Moratti e Speranza in ospedale: “Cure domiciliari, Lecco e Merate sono già nel futuro”

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La visita del ministro Speranza e dell’assessore Moratti agli ospedali di Lecco e Merate

Il Dipartimento delle Fragilità preso a modello. “Ogni giorno 500 pazienti curati nelle proprie case”

LECCO – Un modello che fa scuola quello del Dipartimento della Fragilità dell’ospedale di Lecco, il servizio di assistenza domiciliare e cure palliative al centro della visita dedicata oggi dal ministro della Salute, Roberto Speranza, che insieme all’assessore regionale e vicepresidente Letizia Moratti ha visitato lunedì gli ospedali di Lecco e Merate.

La struttura, guidata dal dott. Gianlorenzo Scaccabarozzi, intercetta quasi 2 mila pazienti ogni anno per necessità di cure domiciliari e sono oltre duecento gli specialisti che vi operano tra infermieri (130), medici (23), terapisti della riabilitazione (20), Oss (27) insieme a psicologi, un educatore e un assistente sociale, un dietista, amministrativi e coordinatori.

Un servizio che opera in rete con la Fondazione Floriani, l’Associazione Fabio Sassi che gestisce l’Hospice il Nespolo di Airuno, e l’Associazione per la cura dei malati in trattamento palliativo.

Gianlorenzo Scaccabarozzi , direttore del DIFRA

“Ogni anno gestiamo circa 2 mila dimissioni protette complessivamente su entrambi gli ospedali – ha ricordato il dott. Scaccabarozzi – sono circa 430 i ricoveri nell’area della degenza di transizione, quella che in futuro chiameremo ‘ospedale di comunità’. Un sistema che conta 500 posti letto domiciliari, significa che ogni giorno abbiamo in carico cinquecento malati e le loro famiglie”.

L’obiettivo è quello di consentire ai malati di trascorrere le ultime settimane della propria vita fuori dagli ospedali, nella tranquillità di casa. I dati Istat mostrano che la mortalità dei pazienti oncologici in provincia di Lecco tra le mura domestiche è del 51% contro una media regionale poco sopra il 30%, la mortalità degli stessi pazienti in ospedale è del 22% nel lecchese (33% in Lombardia) e il 18% in Hospice (27% in Lombardia).

“L’esperienza del modello Lecco, sulla quale questa direzione ha molto creduto ed investito, e che era presente già negli anni passai grazie al lavoro del dott. Scaccabarozzi, ha dettato risposte che hanno trovato corpo tramite il Difra e che forse anticipato e mi sento di dire sono totalmente in sintonia con il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza e con la rivisitazione della Legge 23 che Regione sta implementando” ha spiegato il direttore generale dell’Asst di Lecco, Paolo Favini.

Paolo Favini, direttore dell’azienda ospedaliera

Moratti: “Estenderemo questo modello in tutta la Regione”

“Lecco e Merate, con questa esperienza, sono un esempio di sanità di prossimità, di raccordo tra ospedale e territorio. L’invecchiamento della popolazione, unitamente ai cambiamenti dei bisogni delle stesse famiglie ci dicono che è necessario ripensare alla sanità’” ha sottolineato il vicepresidente Letizia Moratti, ricordando che Regione è impegnata nella revisione della Legge 23 per rendere effettiva questa prossimità al paziente, con la realizzazione di case e ospedali di comunità.

L’assessore Letizia Moratti

“Il modello Lecco-Merate per noi è prezioso e vogliamo estenderlo a tutta la regione. Il grande obiettivo da raggiungere, nell’ambito dell’assistenza domiciliare, è consentire ai pazienti a fine vita di poter essere assistiti nella propria casa propria”.

La vicepresidente ha ricordato l’importanza delle risorse stanziate dal Piano di Ripresa e Resilienza del Governo, che sono “un’opportunità da cogliere”.

Speranza: “Vogliamo essere al primo posto per cure domiciliari”

Un’opportunità di cui è ben consapevole lo stesso ministro Speranza. “Nel piano sono stati previsti 20 miliardi per la sanità, venti volte quanto messo l’anno che ha preceduto il mio incarico da ministro. Le risorse sono importanti ma da sole non bastano – ha aggiunto Speranza – bisogna saperle spendere bene”.

Il ministro Roberto Speranza

Di quelle risorse, ha rimarcato il ministro, 4 miliardi saranno destinati alle cure di prossimità: “Vogliamo che l’Italia diventi il primo paese d’Europa per capacità di assistenza domiciliare, investendo in case e ospedali di comunità, sulla sanità digitale e sulla telemedicina. La visita di oggi – ha proseguito Speranza – mi ha mostrato come una parte del Paese sia già dentro il futuro che vogliamo costruire. Tutti hanno bisogno di un sistema sanitario, a maggiore ragione chi è agli ultimi giorni della propria vita”.

“La prima mattonella per un’Italia più forte è un sistema sanitario più forte – ha aggiunto il ministro – per questo però occorre fare sistema, tra istituzioni, strutture, operatori ma anche le imprese che investono nel campo della salute. Serve un patto di Paese”.

“La sfida contro il Covid non è finita”

Sia Moratti che Speranza hanno ringraziato gli sforzi dei sanitari che hanno vissuto in prima linea la battaglia contro il Covid: “Se il Paese ha retto è perché ci sono stati uomini e donne soprattutto nei nostri presidi sanitari che hanno dato tutto e tutti – ha sottolineato il ministro – il nostro servizio sanitario è una pietra preziosa che dobbiamo difendere con tutte le nostre energie”

Una battaglia contro il virus “che non è finita – ha ricordato il ministro – sono sempre fermissimo nella mila linea di prudenza e cautela. In queste ore dobbiamo guardare a ciò che accade in altri paesi del mondo, anche con alti tassi di vaccinazione, e capire che partita delle varianti è una nuova sfida con cui fare i conti. Il contrasto alla pandemia deve rimanere la priorità. Ora siamo comunque in una nuova fase rispetto al passato, oggi supereremo le 54 milioni di dosi di vaccino somministrate”.

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