guarda all’Ucraina

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“Ci si contorce lo stomaco al pensiero che una nuova guerra possa annullare il sacrificio di queste vite”

Cgil, Cisl e Uil, con Anpi, Prefettura, Comune e Provincia di Lecco,  hanno dato vita a un importante momento di riflessione

LECCO – Cgil, Cisl e Uil, con Anpi, Prefettura, Comune e Provincia di Lecco hanno ricordato questa mattina, lunedì, il 78° anniversario degli scioperi del 7 marzo 1944. In quell’occasione furono 22 gli operai lecchesi arrestati e poi deportati nei campi di concentramento, con la sola colpa di aver chiesto condizioni di vita migliori e la fine dell’occupazione nazifascista.

Dopo la Santa Messa nella chiesa del rione di Castello, il corteo ha raggiunto il Parco 7 Marzo, in corso Matteotti, per un momento di raccoglimento e la ricostruzione storica dei fatti del ’44, quindi ha raggiunto via Castagnera, dove è stato deposto un omaggio floreale alla lapide dei caduti.

“Oggi più che mai è importante essere qui, soprattutto perché gli scioperi del ’44 non avevano solo motivazioni salariali ma erano una denuncia contro la guerra – ha detto il presidente dell’Anpi Provinciale Enrico Avagnina -. Ci si contorce lo stomaco al pensiero che questa nuova odierna guerra in Europa rischia di annullare di colpo il sacrificio di queste vite. E sarebbe oltremodo oltraggioso nei loro confronti da parte nostra non continuare con ostinazione a batterci per la pace e per l’attuazione dell’Articolo 11, da loro voluto con scelte ben più difficili rispetto alle nostre”.

Enrico Avagnina

“E’ un dovere morale essere oggi qui a ricordare cosa è stato il 7 marzo 1944 – ha detto il sindaco Mauro Gattinoni -. E’ un dovere che oggi noi viviamo con un imbarazzo profondo: mai come oggi quelli che consideravamo dei risultati di civiltà, almeno in Europa, si dimostrano non essere più tali. L’imbarazzo di tutti noi nel vedere cosa sta succedendo in Ucraina ci dimostra che quella di oggi non è retorica: il ricordo anno dopo anno non è un rito, ma il ricordare o anche il solo pronunciare parole di libertà, solidarietà, uguaglianza ha senso. Pensavamo di aver voltato pagina ma purtroppo non è così, alcune ragioni dell’uomo contro l’uomo oggi vengono ancora a galla. Tutti noi siamo chiamati a un nuovo concetto di resistenza ed allora è nostro dovere ricordare le persone che all’epoca hanno combattuto e che ancora oggi ci insegnano la strada giusta per guardare avanti. Grazie a Pino Galbani e a tutti gli operai lecchesi“.

Mauro Gattinoni

“Abbiamo sempre pensato che non sarebbe più successo perché tutti hanno capito che non doveva più succedere. Invece l’abbiamo visto accadere in Paesi lontani, al di fuori dell’Europa, e oggi vediamo tornare come uno spettro la guerra in Europa – ha detto il presidente della Provincia Alessandra Hofmann -. E allora nel rispetto di questi operai che hanno lottato per la libertà di tutti, anche noi istituzioni, ognuno per il suo ruolo, dobbiamo  mettere in campo tutte quelle azioni che possono portare alla pace e alla convivenza pacifica tra noi. Ho parlato con una mamma Ucraina, aveva con sé i bimbi che piangevano perché volevano sapere del papà rimasto in patria a difendere la loro libertà: tutti dobbiamo lottare affinché queste famiglie non vengano più separate e i bambini non debbano più versare lacrime”.

“Democrazia, libertà, indipendenza, pace sono tutti sostantivi femminili singolari, ma sono sostantivi intrinsecamente plurali, ancor più in questo periodo devono essere plurali e coinvolgere tutta la terra – ha detto il vice Prefetto Laura Motolese -. Non è possibile voltarsi dall’altra parte in un contesto come quello che stiamo vivendo, perché la libertà e la democrazia di qualsiasi Paese, anche se lontanissimo, ci riguarda tutti direttamente. Se non ne siamo consapevoli rischiamo di perdere questi valori che così faticosamente sono stati conquistati dai nostri padri”.

Laura Motolese

La giornata di ricordo si è conclusa in Sala Don Ticozzi alla presenza degli studenti degli istituti lecchesi che in primavera partiranno per il “Viaggio per la Memoria 2022”, con destinazione la Risiera di San Sabba di Trieste. Angelo De Battista del gruppo scuola Anpi ha raccontato loro dell’archivio digitale tedesco, liberamente consultabile, in cui sono contenuti milioni di documenti relativi a uomini e donne transitati dai lager, nei quali si trovano notizie anche di alcuni degli scioperanti lecchesi. Una fonte storica di grande importanza per il percorso scolastico degli studenti, che in questi scritti potranno trovare informazioni non solo sull’identità dei deportati, ma anche sulla vita nei campi dal punto di vista degli aguzzini nazisti.