Mamme e bebè al tempo del coronavirus. Viaggio con il dottor Bellù nel dipartimento materno infantile

Tempo di lettura: 6 minuti
Il dottor Roberto Bellù

Papà ammessi alla sala parto, corso preparto online: i punti nascite di Lecco e Merate si riorganizzano in tempi di covid 19

Su indicazione della Regione tutte le gravide verranno d’ora in avanti sottoposte a tampone prima del parto

LECCO – Dalle visite di screening alle ecografie, passando per la degenza in reparto, la presenza dei papà al momento del parto e il successivo follow up del bambino appena nato. Senza dimenticare il corso di preparazione alla nascita, praticamente pronto per essere condiviso… a distanza con le future neo mamme. Sono tutte confermate, anche al tempo del coronavirus, le consuete attività predisposte dal Dipartimento materno infantile dell’Asst Lecco per accompagnare le donne in gravidanza nell’affascinante e magico percorso che le porta a diventare, per la prima volta oppure di nuovo, madri.

Segno e conferma che la vita continua e si rinnova sempre e comunque anche quando le strade del mondo diventano improvvisamente e bruscamente in salita, con qualche preoccupazione e incognita in più a farci da compagne di viaggio. E così, mentre le notizie dei contagi e delle morti continuano a rimbombarci nelle orecchie, ci sono, per fortuna, anche tanti fiocchi rosa e azzurri che colorano le nostre porte, infondendo speranza e fiducia in questa lunga battaglia contro il covid 19.

Un virus nuovo per tutti

Un virus, venuto da lontano, che sembra non amare molto mamme e bambini, come conferma Roberto Bellù, direttore del dipartimento materno infantile dell’Asst Lecco, a cui abbiamo chiesto di raccontarci un po’ come è cambiata e come si vive la maternità al tempo della pandemia. “I dati in nostro possesso indicano che la popolazione più esposta al contagio è quella anziana e maschile, anche se i giovani e le donne non sono immuni. E’ indubbio però che questa emergenza sanitaria ha imposto un intervento di revisione delle pratiche adottate in reparto, tenendo conto delle direttive regionali e nazionali. Si tratta di un virus nuovo, di cui abbiamo come precedente esclusivamente il caso cinese che non è interamente paragonabile al nostro”.

Al centro la triade mamma – papà – figlio

Una premessa doverosa, che non cambia però la sostanza e la filosofia che guida tutti i professionisti che operano all’interno dei punti nascita di Lecco e di Merate. “Per noi al centro resta la diade madre – figlio, o meglio la triade madre – padre – figlio. I genitori non sono dei visitatori per un neonato, sono parte integrante dell’equipe. E per questo operiamo per preservare e incentivare, nei limiti della sicurezza, tutto quello che, porta a costruire quel legame insostituibile e unico che viene chiamato bonding”.

Via libera quindi alla presenza del padre in sala parto durante il travaglio, al pelle a pelle della mamma con il suo “cucciolo” nelle prime ore dopo il parto, all’allattamento al seno da subito, al bagnetto in braccio alle calde e robuste mani del papà e al rooming in nella stanza di degenza (a cui però non sono ammessi, a differenza del solito, papà e parenti vari) anche in caso di positività della mamma.

Il tutto rispettando le esigenze di sicurezza

Bellù lo ammette. Non è stato facile riorganizzare i reparti tenendo conto da una parte dei bisogni primordiali dei neonati e dei loro genitori e dall’altra dei dogmi della sicurezza, quanto mai fondamentali anche per preservare la salute degli operatori sanitari. “Qualche difficoltà e qualche smagliatura ci sono state. Ma tutti i consueti servizi offerti alle donne in gravidanza stanno funzionando a regime”. Confermate quindi le visite e i consueti controlli durante la gravidanza anche se si è cercato di rafforzare e dirottare sui consultori territoriali alleggerendo il peso finora portato dall’ospedale. Potenziando, anche per quello che concerne i giorni successivi alle dimissioni post partum, le consulenze telefoniche. Il tutto “costruendo le pratiche e i comportamenti un passo alla volta, tenendo conto dei dispositivi e delle indicazioni che arrivano”.

Tamponi a tutte le gravide prima del parto

L’ultima, di recentissima emanazione regionale, impone che alle donne in procinto di partorire venga effettuato il tampone al covid 19. “Una novità introdotta più che altro con una finalità di sorveglianza epidemiologica piuttosto che clinica. Nella pratica questo non cambierà la gestione del rapporto mamma e bambino, a meno di trovarsi in una situazione clinica difficile per la diade”.

Qualche caso positivo anche a Lecco

A oggi gli ospedali di Lecco e Merate si sono trovati ad affrontare pochi casi critici a causa del virus. “La Regione ha individuato degli ospedali, come Bergamo, Brescia, Milano e Monza, appositamente per il parto di donne di cui è stata accertata la positività in gravidanza”. E’ però capitato di gestire comunque delle nascite da donne poi risultate positive oppure di ricoverare in terapia intensiva un neonato di 40 giorni contagiato dall’infezione una volta tornato a casa. Casi che l’ospedale è riuscito a fronteggiare in autonomia riuscendo a garantire la salute sia di mamma che bambino. “Operiamo utilizzando tutti i dispositivi di sicurezza ed effettuiamo una check list con domande semplici a mamme e papà sulle loro condizioni di salute al fine di circoscrivere eventuali casi critici”.

Rischi limitati per il bambino in caso di positività al covid della madre

Bellù lo ribadisce: fatto salvo particolari problematicità, la positività al covid della donna costituisce un rischio limitato per il bambino. “Il virus non si trasmette per via verticale dalla placenta della mamma al bebè. E anche l’allattamento può essere portato avanti ed è consigliato e supportato. L’importante è prendere le precauzioni del caso oppure ricorrere, ad esempio, alla spremitura del latte. I benefici del latte materno sono nettamente superiori ai rischi di contagio, comunque molto bassi”. A Lecco è attiva da anni anche la banca del latte a disposizione dei bambini nati prematuri o di quelli le cui madri non possono allattare. “L’invito alla donazione è sempre valido. Data l’emergenza, ci siamo organizzati anche per venire a prendere il latte spremuto a domicilio”.

La riorganizzazione del Dipartimento per fronteggiare l’emergenza

L’emergenza sanitaria ha comportato anche una riorganizzazione, da parte della Regione, della rete ospedaliera con la creazione, tra l’altro, di un hub a Lecco competente per l’intero settore materno infantile, dall’ostetricia alla neonatologia al trasporto neonatale passando per la Pediatria. “Reparto, quest’ultimo, che a Merate è stato chiuso e convertito alla cura covid 19 adulti, senza peraltro limitare l’operatività del punto nascita. In queste settimane c’è stata una grande collaborazione tra i presidi di Merate e Lecco per ricalibrare le diverse esigenze. In un momento di emergenza sanitaria come quella attuale la collaborazione di dipartimento è fondamentale”.

Crollato l’accesso al Pronto Soccorso pediatrico

Un’organizzazione che sta cercando di venire incontro il più possibile alle esigenze delle future neomamme, sicuramente un po’ spaventate all’idea di partorire in questi tempi. “Un po’ di tensione in più c’è, ma devo dire che si libera subito con il parto. Abbiamo notato invece che è drasticamente ridotto il numero di accessi al Pronto Soccorso pediatrico. Adesso viene solamente chi ha urgente bisogno, come dovrebbe sempre essere. Peraltro anche la chiusura delle scuole e la riduzione degli spostamenti ha contribuito a questa riduzione. Vedremo come evolverà questa cosa una volta terminata l’epidemia”. Che, per alcuni esperti, porterà, data la reclusione forzata in casa, a un nuovo baby boom già soprannominato corona boom. “Ah, non so dire se ci sarà o meno. Dovrei riuscire a pensare quello che avrei pensato quando avevo 30 anni” conclude sorridendo il dottor Bellù.