Manifestazione dei sindacati a Milano, anche i lecchesi in piazza

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manifestazione sindacati milano

In 40 mila al secondo appuntamento promosso da Cgil, Cisl e Uil

Precarietà, pensioni, diritto al lavoro tra i temi caldi portati in piazza. I sindacati lecchesi: “Non ci fermeremo”

MILANO – Prosegue la mobilitazione di Cgil, Cisl, Uil per rivendicare una nuova stagione del lavoro e dei diritti. Dopo la grande manifestazione del 6 maggio scorso a Bologna, questa mattina, sabato 13 maggio, i sindacati si sono dati appuntamento a Milano presso l’Arco della Pace. In tantissimi hanno risposto all’appello come testimoniano le immagini: nella piazza strapiena presenti anche le delegazioni lecchesi delle tre cifre sindacali.

Lavoro e diritti il tema fondamentale della manifestazione che ha coinvolto iscritti, attivisti, cittadini delle regioni del Nord Italia. Dal palco si sono alternate le testimonianze delle delegate e dei delegati e gli interventi della segretaria confederale Cisl, Daniela Fumarola, e dei segretari generali Cgil e Uil Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri.

Quasi 400 i rappresentanti della Cgil di Lecco, guidati dal Segretario Generale Diego Riva: “Siamo qui in maniera unitaria, Cgil, Cisl e Uil vogliono provare a dire cosa pensano di quanto sta accadendo in questo paese e provare a mettere in campo un’idea diversa da quella che questo Governo pensa – ha dichiarato Riva – innanzitutto chiediamo rispetto per l’organizzazione sindacale che rappresenta milioni di persone, lavoratori dipendenti e pensionati che hanno il diritto di avere voce. Come? Coinvolgendoci in maniera preventiva e non dopo, come accaduto con l’ultimo decreto lavoro. Abbiamo bisogno ci sia un metodo di confronto che ci permetta di dire anche la nostra su come crediamo debba essere migliorata la condizione data”. Riva ha continuato: “Servono risposte concrete sulla lotta al precariato, sulla sicurezza sul lavoro, la riforma delle pensioni, una politica industriale che guardi al futuro e la tutela della sanità. Con questa piazza – ha concluso – stiamo dicendo al Governo che qualora non dovesse esserci apertura nei nostri confronti andremo avanti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie a dare voce ai lavoratori e ai pensionati”.

“La giornata di oggi è una giornata di orgoglio civile e risveglio sociale – ha commentato Dario Esposito, sub commissario Uil Lario – non è una giornata fine a sé stessa, non morirà oggi. Il Decreto Lavoro che il Governo ha emanato lo scorso 1° maggio potrebbe benissimo definirsi un Decreto Lavoro Precario perché di fatto aumenta la possibilità di ricorrere al contratto precario. Il Cuneo fiscale nasce come un taglio con termine il 31 dicembre quando le persone hanno bisogno di stabilità di reddito per vivere e non di misure precarie che nascono per morire qualche mese dopo. Chiediamo che lo Stato non faccia più cassa su dipendenti e pensionati ma decida di tassare finalmente le Multinazionali. Il metodo che sta usando il Governo schiaffeggia la possibilità di dialogo con le parti sociali, imponendo agli italiani scelte che ricadono sulla loro quotidianità”.

“Il Sindacato non si ferma, va avanti per rafforzare giustizia sociale, sviluppo, democrazia. All’Esecutivo e ai nostri interlocutori sociali l’opportunità e il dovere di raccogliere questa sfida per rigenerare, insieme, l’Italia!” il commento affidato ai social della Cisl Lecchese.

Solidarietà e supporto ai sindacati in piazza è stata espressa anche dal Senatore Tino Magni (Alleanza Verdi Sinistra): “Oggi siamo in piazza a Milano al fianco di CGIL, CISL e UIL per protestare contro le politiche del governo Meloni ma soprattutto per un’Italia diversa dove i diritti e il lavoro tornino al centro. Le proposte del governo aumentano la precarietà, uno dei mali delle società moderne, non affrontano minimamente il problema salariale, niente sulle donne. Nessun posto di lavoro in più mentre un bonus di soli sei mesi viene spacciato per il taglio delle tasse più grande degli ultimi decenni. Cifre ancora inadeguate a contrastare la perdita del potere d’acquisto dei salari e dei consumi. In Parlamento ci batteremo per l’aumento delle risorse per i contratti pubblici o il sostegno a quelli privati, per un fisco giusto e progressivo, per una legge sul salario minimo e per misure per far uscire i giovani dalla precarietà dando loro un futuro certo, stabile. Presenteremo anche emendamenti per cancellare la norma che regala alle imprese lo sconto sulle sanzioni per chi non versa i contributi previdenziali sotto i 10.000 euro. Dopo Bologna e oggi a Milano saremo a Napoli con le organizzazioni sindacali per costruire un fronte ampio contro le politiche della Meloni”.

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